Prologo. L’estate è uno strano periodo. Se siete stati lontano dai luoghi di villeggiatura, ahivoi, vi sarà capitato un numero imprecisato di volte di vedere i panorami visti dagli altri, con i loro piedi a fare da leit motiv, consuetudine diventata virale un paio di anni fa e non ancora passata di moda. Se invece siete stati o siete ancora in un luogo di villeggiatura, avrete avuto ottime possibilità di vedere quegli stessi piedi, quelli che gli altri hanno visto fare da interpunzione a paesaggi marittimi e paesaggi montanari, comodamente appoggiati sul cruscotto della macchina. Un modo quantomeno singolare di accompagnare il vostro viaggio, specie durante le lunghe code che caratterizzano gli esodi augustani, che si tratti di partenze o di ritorni.
Piccolo passo indietro. Mesi fa è insistentemente girato lo screenshot di un tweet, sui social. Protagonisti, più o meno volontari, Maurizia Paradiso e Maurizio Gasparri. Il tweet era della showgirl ed era rivolto al vice presidente del senato. La animatrice di tante notti televisive saluta Gasparri approfittando per ricordare a tutti quella volta che, tempo addietro, il politico di centro-destra la fece avvicinare da un amico per sapere se “facesse cose strane coi piedi”. In realtà si trattava di un fake, come la vera showgirl ci ha tenuto a far sapere, ma quel che più ha colpito, essendo Maurizia Paradiso Maurizia Paradiso, è il fatto che chi l’ha pensato ha scelto proprio di parlare di “Fare cose strane coi piedi”, dando alla pratica una valenza volutamente molto provocatoria.
Oggi. Fare cose coi piedi, senza neanche definirle strane, è un concetto che è stato sdoganato al cinema ormai una vita fa, sul volgere degli anni ottanta, quando nel classico La guerra dei Roses un magistrale Danny De Vito, anche regista dell’opera, in scena nei panni dell’avvocato impigliato nella guerra Michael Douglas e Kathleen Turner, ricorda un memorabile “sesso di piede”. All’epoca internet era roba da fantascienza, e le categorie poi divenute centrale nei siti porno non esistevano ancora, ma l’idea di un “foot-job” non mancarono di incuriosire molti, specie nelle sale cinematografiche di provincia.
Mesi fa è insistentemente girato lo screenshot di un tweet, sui social. Protagonisti, più o meno volontari, Maurizia Paradiso e Maurizio Gasparri. Il tweet era della showgirl ed era rivolto al vice presidente del senato. La animatrice di tante notti televisive saluta Gasparri approfittando per ricordare a tutti quella volta che, tempo addietro, il politico di centro-destra la fece avvicinare da un amico per sapere se “facesse cose strane coi piedi”. In realtà si trattava di un fake
Perché pensiamoci, i piedi soffrono di un forte preconcetto. Se ci pensate un attimo, capirete come, da sempre, a discapito del loro ruolo fondamentale, vengono trattati con disprezzo, guardati come si guarda a chi non merita rispetto. Non credo siano necessario dilungarmi in esempi, vi basti pensare come, nonostante ai piedi vengano ricondotti i comportamenti assennati, col dire “stare coi piedi per terra”, e anche a momenti in cui la forza di volontà e la necessità di ripartire la fanno da padrone, “rimettersi in piedi”, è ai piedi che si pensa quando si vuole indicare un modo sbagliato, frettoloso e grezzo di agire. “Fare le cose coi piedi”, appunto. Un modo di dire tranchant, che non lascia spazio a repliche. Fare le cose coi piedi.
In realtà, storicamente, i piedi soffrono di pregiudizi perché considerati, a ragione, qualcosa di legato al mondo del privato, dell’intimo, dell’erotico, anche, al pari di genitali, glutei, seni. Proprio questo ha spinto, nel tempo, la gente a considerare i piedi qualcosa da nascondere con pudore, magari anche di cui vergognarsi, esattamente come si fa con le cosiddette pudenda. È stata la chiesa, infatti, a relegare anche moralmente, oltre che fisicamente, i piedi in basso, laddove ha sempre relegato il peccato, spingendo gli uomini (e le donne), votati a guardare in alto, a nasconderli, come si fa con le altre parti del corpo cui si fa riferimento pensando all’eros.
Tutto questo è chiaro a chi, nei tempi moderni, ha visto i piedi risalire la china. Una sorta di spirito di emancipazione che, come è capitato per tutte le emancipazioni, è finita poi per scivolare, in alcune sue espressione, in ambiti un filo ambigui, non chiari da decifrare all’esterno. Così, se da una parte siamo tornati a vedere i piedi esibiti con non chalance, prima, e con orgoglio poi, i tacchi che si sono fatti sempre più alti, superando la soglia dei 12 cm, la scollatura sempre più ardita, a volte al punto da mettere in discussione le forze della dinamica, dall’altra i piedi così esibiti, tornati a occupare una posizione importante nel mondo dell’eros, sono stati inglobati giocoforza nel magico mondo del feticismo, in tutte le sue derive. Feticismo dei piedi, quindi.
