«Marino non c’entra, Roma fa Schifo da almeno trent’anni»

L’intervista

Prima del New York Times c’era il sito Roma fa schifo. Mentre il mondo scopre il degrado della Capitale d’Italia, esiste un blog che da anni racconta il declino romano. In città è diventato un punto di riferimento. Descrive il dramma dei parcheggi in terza fila e il malaffare dei cartelloni abusivi. Se la prende con i disservizi del trasporto pubblico e con la criminalità dietro la gestione dei rifiuti. Raccoglie fotografie e segnalazioni dei lettori, denuncia e pubblica online. Molti romani lo apprezzano, altri lo detestano. Massimiliano Tonelli è uno dei fondatori. Spesso al centro delle polemiche – non di rado in tribunale per difendersi da qualche richiesta danni – nel giro di una decina d’anni ha conquistato l’attenzione di molti concittadini. Ma anche dei principali giornali stranieri. Recentemente Roma fa Schifo è finito sul Telegraph, Der Spiegel, Bloomberg, il New York Times. Un sito apolitico, per sua stessa ammissione. «Tanto che ci attaccano sia i centri sociali che Casapound». Ma soprattutto un blog politicamente scorretto. Capace di criticare l’amministrazione locale e le responsabilità dei cittadini romani. «Adesso va di moda scoprire il degrado di questa città, ma la situazione è la stessa da almeno 35 anni» spiega Tonelli. «C’è solo una novità. All’estero hanno iniziato ad accorgersi delle assurdità che per noi ormai sono diventate normali».

Tonelli, quando inizia il lavoro di Roma fa Schifo? 
Abbiamo cominciato verso la fine del 2007, dando vita a una piattaforma di diversi blog. Roma fa schifo è nato nel 2008. Mi piace ricordare anche Cartellopoli, un sito che dal 2010 ha dichiarato guerra allo scandalo della cartellonistica in città. Non si tratta di testate giornalistiche, ma di bacheche aperte al pubblico per raccogliere denunce e sfoghi. Io sono uno dei fondatori e dei gestori dei blog. 

«Abbiamo uno stile aggressivo. Già il nome, Roma fa Schifo, è abbastanza esplicito. Serve per rispondere all’atteggiamento del romano medio, sempre pronto a dire che i problemi sono altri»

Il blog non gira attorno alle parole. Avete pubblicato immagini di gente che consuma prestazioni sessuali in strada, scene di degrado anche forti…
Abbiamo uno stile aggressivo, certo. Giustificato dalla gravità della situazione. Già il nome, Roma fa Schifo, è abbastanza esplicito. Serve per rispondere all’atteggiamento del romano medio, sempre pronto a dire che i problemi sono altri. Il nostro approccio finisce per scatenare le reazioni di chi si sente attaccato. Siamo apolitici, e questo fa impazzire molti lettori. Non capiscono. Ogni volta mi chiedono “Ma chi vi paga? A chi fate riferimento?”. Si pensa sempre che dietro una notizia ci debba essere l’interesse di qualcuno. E la colpa è di un giornalismo locale scadente.

Molti lettori se la prendono anche quando paragonate la città con Napoli e Milano. E il confronto è quasi sempre impietoso.
Questa è una strategia che adottiamo da tempo. Milano e Napoli sono due città che il tipico romano ha sempre stigmatizzato: una fredda, l’altra degradata. Quando gli fai vedere che, se paragonate con Roma, la prima è tutt’altro che brutta e la seconda tutt’altro che disorganizzata, la gente va fuori di testa. Ma il nostro obiettivo è aprire gli occhi alle persone. Anche in maniera aggressiva, comunicativamente parlando. E la scorciatoia più rapida è proprio fare confronti. I nostri lettori ormai si sono abituati: quando vanno all’estero ci mandano decine di fotografie sui servizi di trasporto e la pulizia della strade. E anche Budapest e Bucarest ormai sono più efficienti di Roma. 

Spesso criticate l’atteggiamento del romano medio, talvolta menefreghista e irrispettoso delle regole. Questo vi attira altre critiche.
Quando una città si trova nella nostra situazione ci sono molti colpevoli. E i romani, con il loro atteggiamento, sono grandi responsabili. Anche questo approccio ci differenzia da tutte le altre realtà giornalistiche della città. Difficilmente i quotidiani locali se la prendono con i propri lettori. 

 «Forse Marino l’ha fatto apposta, forse non se n’è reso conto, ma bisogna riconoscere che c’è stata discontinuità rispetto al passato»

Parliamo di Roma. La città è pronta ad accogliere il Giubileo? 
Questa città non è pronta a organizzare nessun evento internazionale. Men che meno il Giubileo che inizierà tra quattro mesi. Un appuntamento che non ha avuto alcun supporto da parte del governo, e la cosa è abbastanza vergognosa.

Roma fa Schifo denuncia il degrado della città, ma spesso difende il suo sindaco. Siete rimasti in pochi. 
Il blog attacca l’amministrazione cittadina, che del resto è davvero poco difendibile. Ma ci sono state chiare prese di posizione a favore della discontinuità che questo sindaco, volente o nolente, ha rappresentato rispetto al passato. E non mi riferiscono solo alla gestione di Gianni Alemanno, ma agli ultimi 40 anni. Forse Marino l’ha fatto apposta, forse non se n’è reso conto, ma bisogna riconoscere che dopo molto tempo alcune situazioni si sono sbloccate. Penso alla discarica di Malagrotta, alla pedonalizzazione dei Fori, ma anche ad alcune scelte amministrative che hanno interessato le lobby cittadine. Sono le stesse scelte che Marino ha pagato in termini di popolarità – perché non sono state raccontate bene ai cittadini – e nei suoi rapporti politici. Parliamo di business da centinaia di milioni l’anno, come la cartellonistica o le bancarelle. Realtà su cui la politica romana, a partire dal Partito democratico, campa da trent’anni. 

