Ci sono quelle che trasformano i teletubbies in preservativi. Quelle che scherzano sulla resistenza del materiale (e c’è un Brian Durex che si chiude la portiera addosso, senza farsi male). Quelle che giocano sui tradimenti, sull’impiegato licenziato perché ha trasmesso la clamidia alla datrice di lavoro, sul fatto che i bambini sono un problema, sulla difficoltà di chiudere gli ombrelli (questa è creativa, e merita).
Sono le pubblicità per i profilattici, condom, preservativi, raccolte in sei lunghi minuti da Slate. Giochi e idee sono (ovvio) a sfondo erotico, alcune non alla portata del pubblico di tutte le età (tenere lontani i bambini, ma ci pensa il video stesso ad avvertirli), altre piuttosto divertenti. Sembra che i pubblicitari, quando si tratta di certi argomenti, si divertano di più e abbiano idee più creative.
Rimane un dato: la stragrande maggioranza delle pubblicità riguarda preservativi per uomo. Quelli per donna, invece, non vengono nemmeno considerati. Non si può parlare di sessismo del singolo pubblicitario, quanto di un’intera categoria di prodotti. Chissà perché, ci sono ancora molti tabù da affrontare.