Se dici la sola parola feticismo, oggi, è proprio a questo che si pensa, automaticamente, senza neanche sapere esattamente di che si tratta. Ai piedi e a qualcuno legato come un salame, o imbragato in una tuta di lattice, ma forse in questo secondo caso qualcosina sul feticismo lo siete andati a cercare in rete. Uno si immagina piedi che calpestano corpi, donne, perché è sempre ai piedi di donna che, erroneamente, si pensa parlando di feticismo dei piedi, che vengono onorati come qualcosa di regale, uno si immagina tutta una serie di altre pratiche più o meno indicibili, senza neanche immaginarsi, per dire, come e in che termini il feticismo dei piedi rientri nelle pratiche bondage, cioè in quelle in cui rientra il ruolo di mistress, la dominatrice che, appunto, ama farsi leccare piedi e scarpe al solo scopo di determinare il suo essere padrona nei confronti di uno schiavo.
Dalla pubblicazione de L’adorazione del piede, l’autrice Berarda Del Vecchio si è più volte sentita proporre richiesta quantomai bizzarre. “Puoi mandarmi foto dei tuoi piedi?”, “Se vengo a una tua presentazione poi posso baciarti i piedi?”, “Pensi sia possibile farmi calpestare da te?”, tutte richieste che, c’è da scommetterci, prima o poi finiranno in una riedizione di quello che è ormai diventato un classico nel suo genere e di cui ignoriamo le risposte
A raccontarci tutto questo, da dieci anni a questa parte, c’è un libro considerato a ragione una sorta di Bibbia per tutti coloro che guardano ai piedi con una certa attenzione. Il libro in questione si intitola L’adorazione del piede, edito da Castelvecchi Editore e scritto da colei che, dal giorno della sua pubblicazione, è diventata a sua volta una specie di divinità del settore, oggetto di fantasie e di attenzioni da buona parte dei tanti lettori che, nel corso di questo decennio, hanno affrontato le pagine di quest’opera, Berarda Del Vecchio. Passata da un’infanzia e adolescenza vissuta con timidezza e pudore, riguardo le proprie estremità, Berarda si è appassionata alla storia dei piedi e di conseguenza al feticismo proprio per combattere una propria reticenza, finendo per diventare una vera appassionata di scarpe e cultrice della bellezza dei piedi. Come si evince da questo libro, che passa dalla storia e dalla storia dell’arte a racconti più piccanti e meno accademici, i piedi, come tutte le parti erogene del nostro corpo, sono dotati di un loro immaginario molto definito, e il pubblico di riferimento è quantomai articolato (interessante, in questo frangente, proprio notare le diversificazioni dei suddetti feticisti, che variano notevolmente tra loro, passando dai cultori della bellezza ai cultori, per dire, della sporcizia e della puzza, leggere per credere). Non a caso, proprio dalla data di pubblicazione, Berarda Del Vecchio si è più volte sentita proporre richiesta quantomai bizzarre per una scrittrice. “Puoi mandarmi foto dei tuoi piedi?”, “Se vengo a una tua presentazione poi posso baciarti i piedi?”, “Pensi sia possibile farmi calpestare da te?”, tutte richieste che, c’è da scommetterci, prima o poi finiranno in una riedizione di quello che è ormai diventato un classico nel suo genere e di cui ignoriamo le risposte. Per uno strano caso del destino, poi, e per una congiunta passione per la moda delle pin-up, e per i balli rock’n roll anni cinquanta, l’autrice si è trovata a rivestire il ruolo di madrina di eventi legati all’immaginario di Betty Page, una che in effetti sapeva come mettere in mostra i propri piedi con maestria.
Trasferitasi da anni in Svezia, Berarda Del Vecchio si trova ormai a dover vivere con grande fatica la sua passione, capitata in un paese in cui il clima costringe spesso tutti, lei compresa, a girare con ingombranti stivali di plastica, e dove la gente, per abitudine è solita girare nei locali chiusi, non solo a casa, con inquietanti calzini di lana o di spugna. Sentirla raccontare come, nelle feste in casa, ci sia gente che sotto il vestito da sera, appunto, esibisce calze di lana lascia abbastanza stupiti, e ben si può immaginare il suo disagio di cultrice.
Proprio come per tutto il resto del corpo, ma in modo particolare per questa parte così a lungo bistrattata, ben venga tanto esibizionismo, vera e propria rivoluzione culturale che nega la possibilità che una qualche parte del corpo umano sia meno degna di essere mostrata e guardata, come fosse sbagliata o peccaminosa. Ben vengano i piedi, i cultori dei piedi, i feticisti dei piedi, gli esibizionisti dei piedi e tutto quel che volete, le cose fatte coi piedi, a volte, possono essere molto interessanti
Tempo addietro, su altri spazi spazi, c’è stata una querelle che ha visto coinvolti Andrea Scanzi e Selvaggia Lucarelli a proposito dei piedi femminili e maschili. Querelle dalla quale chi scrive si tiene ovviamente a debita distanza. In quell’occasione i due colleghi si dibattevano per difendere le proprie posizioni, che li volevano decisamente poco favorevoli a tutta questa moderna abitudine di esibire a ogni occasione i propri piedi, senza pudore alcuno, anche in assenza di piedi meritevoli di essere esibiti. Ecco, proprio come per tutto il resto del corpo, ma in modo particolare per questa parte così a lungo bistrattata, ben venga tanto esibizionismo, vera e propria rivoluzione culturale che nega la possibilità che una qualche parte del corpo umano sia meno degna di essere mostrata e guardata, come fosse sbagliata o peccaminosa. Ben vengano i piedi, i cultori dei piedi, i feticisti dei piedi, gli esibizionisti dei piedi e tutto quel che volete, le cose fatte coi piedi, a volte, possono essere molto interessanti.