Chi ha sempre sognato di possedere un maiale, adesso può finalmente realizzare le sue aspirazioni. Anche se vive in città. Merito di due fratelli emiliani che gestiscono l’azienda agricola “Il Tralcio”, vicino Reggio. Gli interessati possono adottare a distanza alcuni piccoli suini allevati allo stato semi brado. Attraverso una piccola quota mensile, è possibile seguire passo passo la crescita degli animali. Tutto comodamente da casa, attraverso alcune webcam puntate sulla fattoria. E alla fine, per chi vuole, si ottengono carne e salumi di altissima qualità. Per gli amanti della bevanda di Sant’Arnoldo, un’altra opportunità. Attraverso una raccolta fondi online, l’imprenditore Carlo Recchia sta portando a termine la produzione del primo lotto della sua birra al mais corvino. Un crowdfunding con le bollicine, che permette di ottenere grandi sconti sull’acquisto delle bottiglie.
Il nuovo agroalimentare italiano approda su internet. Merito di tanti giovani imprenditori che hanno deciso di investire tempo e fatica nelle nostre campagne. Come l’azienda Ortiamo, nelle Marche, che offre la possibilità di realizzare un orto online. Gli interessati possono scegliere quali e quante verdure piantare. La società realizza il progetto “sul campo”. A fine raccolto si possono ordinare direttamente a casa i prodotti della propria terra.
I giovani italiani tornano nei campi. Lo dicono i numeri. Nei primi mesi di quest’anno, gli under 35 che hanno scelto di diventare agricoltori sono aumentati del 12 per cento
E così i giovani italiani tornano nei campi. Lo dicono i numeri. Nei primi mesi di quest’anno, gli under 35 che hanno scelto di diventare agricoltori sono aumentati del 12 per cento. «Una nuova generazione di contadini, allevatori, pescatori e pastori che costituiscono uno dei principali vettori di crescita del settore agroalimentare italiano» spiegano dalla Coldiretti, che ha recentemente presentato la prima analisi “Lavoro giovanile in agricoltura nel 2016”. Zappa e rastrello fanno tendenza. Un nuovo modello professionale apprezzato trasversalmente: l’incremento professionale, infatti, riguarda sia i ragazzi che le ragazze (rispettivamente +16 e + 5 per cento). Ma chi sono i nuovi occupati? Rispetto allo stesso periodo del 2015, aumentano del 15 per cento i lavoratori agricoli dipendenti. Ma crescono anche quelli indipendenti. Tra giovani imprenditori e soci di cooperative agricole si è registrato un +9 per cento.
I ragazzi scoprono il mondo rurale, spesso senza alcun retaggio familiare. Sono agricoltori di prima generazione. Secondo una analisi della Coldiretti/Ixè, «tra le new entry giovanili nelle campagne ben la metà è laureata, il 57 per cento ha fatto innovazione, ma soprattutto il 74 per cento è orgoglioso del lavoro fatto». Probabilmente il dato più importante è un altro. Il 78 per cento di chi ha scelto di cambiare vita è più contento di prima. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: i giovani agricoltori lavorano tanto e bene. Secondo una recente indagine Coldiretti, le aziende agricole degli under 35 possiedono una superficie superiore alla media di oltre il 54 per cento. Possono contare sul 50 per cento in più di occupati per azienda. Ma soprattutto raggiungono «un fatturato più elevato del 75 per cento della media».
Secondo una recente indagine Coldiretti, le aziende agricole degli under 35 raggiungono «un fatturato più elevato del 75 per cento della media»
È il trend è destinato a crescere. Come ha spiegato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, «con l’avvio dei bandi previsti dai piani di sviluppo rurale approvati dall’Unione Europea ci sono opportunità di insediamento nell’agricoltura italiana per almeno 20mila giovani fino al 2020». Chi è incuriosito, ma ancora indeciso, può fare un tentativo. L’estate è il periodo giusto per approcciarsi al lavoro nelle campagne. Secondo le stime di Coldiretti durante la stagione più calda dell’anno sono almeno 150mila gli under 35 occupati nei campi. C’è chi si dedica alla raccolta della frutta, chi vendemmia e chi lavora negli agriturismi. Un’occupazione temporanea vista con favore dal 68 per cento dei giovani italiani.
Improvvisamente il futuro si tinge di verde. «Dai campi non viene solo una risposta alla disoccupazione e alla decrescita infelice del Paese – racconta Maria Letizia Gardoni, delegata dei giovani Coldiretti – Ma anche una speranza alla sconfitta dei nostri coetanei che sono costretti ad espatriare e a quella di chi a 50 anni si ritrova senza lavoro, senza certezze, ma con una vita già costruita da sfamare».