Annuario nordcoreano: Il 2015 nell’(ex) stato più cattivo del mondo

Dal regime di Pyongyang continuano ad arrivare pochissime notizie. E a volte le parodie prendono il posto della realtà

È noto sui media occidentali come il paese più isolato e chiuso del mondo, dominato da un regime brutale e repressivo. Anche se non tutti i luoghi comuni al suo riguardo sono veri (e a questo proposito è davvero utile leggere questo articolo del professore ed esperto del paese Hazel Smith), la Corea del Nord rimane per molti versi unica al mondo. E anche se nel corso del 2015 l’attenzione nei suoi confronti è stata forse minore rispetto ad altri anni, assorbiti come siamo stati dagli attentati terroristici e dalla situazione in Medio Oriente, l’anno che si sta concludendo ha mostrato le paranoie militariste e le mosse da dittatura di altri tempi del regime quasi al loro meglio. Lo ripercorriamo mese per mese.

Bisogna tenere presente, però, che capire cosa succede in Corea del Nord non è sempre facile. Per questo esistono siti che provano a ricostruire le attività economiche del paese basandosi soprattutto sulle foto di Google Maps, oppure gli equilibri di potere all’interno della leadership analizzando le foto di propaganda ufficiali.

Gennaio

Nei primi giorni dell’anno, dopo un attacco informatico contro Sony Pictures, gli Stati Uniti hanno deciso nuove sanzioni contro alcuni esponenti del regime nordcoreano. È una mossa per lo più simbolica, perché il paese è già tra i più chiusi e isolati del mondo. Il 4 gennaio, commentando la notizia, CNN riporta un tweet attribuito al “DPRK news service controllato dallo stato” che dice: «Il ministro delle Finanze Choe Kwang-Jin ordina il congelamento di tutte le proprietà del presidente USA Obama, in risposta alle aggressioni da spaccone contro la Repubblica Democratica Popolare della Corea». Il problema è che l’account è una parodia, tenuta da un blogger americano fin dal 2009. Nonostante diversi tweet impossibili da prendere sul serio, molti altri sono plausibili per chi ha familiarità con la propaganda surreale del regime. Ad esempio, un titolo come “Il ministero della Cultura pubblica nuove linee guida sull’uso della robotica nella narrativa speculativa” sarebbe assurdo in tutto il mondo, ma in Corea del Nord è solo leggermente più assurdo del solito.

Febbraio

Parodie a parte, infatti, le poche informazioni che la Corea del Nord dà su di sé arrivano dall’agenzia di stampa ufficiale, la KCNA (Korean Central News Agency). La sezione più in vista sul suo sito ufficiale fornisce informazioni molto minuziose sulle attività del leader supremo, Kim Jong Un, e in particolare le sue visite in giro per il paese. Le notizie rimanenti, almeno nella sua versione in inglese, sono un’esposizione propagandistica con (larghi) tratti di ironia involontaria, con titoli come “Un’opera di Kim Jong Un pubblicata in Uganda”, oppure “L’unico vestito imbottito di Kim Jong Il”, fino a curiose osservazioni ortofrutticole come “Il fagiolo rosso ha una lunga storia di coltivazione in Corea”. Gli altri due filoni più ricorrenti sono presunti apprezzamenti esteri della leadership nordcoreana (“Kim Jong Il lodato da un personaggio politico del Ghana”) oppure la denuncia di crimini tremendi compiuti dagli USA e dalla Corea del Sud – occasionalmente insieme, come in “Gli Stati Uniti accusati dei loro esperimenti batteriologici in Corea del Sud”).

Per gli amanti del genere, a inizio febbraio KCNA ha pubblicato una lista di 310 nuovi slogan. Tra i migliori, secondo quanto ha riportato il Guardian, ci sono senz’altro “Rendiamo il nostro un paese di funghi!” e “Giocate le partite all’offensiva!”.

Marzo

Un diplomatico nordcoreano viene arrestato all’aeroporto di Dacca, in Bangladesh, mentre cerca di portare illegalmente nel paese 27 chili d’oro in forma di lingotti e altri oggetti, per un valore di oltre 1,5 milioni di dollari. Il diplomatico è stato espulso, ma è difficile spiegare la vicenda con la teoria della “mela marcia”. Un report del Consiglio di sicurezza dell’Onu ha denunciato che un modo comune per la Corea del Nord di aggirare le sanzioni è sfruttare la rete diplomatica per portare fuori dal paese beni di contrabbando, stringere accordi per ricevere armi e altro materiale vietato e pagare per esso.

