Il cardinale Tarcisio Bertone, ex Segretario di Stato vaticano, è da qualche anno al centro di una vicenda che lo imbarazza non poco. Insieme a lui, considerato il ruolo e ricoperto in passato dal porporato, è in imbarazzo anche la Santa Sede. La storia è quella di un appartamento e di una ristrutturazione per la quale sono emersi finora due distinti pagamenti: uno dello stesso cardinale, l’altro della Fondazione Bambin Gesù, cioè del celebre ospedale pediatrico di proprietà del Vaticano che usufruisce di fondi pubblici grazie a una legge speciale, per un totale di oltre 720 mila euro. Neanche fosse la reggia di Versailles. Forse si trattava di lavori diversi, ma è tutto poco chiaro e la magistratura vaticana, fedele al nuovo corso bergogliano e su indicazione dei neonati organismi di controllo finanziari, ha aperto un’indagine. Ne è scaturito una sorta di De bello attico, una guerra intorno all’appartamento e ai lavori che vi si sono svolti. Ma forse la vicenda è ancora più ampia.
Mettere a posto quei 300 metri quadri è costato comunque parecchio al cardinale. Sia in denaro – ma evidentemente l’ex Segretario di Stato aveva dei risparmi personali consistenti – sia, e a questo punto soprattutto, in termini di immagine e credibilità. D’altro canto, a capo del Bambin Gesù, all’epoca dei fatti, c’era Giuseppe Profiti, esperto e capace manager della sanità (forse anche troppo svelto). I due marciano insieme dai tempi di Genova, dove Bertone è stato arcivescovo (2002-2006) prima di arrivare a Roma come braccio destro di Benedetto XVI. Nel capoluogo ligure prendeva corpo nel frattempo la carriera di Profiti nella sanità, prima come direttore amministrativo all’istituto pediatrico Gaslini, e poi in qualità di vice presidente dell’ospedale Galliera, incarico, questo, assegnato per statuto all’arcivescovo di Genova, dunque al cardinal Bertone. Oggi lo stesso ruolo è appannaggio del cardinale Angelo Bagnasco.
Non solo: la ditta incaricata dei lavori di ristrutturazione dell’appartamento, la Castelli Re, ha pure un suo passato genovese e poi un’attività legata anche al vaticano. Fra le altre cose, solo pochi anni fa è stata incaricata di costruire la nuova sede dell’ospedale Bambin Gesù nella zona di San Paolo a Roma. Gianantonio Bandera, l’imprenditore a capo dell’azienda, aveva anche lui incontrato Bertone nel capoluogo ligure, che era anche membro del Consiglio di amministrazione del Magistrato delle Misericordie, istituzione che possiede un proprio patrimonio e gestisce ingenti somme destinate a opere di beneficenza. E di nuovo, il presidente dell’istituzione – la cui origine risale al 1419 – è l’arcivescovo di Genova, sempre lui, Bertone. Non solo: a ricoprire la carica di priore o vicepresidente del Magistrato delle Misericordie, è stato Marco Simeon, ex giovane in carriera, di stretta osservanza bertoniana, che fece una rapida e inusitata carriera anche nella Rai e la cui stella – da una sponda all’altra del Tevere – si è offuscata di pari passo con quella di Bertone.
Ecco allora un quadro più completo della vicenda. Sanità, appalti, un reticolo di rapporti e amicizie che risalgono alla stagione ligure del cardinale. Non che tutto questo configuri un reato. Si tratta solo di vedere meglio la scena nel suo insieme: fatta di rapporti e tessuti connettivi.
D’altro canto Fu lo stesso Bertone, da Segretario di Stato, a coltivare il sogno, mai andato in porto, di un sistema ospedaliero legato al vaticano: dal Bambin Gesù al Gemelli di Roma, al San Raffaele di Milano fino all’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza legato a padre Pio in Puglia. Il progetto non si realizzerà, ma è ormai storia che Profiti tentò, a nome del Vaticano, di acquisire il San Raffaele fondato da don Luigi Verzé sull’orlo del fallimento. Anzi, stando al suo curriculum, il manager “ha guidato le operazioni di salvataggio del San Raffaele di Milano nel 2011”. La scalata vaticana alla struttura non è però riuscita, il salvataggio sì.
Storie passate. Ora su Profiti indaga la magistratura vaticana e si vedrà cosa ne verrà fuori. Lui, intanto, non ha mollato la presa e oggi è a capo della Casa di Cura Montevergine vicino Avellino, dove è stato nominato, nel febbraio scorso, presidente del Consiglio di amministrazione. Nel Cda rinnovato della struttura sanitaria, è entrato a far parte anche Fabio Pezzani in rappresentanza del gruppo Ettore Sansavini, uno dei colossi della sanità privata italiana. Nel frattempo, anche al Bambin Gesù sono cambiate le cose: alla guida dell’ospedale il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, ha chiamato Mariella Enoc, esperta di sanità e finanza, di scuola cattolica sobria, capacità e senso della mission. La Enoc è stata anche inserita dal cardinale nella speciale commissione vaticana da poco formata e incaricata di rivedere tutto quello che non va nella sanità cattolica. Non sarà un lavoro facile.