Non bastano i social network, le comparsate in tivù e le foto coi leader “ribelli” stranieri. O, meglio, non bastano più. Così per Matteo Salvini ci sarà presto una piattaforma web tutta nuova, per puntellare la sua aspirazione da leader del dopo-Berlusconi. Si dice che sia già pronta, almeno dal punto di vista tecnico. Qualcuno sussurra persino la data di lancio: giovedì 5 maggio, a un mese dalle elezioni Comunali. O, al più tardi, il 15. Ma da via Bellerio smentiscono: siamo solo alla fase di studio. Potrebbero insomma volerci ancora dei mesi. Quel che è certo però è che il segretario della Lega cerca il salto di qualità, cerca di canalizzare la sua popolarità per fidelizzare i sostenitori.
Un nome per il sito che verrà? Il populista. Un marchio di fabbrica. Ma anche un modo ironico per piegare a proprio vantaggio quell’appellativo che gli avversari hanno affibbiato in tono spregiativo a Salvini e ai suoi alleati internazionali. Inutile chiedere maggiori dettagli, però. Dal cerchio salviniano dicono che, se ci sarà, sicuramente sarà qualcosa di societariamente indipendente dal partito. E che forse nemmeno potrebbe essere quello il nome della testata. Il reclutamento di volontari e giornalisti è comunque già iniziato. I temi saranno quelli soliti, l’immigrazione, le tasse, l’autonomia dei territori. Uno storytelling alternativo a quello di Matteo Renzi.
Per Matteo Salvini ci sarà presto una piattaforma web tutta nuova, per puntellare la sua aspirazione da leader del dopo-Berlusconi. Si dice che sia già pronta, almeno dal punto di vista tecnico. Il nome? Il populista
«S’intensificano le voci di un’imminente uscita, ma a noi non hanno detto alcunché», risponde Elisabetta Colombo, del cdr del quotidiano La Padania, chiuso nel 2014 da Salvini per via dei debiti della Lega. Una ventina di dipendenti della testata fondata da Umberto Bossi è ancora in cassa integrazione e ha già protestato qualche settimana fa, dopo che era stato pubblicato sui social leghisti un annuncio per reclutare volontari che sapessero scrivere bene. «Quello che ci risulta – aggiunge – è che stanno lavorando a una cosa a titolo gratuito, non professionale. Ma poi si sa che tutto può essere trasformato in un secondo momento. Vorremmo saperlo».
«Stiamo semplicemente studiando, niente di più», si limita a rispondere Alessandro Morelli, direttore di Radio Padania e indicato come papabile responsabile della nuova creatura mediatica, che da tempo ha in testa di offrire una voce fastidiosa nei confronti di Renzi e dei suoi sostenitori.
«S’intensificano le voci di un’imminente uscita, ma a noi non hanno detto alcunché. Quello che ci risulta è che alcuni volontari stanno lavorando a una cosa a titolo gratuito, non professionale»
Dopo le Comunali, Salvini avrà comunque bisogno di consolidare la sua aspirazione come candidato premier, specie se dovrà decidersi a sfidare apertamente Berlusconi dopo il pasticciaccio brutto di Roma. E questa piattaforma web – comunque la si chiamerà e quando dovesse arrivare – potrebbe servirgli a ciò che il blog della Casaleggio è servito a Beppe Grillo e al Movimento 5 Stelle. Ci sarà per esempio da sostenere la campagna per il no al referendum sulla riforma costituzionale ispirata da Matteo Renzi. E non è un caso che Salvini abbia concentrato numerose scadenze da qui a quella data: non solo il lancio del suo Populista, ma anche una Pontida settembrina (in concomitanza con i vent’anni dalla dichiarazione d’indipendenza della Padania declamata da Bossi a Venezia) e, probabilmente, quel congresso che dovrebbe trasformare il Carroccio in un movimento a vocazione nazionale.
Sempre che il salto di qualità alla fine gli riesca. Perché anche fra i leghisti si inizia a pensare che dopo la lunga fase dell’indignazione occorra passare a quella delle soluzioni da proporre senza porre in mezzo altro tempo. Altrimenti nemmeno i sondaggi basteranno più.