Aprile

Da quando è salito al potere nel 2011, il 32enne Kim Jong-Un non ha mai lasciato il suo paese, il che ne fa probabilmente il capo di stato più sedentario del mondo (pare però che negli anni Novanta abbia studiato in Svizzera, sotto falso nome). A fine aprile la prima occasione di un viaggio ufficiale è sfumata: senza fornire molte spiegazioni, le autorità russe hanno annunciato che il leader nordcoreano aveva «deciso di restare a Pyongyang» e di non partecipare alle celebrazioni per il 70esimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale, previste a Mosca per il 9 maggio. Corea del Nord e Russia hanno sempre avuto buoni rapporti, fin dai tempi dell’Unione Sovietica, e Kim Jong-il (il padre dell’attuale dittatore) ha fatto diversi viaggi nel paese vicino, viaggiando su un treno corazzato perché aveva paura dell’aereo. Il 2015 è stato dichiarato da entrambi i paesi “Anno dell’amicizia”, ma questo non è stato evidentemente abbastanza per portare Kim Jong-un a incontrare l’amico Putin.

Maggio

Fonti sudcoreane riportano che il ministro della Difesa del regime, Hyon Yong Chol, è stato condannato a morte e ucciso per aver in qualche modo “mancato di rispetto” verso il leader supremo Kim Jong-Un. Quello che attrae i media internazionali è il metodo dell’esecuzione, che secondo quanto detto dal vicepresidente del NIS – i servizi segreti sudcoreani – in un’audizione parlamentare sarebbe stato il fuoco di cannoni antiaerei. Non è la prima volta che si diffondono storie tremende sui metodi di esecuzione del regime, come l’esecuzione dello zio del dittatore sbranato da centinaia di cani un paio di anni fa. Ma in quel caso la notizia, ripresa con largo risalto da molti media occidentali, si rivelò falsa (era inizialmente un post satirico apparso sui social media cinesi). Anche in questo caso non è chiaro che cosa sia successo davvero a Hyon Yong Chol, e neppure se sia vivo o morto; quello che è sicuro è che intorno alla fine di aprile è stato rimpiazzato da un altro generale, il sesto ministro della Difesa nordcoreano dalla salita al potere di Kim Jong Un nel 2011.

Giugno

I media ufficiali annunciano che il paese è stato colpito dalla più grave carestia dell’ultimo secolo, causata da piogge particolarmente scarse. L’agenzia di stampa statale KCNA annuncia che circa un terzo delle risaie nel paese si sono seccate e che le riserve idriche sono ai minimi. Dopo la disastrosa carestia della metà degli anni Novanta, che si pensa abbia causato centinaia di migliaia di vittime, il paese riceve tutt’oggi molti aiuti alimentari dal World Food Programme. Nelle settimane successive, tuttavia, l’allarme sembra rientrare grazie ad un aumento delle precipitazioni.

La Corea del Nord è abitata da circa 25 milioni di persone, più o meno come l’Australia, ma ha un prodotto interno lordo stimato in circa 40 miliardi di dollari (36 miliardi di euro), come il Friuli. Precisare che è una stima è d’obbligo, perché il paese non rilascia cifre affidabili sui suoi indicatori macroeconomici.

Luglio

La band slovena Laibach annuncia che sarà il primo gruppo occidentale a suonare in Corea del Nord, il 19 e 20 del mese successivo. I Laibach non sono nuovi a prese di posizione e atteggiamenti controversi, ma la notizia viene accolta generalmente con favore. Una settimana dopo lo show, il gruppo ha raccontato la sua esperienza in una lunga intervista con Rolling Stone, riconoscendo il carattere oppressivo e totalitario del regime ma lodando l’umanità dei cittadini nordcoreani. Il 19 luglio ci sono state anche le elezioni locali – elezioni, naturalmente, per modo di dire: l’affluenza è stata del 99,97 per cento, hanno detto le autorità, e tutti i candidati erano scelti dal partito.

Agosto

La tensione al confine tra le due Coree – spesso citato come uno dei più militarizzati del mondo, complice il fatto che i due paesi sono ancora formalmente in guerra dagli anni Cinquanta – sale nel corso del mese di agosto e vengono scambiati diversi colpi di artiglieria. Il motivo del contendere? Dopo undici anni, la Corea del Sud ha ripreso a trasmettere propaganda anti-Pyongyang dagli altoparlanti poco al di là del confine, dopo aver accusato la Corea del Nord di aver impiantato mine che hanno ferito due soldati sudcoreani. La Corea del Nord alza il ritmo della sua retorica bellicosa, complice le contemporanee esercitazioni militari congiunte annuali tra il Sud e gli Stati Uniti. La retorica guerresca è però molto spesso solo retorica, perché tutti sono concordi nell’affermare che l’esercito nordcoreano, per quanto sovradimensionato ed elefantiaco, ha armamenti molto antiquati e soffre di problemi di disciplina e persino di alimentazione.

