Il fatto che gli inglesi a Londra non siano tutto sommato così tanti pare non essere un mito, tuttavia resistono inesorabilmente al continuo approdo di stranieri da ogni parte del mondo e prima o poi un italiano a Londra si vedrà costretto a fare i conti con la loro presenza e le loro abitudini.
«Il mio primo impiego qui in Inghilterra mi ha visto lavorare al fianco di una collega e un capo italiani, quindi il cambiamento nei rapporti con gli altri non è stato drastico. Quando poi ho cambiato azienda mi sono ritrovato in ufficio di soli inglesi, e devo ammettere che forse la cosa a cui ho fatto più fatica ad abituarmi è stata la pausa caffè, praticamente inesistente! In compenso qui, a turno, ognuno prepara dei gran beveroni di tè o caffè (solubile) per tutti, ed è forse il momento in cui è più facile socializzare… Le giornate di lavoro sono più corte rispetto all’Italia e questo non permette di avere delle vere e proprie pause pranzo in cui ci si siede a tavola e si chiacchiera, infatti il più delle volte ognuno mangia davanti al suo pc! E’ una cosa che mai avrei pensato di fare, e invece ci si adatta anche a questo…
Nel mio lavoro ho fin da subito avuto molte più responsabilità rispetto al mio stesso impiego in Italia, essendo direttamente responsabile per le collezioni che disegno.
I ritmi sono molto più veloci, per lo meno nel mio settore. Proprio per questo anche i metodi di lavoro sono differenti. In Italia disegnavo tutti i miei figurini a mano, a matita. Qui è tutto digitalizzato. Tutto deve rigorosamente essere disegnato su schermo utilizzando un programma che non avevo mai utilizzato prima, e quindi all’inizio ho fatto molta fatica a mantenere i ritmi di lavoro. Ma con costanza e pazienza ho imparato anche questo!».
Vivendo stabilmente in un paese straniero, pur sperando di non averne mai bisogno, arriva presto o tardi il momento in cui si ha bisogno di un dottore, e non avendo a disposizione il vecchio medico di fiducia è necessario informarsi su come è possibile usufruire dei servizi sanitari.
«Il servizio sanitario inglese (NHS) funziona grosso modo come quello italiano e viene offerto ai cittadini praticamente gratis o a basso costo. Al momento ci sono però enormi discussioni in atto. Il problema è il costo estremamente alto che questo servizio ha per lo Stato, e il governo attuale ha iniziato a tagliare drasticamente i budget ad esso destinati; inutile menzionare le forti tensioni politiche che ne conseguono e i disagi per i cittadini.
La prima cosa da fare è iscriversi presso uno studio medico – che deve rigorosamente essere vicino al proprio domicilio – e scegliere un GP (General Practitioner), che corrisponde al nostro medico di base. Il maggior problema è però il fatto che, forse proprio a causa del taglio dei costi, e probabilmente anche per il numero elevato di richieste, è praticamente impossibile ottenere visite specialistiche, a meno che il GP non lo ritenga estremamente necessario. A qualunque sintomo, la risposta che ho ottenuto è sempre stata la stessa “prenda ibuprofene per una settimana e vediamo come va”, come se un blando antidolorifico da banco possa risolvere qualunque problema! Devo ammettere che nel momento in cui ho avuto veramente bisogno ho preferito tornare a farmi curare in Italia».
Versione inglese
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The fact that the British in London aren’t so many after all doesn’t seem to be a myth, however, they keep coping with the endless landing of foreigners from all over the world and sooner or later an Italian in London will be forced to deal with their presence and their habits.
«When I started working here in England, I had an Italian colleague and boss, so I didn’t have to go through an over-hasty change of the way I related to others. When I changed company I found myself in an office with only English people, and I must admit that perhaps the thing I’ve made more efforts to get used to was the coffee break, which basically doesn’t exist! On the other hand, each of us takes turns in preparing huge quantities of tea or coffee (instant, of course) for everyone, and this is perhaps the moment when it’s easier to socialize … Work days are shorter than in Italy and this goes against having longer lunch breaks where collogues sit down altogether and chat, in fact most of the time everyone eats in front of their computers! Despite being something I never thought I would do, I got used to this, too eventually…
In my job, I immediately had a lot more responsibilities than in the same thing I would do in Italy, as I’m directly responsible for the collections I design.
The pace is much faster, at least in my area. That’s also the reason why working methods are different. In Italy I drew all my sketches by hand, in pencil. Here everything is computerised. Everything has to be strictly drawn on the screen using a program I had never used before, so at first I really struggled to keep the same working rhythm. But with determination and patience I learned that, too».
Living permanently in a foreign country also means that sooner or later you might as well need a doctor, and when your good old Italian one is missing, you should make inquiries about how you can use the health service.
«The British health service (NHS) works roughly like the Italian one and is offered to citizens almost for free or at a low cost. However, there are huge ongoing discussions at the moment. The problem is the extremely high cost that this service has for the state, so the current government had to cut the budget allocated to it dramatically – not to mention the strong political tension that ensues and the inconvenience caused to citizens.
The first thing to do is to register with a doctor’s office – which must be strictly close to home – and choose a GP (General Practitioner), which corresponds to our primary care physician. The major problem however is the fact that, perhaps because of cost-cutting, and probably also for the large number of requests, it is virtually impossible to get specialist visits, unless the GP himself considers it extremely necessary. At any symptoms, the response I got was always the same “take ibuprofen for a week and see how it goes”, as if a mild painkiller could solve any problem! I must admit that when I really needed it, I decided to go get treatment in Italy».
(alla prossima settimana per una nuova storia expat)