Come tutti sanno, James Bond ama bere. In merito, ha le sue preferenze. Il cocktail al Martini deve essere “agitato, non mescolato”, in inglese: shaken not stirred. Ma per il resto non esagera con i dettagli: se gli alcolici sono di qualità, butta giù tutto.
Come dimostra questa simpatica infografica, nei film sull’agente 007, si beve molto. Si comincia con “Agente 007 – Licenza di uccidere”, (in inglese Dr. No): qui si comincia con due vodka martini, due shot di Smirnoff Blue, un Red Stripe, un Red Russian, un bicchiere ancora di Smirnoff Blue, un po’ di vino rosso e, per finire, champagne: Dom Perignon del 1955. Totale: 11,5 unità di alcol.
Il tasso alcolemico non scende: in “Dalla Russia con amore”, anzi, arriva a toccare le 16 unità, anche se, a livello numerico, i momenti delle bevute sono più rari. Bond si concede soltanto due bottiglie di Tattinger e una bottiglia di raki. Aveva altro da fare.
Per il resto dei film, la media rimane costante, cioè intorno alle 11/12 unità di alcol. Ci sono alcune cadute clamorose, come in “007 – Vendetta privata”, del 1989 (in inglese: License to Kill), in cui beve solo quattrò unità di alcol, per poi riprendersi alla grande in “Casino Royale”, dove arriva a 26 unità di alcol (whisky, champagne, vino, compreso un drink avvelenato).
Per chi volesse seguire l’attività alcolica di 007, qui l’infografica: