Meno di 24 ore prima che Omar Mateen aprisse il fuoco dentro al Pulse, locale gay di Orlando (Florida), a Roma era andato in scena il Gay pride 2016. Per le strade della capitale hanno sfilato circa 700 mila persone che fra balli, canti e slogan ha chiesto rispetto per i diritti civili e fermezza contro la discriminazione. Una giornata di festa in cui si è “celebrata” l’approvazione del ddl Cirinnà arrivata il 12 maggio scorso. Ma la festa ha lasciato subito posto al cordoglio. La strage di Orlando ha fatto 50 morti e 53 feriti (in un locale dove erano presenti circa 300 persone). Mateen, guardia giurata di 30 anni, armato di una pistola e di un fucile d’assalto automatico (legalmente detenuti) ha fatto irruzione al Pulse alle due di notte per poi barricarsi all’interno finché non ha perso la vita in uno scontro a fuoco con le forze speciali. Il movente è ancora al vaglio delle autorità che aveva già messo nei propri radar Mateen (americano nato da genitori afghani) per vicinanza agli ambienti islamici radicalizzati. Le forze dell’ordine indagano anche su James Howell, 20 anni, fermato a Santa Monica, in California, mentre era diretto al Gay Pride di Los Angeles il 12 giugno. Nella sua auto, tre fucili d’assalto, numerose munizioni e 18 litri di agenti chimici con cui produrre ordigni esplosivi rudimentali.
15 Giugno 2016