TaccolaCome sarà il 2016 se avranno ragione i Gufi

Falliscono altre banche dopo l’introduzione del bail-in, la Commissione Ue boccia la Legge di Stabilità e i salvataggi industriali. La crisi dei Paesi emergenti danneggia anche noi, mentre in Libia salta l’accordo. Trump è presidente, mentre il Regno Unito esce dall’Ue. La guida ai cigni neri 2016

In un Paese con altre crisi bancarie scoppiate e il bail-in che condanna obbligazionisti e correntisti, la crisi del governo di unità nazionale in Libia fa riversare una nuova ondata di profughi e rinforza i militanti dello Stato islamico. Negli stessi giorni Roma è scossa da un attentato rivendicato dall’Isis. Il petrolio basso e l’incremento dei tassi di interesse negli Usa porta all‘inasprimento della crisi dei Paesi emergenti, Brasile e Russia in testa. Il nostro export verso questi Paesi si ferma, mentre i fondi sovrani paesi petroliferi ritirano gli investimenti in Italia. Lo scontro a tutto campo con l’Ue porta alla bocciatura di tutti i piani di salvataggio industriali e delle mini-bad bank garantite dalla Cassa Depositi e Prestiti. In un’Europa che ha perso il Regno Unito, dopo il referendum sulla Brexit, la Merkel in Germania deve lasciare dopo le critiche sull’emergenza immigrazione e il suo posto viene preso dal falco Schauble. Nel frattempo negli Stati Uniti Donald Trump esce vincitore dalle elezioni e fa salire ai massimi livelli le tensioni con Russia, Cina e Paesi arabi.

È un esercizio scaramantico, quello di applicare in modo sistematico la legge di Murphy a tutti i possibili mali che potrebbero arrivare. Ma a livello mondiale questo giochino sta vivendo una stagione di gloria, con report di società di risk management e guide articolate come quella che ha realizzato Bloomberg. Il motivo è che con i tassi di interesse statunitensi in fase di rialzo, i cuscinetti per assorbire gli shock si fanno più sottili. Quindi, meglio guardare con più attenzione le nuvole nere all’orizzonte, all’estero come in Italia. Ecco la guida ai cosiddetti cigni neri, volatili che dalle nostre parti si chiamerebbero gufi.

1 – Falliscono altre banche

Le principali banche si salvano, ma in periferia scoppiano bubboni simili a quelle delle quattro popolari salvate a fine 2015. Intanto è scattato il bail-in, che condanna tutti gli obbligazionisti e i correntisti oltre i 100mila euro. La bad bank di sistema non è arrivata per lo stop europeo. Le mini bad bank, ciascuna garantita da Cassa Depositi e Prestiti, vengono anch’esse bocciate dall’Ue. Rimangono sul groppone delle banche 200 miliardi di sofferenze, il cui valore senza una bad bank si assottiglia pericolosamente.

2 – Scontro a tutto campo governo-Ue

Sale lo scontro tra il governo e la Commissione europea. Vengono aperte procedure di infrazione sulla banca Tercas, sul dossier Ilva (per aiuti di Stato) e sulla Legge di Stabilità (per il rapporto deficit/Pil salito al 2,4%).

Sale lo scontro tra il governo e la Commissione europea. Vengono aperte procedure di infrazione sulla banca Tercas, sul dossier Ilva (per aiuti di Stato) e sulla Legge di Stabilità

3 – Scattano le clausole di salvaguardia

Nella legge di Stabilità in discussione a fine 2016 si scopre che le clausole di salvaguardia imposte dall’Ue non riescono a essere neutralizzate completamente per il 2017. Si va verso l’aumento dell’Iva e delle accise. In risposta, a fine anno e in prossimità del referendum sulle riforme istituzionali, si annuncia un vero programma di spending review.

