Maturità, anche quest’anno tutti promossi

Maturità, anche quest’anno tutti promossi

Tutti promossi: è questa la fotografia del Miur pubblicata sugli esami di maturità e gli scrutini intermedi delle scuole superiori. Se nel 2014 metteva quasi soggezione la cifra di coloro che sono riusciti a passare gli esami di Stato (il 99,2% dei maturandi), nel 2015 è addirittura aumentata e arriva al 99,4%. In crescita anche le lodi, mentre sono i liceali a conquistare le votazioni più alte rispetto agli studenti del tecnico e del professionale. Stessa situazione per gli scrutini intermedi, dove la tendenza è la stessa: promuovere. I risultati migliori tuttavia si riscontrano al liceo, che si delinea sempre di più come una scuola “d’elite” rispetto ai tecnici e i professionali. Il vero scoglio della scuola? Il primo superiore. Ma allora, a che serve fare gli esami?

MATURITÀ 2015, TANTO RUMORE PER NULLA – La maturità? Un costoso rito di passaggio più che un reale esame. Costoso in termini di fatica (per gli studenti) e di denaro (per lo Stato). Ma a conti fatti, quello che succede davvero è che…non succede niente. Ma andiamo nello specifico: all’esame di quest’anno è stato ammesso il 95,6% degli alunni di quinta superiore. Il 99,4% dei maturandi ha ottenuto la promozione (su quasi 490mila, quindi, poche centinaia di bocciati). Tuttavia, secondo i bilanci presentati nella bozza della legge di stabilità 2015, che conteneva alcune misure sull’esame di Maturità (poi stralciate), la prova finale viene a costare circa 200milioni di euro. Tra spese per commissari esterni e presidente di commissione, si quantificavano infatti quasi 175 milioni di euro. A questi poi vanno aggiunte le spese gestionali e organizzative. Per promuovere tutti, una bella somma.

POVERI TECNICI E PROFESSIONALI – Per quanto riguarda le votazioni d’esame, continua il trend positivo degli ultimi anni: aumentano i voti sopra il 70, diminuiscono i 60, sono state assegnate più lodi (0,9% contro lo 0,8% dell’anno scorso). Le regioni con il maggior numero di ‘super studenti’? Per lo più, come nel 2014, al sud. La Puglia, la Campania e la Sicilia conquistano la maggior parte delle lodi, rispettivamente 788, 455 e 372. Sono poi i liceali ad avere voti più alti, lasciando indietro i ragazzi di tecnici e professionali, anche se la tendenza è comunque positiva. Si ripete tuttavia il solito clichè: al liceo i bravi, ai tecnici e ai professionali i ragazzi con i voti più bassi. Tra i risultati degli scrutini intermedi la situazione non cambia di molto. I pochi bocciati alle superiori (dal 9,8% del 2014 al 9% di quest’anno) si concentrano nelle scuole tecniche. La scuola fallisce così quel recupero del gap tra “scuole di serie A” e “scuole di serie B” che il recente focus Miur su dati Istat sugli immatricolati all’università descrive bene. Più alto è il titolo di studio dei genitori, maggiore è la percentuale dei ragazzi che si iscrivono al liceo (e poi all’università). Allo stesso tempo, peggiore è il voto di terza media, più è probabile che ci si ritrovi tra le file degli studenti del tecnico e del professionale (e poi a lavorare). In una spirale che porta le scuole tecniche al ribasso.

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