Chi segue il vostro blog? 
La schiacciante maggioranza dei nostri utenti sono romani. Molti di loro ci seguono dall’estero, magari hanno lasciato l’Italia da qualche anno e sono curiosi di sapere come vanno le cose. Abbiamo 14mila contatti al giorno, 90mila fan su Facebook e oltre 35mila followers su Twitter. Sono numeri importanti, considerando che dietro questo blog ci sono solo pochi volontari. Ma quello che mi stupisce di più è l’attenzione internazionale. Ho appena terminato un’intervista con France Press, qualche giorno fa ci hanno dedicato uno spazio Bloomberg, Der Spiegel, la televisione pubblica austriaca (In questi giorni il blog di Roma fa Schifo era citato anche dal Telegraph e dal New York Times, ndr) . Siamo percepiti molto più all’estero che in Italia, chissà perché…

«Senza contare tutte le volte che ci danno dei fascisti. Curioso, non crede? Siamo gli unici fascisti querelati da CasaPound»

Tanti riconoscimenti e qualche grana. Per il vostro lavoro avete mai ricevuto minacce o querele?
Qualche tempo fa sono stato condannato a nove mesi di reclusione per istigazione a delinquere. Avevamo pubblicato alcune immagini di cartelloni pubblicitari, dove qualcuno aveva scritto con la vernice “abusivi”. E il blog, sostanzialmente, aveva applaudito all’anonima iniziativa. Più recentemente sono stato condannato per diffamazione. Il blog “degrado Esquilino” ha pubblicato eloquenti immagini degli imbrattamenti di Casapound, accogliendo lo sfogo di un lettore. La denuncia però me la sono presa io, che non sono il direttore ma ci metto la faccia. A fronte di una richiesta di mesi di galera, il giudice ha disposto una multa di mille euro. E poi ci sono stati gli attacchi dei centri sociali, del mondo delle occupazioni. Sono arrivati a reagire alle nostre denunce con un dossieraggio di stampo camorristico. Un articolo anonimo, completamente inventato, in cui ci accusavano di essere l’ufficio stampa del consorzio metro C. Altrove si chiama macchina del fango. Senza contare tutte le volte che ci danno dei fascisti. Curioso, non crede? Siamo gli unici fascisti querelati da CasaPound.

L’attore Alessandro Gassmann ha lanciato un’idea. Un invito a tutti i romani per scendere in strada, rimboccarsi le maniche, prendere una scopa e contribuire a combattere il degrado. Voi siete d’accordo?
Gassmann ha fatto come centinaia di migliaia di altri cittadini. Si è accorto che la città vive nel degrado. È una reazione positiva, sicuramente tardiva. Invece di lanciare una sua crociata poteva fare pubblicità a chi da anni pulisce volontariamente la città, Retake Roma. Un movimento che lo fa bene e ha un enorme bisogno di pubblicità…  Accorgersi del degrado di Roma è una moda un po’ recente. Eppure la situazione è la stessa da almeno 35 anni. Si peggiora lentamente, ma non ci sono grandi novità rispetto a prima. L’unica differenza è che all’estero hanno scoperto le assurdità che per noi ormai sono diventate normali.

Eppure in città non tutti sono d’accordo con l’iniziativa Retake. Qualcuno dice: “Se pago le tasse, perché devo farmi anche carico della pulizia delle strade?”
In linea teorica è una posizione corretta. Dopotutto qui paghiamo le tasse più alte d’Europa. Ma anche un’azione simbolica può essere importante. Ogni tanto porto mia figlia a qualche evento Retake, sono esperienze che cambiano le prospettive. Le faccio un esempio: gli adesivi dei traslocatori attaccati a migliaia su tutti i cassonetti e le serrande della città, non ci sono da nessuna altra parte del mondo. È un malcostume tutto romano. Ma se nasci in questa città e nessuno ti fa notare che è una cosa sbagliata, neppure te ne accorgi. Sono piccole cose, che nascondono problemi anche più grandi. In pochi sanno che dietro questo business spesso si nascondono le ecomafie.

«Solo pochi giorni fa abbiamo pubblicato dieci suggerimenti per il nuovo assessore alla mobilità. Ci hanno chiamato dal Campidoglio per chiedere consigli sulla figura da scegliere…»

Tra i critici di Roma Fa Schifo c’è chi vi accusa di lamentarvi molto, ma di presentare poche proposte.
Non è vero, abbiamo un blog pieno di ricette. Sulla mobilità, sulla gestione dei parcheggi, sui rifiuti, È facile leggere un articolo di denuncia e dire che pensiamo solo a lamentarci, ma non è così. Solo pochi giorni fa abbiamo pubblicato dieci suggerimenti per il nuovo assessore alla mobilità. Ci hanno chiamato dal Campidoglio per chiedere consigli sulla figura da scegliere…

Al netto del degrado, secondo lei Roma ha ancora qualche speranza?
La speranza è pochissima, questa città da sola non ce la può fare. Ha bisogno dell’aiuto dello Stato. Con una legislazione innovativa e adeguata si possono risolvere i problemi in pochi anni. Ma con le leggi attuali non si può. Con queste leggi non si riesce nemmeno a fermare l’esercito di scippatori nelle stazioni della metropolitana, perché sono minorenni. Serve una presa di coscienza del problema a livello nazionale, la vedo dura. Altrimenti qualsiasi sindaco arriverà, si ritroverà nelle stesse condizioni di Ignazio Marino e di Gianni Alemanno prima di lui.

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