4- Bocciato il referendum delle riforme

Il governo, indebolito dalla sconfitta alle amministrative in città come Roma e Torino, vede bocciato il referendum sulle riforme istituzionali. Si torna al bicameralismo perfetto e al federalismo pasticcione uscito dopo la riforma del 2001.

Si torna al bicameralismo perfetto e al federalismo pasticcione uscito dopo la riforma del 2001.

5 – Petrolio basso, export debole

Il calo ulteriore del prezzo del petrolio dà respiro alle nostre imprese manifatturiere. Ma colpisce l’export verso Paesi fortemente esposti. Anche il rallentamento della Cina frena sia le esportazioni dirette, sia quelle verso le aziende tedesche che hanno forti rapporti con la Cina.

6- Petrolio basso, tensioni geopolitiche

Con il petrolio debole la Russia di Putin si fa ancora più aggressiva sul panorama internazionale. In Arabia Saudita, che pure ha dato il via alla discesa del greggio, le misure di austerity creano malcontento interno e instabilità. I prezzi bassi colpiscono anche l’Iran, appena rientrato negli scambi con l’Occidente. Cominciano a saltare molti dei produttori indipendenti Usa e alcuni fondi legati allo shale gas, con rischi sistemici.

Il Regno Unito non fa più parte dell’Unione europea. I mercati la prendono male, i rischi si fanno sistemici

7 – Il rialzo dei tassi e la nuova crisi dei debiti

Petrolio basso e tassi in rialzo fanno saltare i conti nei Paesi emergenti: fortemente indebitati in dollari, pagano il rafforzamento del biglietto verde innescato dal rialzo dei tassi iniziato dalla Fed americana. Il Brasile arriva alle Olimpiadi in condizioni sempre più critiche. I fondi sovrani dei Paesi emergenti legati al petrolio si concentrano nel soccorso ai conti degli Stati. In Italia fanno venire meno risorse importanti per le privatizzazioni in vista nel 2016, come quella di Fs.

8- Libia senza accordo

Nel nuovo governo di unità nazionale e nei processi di pace in Libia vengono escluse alcune fazioni, che cercano di far deragliare il processo di pacificazione. L’economia collassa e le altre parti ricominciano i combattimenti, supportate da Egitto, Qatar e Turchia. L’Isis non viene sconfitto e ricomincia in modo drammatico il traffico di esseri umani. I soldati italiani a guardia della diga di Mosul fronteggiano una situazione critica.

È successo: Donald Trump diventa presidente Usa. Si preparano quattro anni senza rete.

9- La Brexit è realtà

Il Regno Unito non fa più parte dell’Unione europea. David Cameron paga la sua ambiguità nella posizione da prendere nel referendum sulla Brexit e il suo tardivo schierarsi a favore di Bruxelles, che nel frattempo ha concesso qualche allentamento alle regole Ue, è bocciato dagli elettori. I mercati la prendono male, i rischi si fanno sistemici. Intanto in Germania Angela Merkel non riesce a gestire il problema dei profughi e dopo un decennio si deve dimettere, lasciando il posto al falco Schauble.

10 – Il presidente Trump

È successo: Donald Trump vince le primarie e, incredibilmente, supera anche l’ex amica Hillary Clinton alle presidenziali. L’America peggiora i rapporti con la Cina, il mondo arabo e quelli già tesi con la Russia. Si preparano quattro anni senza rete.

11 – Cyber attack

Le previsioni delle cassandre dei risk desk si avverano. Il 2016 diventa un anno di attacchi cibernetici, contro istituzioni finanziarie e contro sistemi infrastrutturali. Gli attacchi sembrano arrivare da piccoli gruppi terroristici, ma si sospetta il coinvolgimento di Stati.

12 – Rischio attentati

Nessun Paese è immune dal rischio attentati, ha detto più volte il ministro dell’Interno Alfano. Roma ospita il Giubileo della Misericordia e l’Italia si espone con i militari in Iraq e il ruolo di primo piano in Libia. Le previsioni sui cigni neri del 2016 si fermano su questa soglia.

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