I quattro ori della mamma volante, la prima donna a entrare nel mito olimpico

Trent’anni, madre di due figli, l’olandese Fanny Blankers Koen è stata la prima donna a vincere quattro medaglie d’oro in un’edizione. Accadde a Londra, ai Giochi del 1948, i primi dopo la seconda guerra mondiale. La storia della mezzofondista che si scoprì velocista

Dicevano che era impossibile vincere una gara olimpica a trent’anni, soprattutto per una donna. Una madre di due figli, poi, ai Giochi non era proprio il caso che partecipasse. E invece Fanny Blankers Koen stupì tutto il mondo. Per quattro volte. Entrò nella storia dello sport mondiale alle Olimpiadi di Londra del 1948, l’edizione dopo la guerra. La prima donna a conquistare quattro medaglie d’oro in una sola occasione.

È una storia tutta da raccontare quella dell’atleta olandese. Gli anni della giovinezza scorrono via senza grandi soddisfazioni. È colpa del conflitto mondiale. Prima che il mondo prenda le armi, la giovane sportiva fa in tempo a partecipare alle grandi Olimpiadi di Berlino del 1936, l’evento immortalato dalla propaganda nazista nel film Olympia di Leni Riefenstahl. Per Fanny, però, è solo il primo assaggio della ribalta internazionale. Ai Giochi tedeschi la giovane atleta si presenta a diciotto anni. È ancora troppo presto per entrare nella storia. In Germania gareggia in due discipline: il salto in alto e la staffetta 4X100. Ironia della sorte, le due finali si tengono lo stesso giorno, a distanza di poche ore. Al termine Fanny conquista un quinto e un sesto posto. Tenace, senza grande sprint, l’atleta olandese è una buona mezzofondista. Gli allenamenti con la squadra nazionale la trasformano in breve tempo in una campionessa della velocità. Sono gli anni della guerra, le Olimpiadi annullate delle XII e XIII edizione. Nonostante le difficoltà del conflitto, Fanny continua la preparazione atletica. Si prepara nei boschi, vicino Amsterdam, al riparo dai bombardamenti. Lavora insieme all’ex giornalista sportivo Jan Blankers, allenatore della squadra femminile di atletica olandese. Tra i due nasce un’intesa speciale, tanto che nel 1940 si sposano.

«Un giornalista scrisse che ero troppo vecchia per correre – raccontò anni dopo – che avrei dovuto restare a casa e pensare ai miei figli. Quando arrivai a Londra gli puntai il dito contro e gli promisi che gliel’avrei fatta vedere»

Nascono due figli, ma Fanny Blankers Koen non rinuncia allo sport agonistico. È una scelta che fa discutere. I tempi non sono evidentemente ancora maturi per riconoscere la parità di genere: una madre di famiglia dedita all’atletica suscita la sorpresa e il disappunto di buona parte dell’opinione pubblica. I risultati, però, le danno ragione. E così si arriva alla grande occasione: i Giochi di Londra 1948. «Un giornalista scrisse che ero troppo vecchia per correre – raccontò anni dopo – che avrei dovuto restare a casa e pensare ai miei figli. Quando arrivai a Londra gli puntai il dito contro e gli promisi che gliel’avrei fatta vedere». D’intesa con il marito allenatore, Fanny sceglie quattro discipline. Stavolta punta tutto sulla velocità: 100 e 200 metri, 80 ostacoli e la staffetta 4X100. Sarà una decisione vincente, che pochi giorni dopo la farà entrare nell’Olimpo dell’atletica. Il 2 agosto arriva la prima medaglia d’oro. Si corrono i 100 metri, specialità di cui Fanny già detiene il record mondiale Nonostante una fastidiosa pioggia, l’olandese trionfa senza difficoltà, chiudendo con 11 secondi e 9 decimi. Per l’atleta di casa Dorothy Manley non c’è nulla da fare.

Il 6 agosto è la volta dei 200 metri. Ancora una volta sotto la pioggia, arriva la terza medaglia d’oro. Stavolta la gara è praticamente perfetta: all’arrivo l’atleta stacca la seconda classificata – la britannica Audrey Williamson – di 7 decimi. Mai visto prima

Molto più difficile la sfida degli 80 metri ostacoli. Dopo le batterie e le semifinali, il 4 agosto è il giorno della grande finale. Stavolta Fanny parte lenta (più tardi dirà di aver pensato a una falsa partenza). È costretta inseguire la rivale britannica Maureen Gardner. Dopo una clamorosa rimonta, le due arrivano al traguardo appaiate. 11 secondi e 2 decimi. Sarà il fotofinish ad assicurare all’olandese la seconda medaglia d’oro. Due giorni dopo è la volta dei 200 metri. Nonostante i due ori, Fanny Blankers Koen è dubbiosa. Non si sente pronta, vorrebbe tornare a casa. Le mancano i due figli che la aspettano in Olanda. Il marito riesce a convincerla. Il 6 agosto, ancora una volta sotto la pioggia, arriva la terza medaglia. Un altro primo posto. Stavolta la gara è praticamente perfetta: all’arrivo l’atleta stacca la seconda classificata – la britannica Audrey Williamson – di 7 decimi. Mai visto prima.

Fanny inizia a entrare nella leggenda. In pochi giorni per tutti diventa “la mammina volante”. Prima di tornare in Patria, però, c’è tempo per un ultimo successo. È la staffetta 4×100, in programma il 7 agosto. Quarta e ultima frazionista, Fanny riceve il testimone in terza posizione. Ancora una volta, sulla pista diventa protagonista di una clamorosa rimonta. Che le vale la quarta medaglia d’oro, e l’ingresso di diritto nella storia dei Giochi Olimpici. Il ritorno ad Amsterdam è un trionfo. La folla festante, la visita dalla regina e la proclamazione di Cavaliere dell’ordine di Orange-Nassau. Ma è durante il giro d’onore in carrozza per la città, salutando i connazionali assiepati lungo le strade, che Fanny forse si rende conto per la prima volta dell’impresa compiuta. Sorpresa e compiaciuta, si stupisce con chi le siede vicino: «Non sapevo che gli olandesi fossero tanto appassionati di corsa».

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