La crisi di agosto, ad ogni modo, si risolve dopo laboriosi negoziati parecchi giorni più tardi. Nello stesso mese, il 15 agosto entra in vigore il Tempo Standard di Pyongyang, un nuovo orario ufficiale che porta gli orologi 30 minuti indietro e isola il paese dai vicini Corea del Sud e Giappone anche… nella misura del tempo.

Settembre

La Corea del Nord è per molti aspetti una sopravvissuta della Guerra fredda fuori tempo massimo, e lo dimostra anche l’ossessione della sua propaganda per gli armamenti nucleari – nell’aprile del 2012, la Costituzione è stata emendata anche per indicare, tra i pregi del deceduto dittatore Kim Jong Il, l’aver fatto della Corea del Nord una “potenza nucleare”. Il 15 settembre 2015 i media nazionali hanno annunciato che gli impianti per la produzione delle armi nucleari nel sito di Yongbyon erano stati riattivati. Il direttore dell’agenzia atomica nordcoreana è stato citato dalla KCNA dichiarando che il paese era pronto “in qualsiasi momento” a rispondere con bombe atomiche a “ostilità” statunitensi. Al di là della retorica bellicosa, secondo molti questi annunci servivano soprattutto come strumento di pressione per riportare gli USA al tavolo delle trattative e arrivare a un alleggerimento delle sanzioni. Nel 2013, in violazione delle moratorie internazionali, la Corea del Nord ha condotto il suo terzo test nucleare, dopo i due precedenti nel 2006 e nel 2009.

Ottobre

Oltre alle stranezze e alle eccentricità del regime, alcuni eventi ne ricordano di tanto in tanto la brutalità, insieme alle drammatiche condizioni di vita di quello che rimane uno dei paesi più poveri del mondo e pesantemente dipendente dagli aiuti internazionali. A partire da ottobre, sulle coste giapponesi sono arrivate una decina di barche che trasportavano cadaveri. Sembra che si tratti di navi da pesca sotto il comando dell’esercito – che come in molti regimi controlla una parte importante dell’economia – persesi in mare nel tentativo di aumentare il pescato a tutti i costi, probabilmente sotto la pressione delle autorità.

Novembre

Nonostante tutto, c’è ancora chi fa affari con la Corea del Nord. Il problema è che spesso le cose vanno molto male anche quando vanno bene. La compagnia telefonica egiziana Orascom aveva introdotto il 3G nel paese nel 2008 – con solo una decina d’anni di ritardo rispetto al resto del mondo – ma lo aveva potuto fare mettendosi in partnership con il ministero delle Poste e telecomunicazioni nordcoreano e fondando una società apposita, Cheo Technology, di cui deteneva il 75 per cento. Gli affari stavano andando molto bene, con un numero di sottoscrittori di Koryolink, il nome commerciale del servizio, che superarono i due milioni. I visitatori a Pyongyang cominciavano a notare quanto fosse comune vedere persone al cellulare.

Ma Orascom non è ancora riuscita a portare via i profitti dalla Corea del Nord, soprattutto perché il governo non è intenzionato a lasciarglielo fare. Nel corso dell’anno, poi, la società egiziana ha dovuto ammettere che la situazione ha preso una piega inaspettata: lo stesso governo ha fondato una concorrente di Cheo Technology (di cui manteneva la sua quota di minoranza) e, ancora peggio, sembra che abbia preso di fatto il controllo di Koryolink.

Dicembre

Il 12 dicembre, tre ore prima dell’inizio dello spettacolo della band femminile nordcoreana Moranbong a Pechino, è arrivata la notizia della sua cancellazione. A quanto pare, la censura cinese non ha gradito alcuni testi anti-americani, e in particolare un riferimento agli Stati Uniti come “ambiguo lupo”. Le Moranbong sono state fondate nel 2012, sembra con un interessamento personale del leader supremo Kim Jong-un: il tour cinese era la loro prima tappa all’estero – la Cina aveva pagato per i biglietti aerei e l’alloggio della band – ma la richiesta di cambiare i testi non è stata accettata e il gruppo è tornato in Corea del Nord. Per dare un assaggio della musica delle Moranbong, ecco un loro video: verso la metà lo schermo alle loro spalle mostra il lancio di un missile, per l’entusiasmo del pubblico – piuttosto ingessato – dello show.

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