Correntisti poveri, banchieri sempre più ricchi: i compensi degli amministratori volano

Tutti tagliano personale e sportelli, ma le cifre sugli stipendi dei banchieri crescono. E fanno riflettere

Banche in crisi, banche che crollano, banche che vivono con l’aiutino (nostro). Come se non fossero bastati scandali e caos finanziari, ci si è messa anche un’inchiesta del sole24ore che ha evidenziato gli stipendi milionari, in crescita, dei banchieri italiani.

L’aria di tempesta non ha fatto troppo male ai banchieri, pare.

Nel 2015, Federico Nicastro, ex dg di Unicredit, ha percepito 6.964.224 euro lordi, compresi di bonus e buonuscita. E’ stato il più pagato, distaccando Federico Ghizzoni, ad di Unicredit, che si è dovuto accontentare di 4.666.296 euro. Insomma, un’Unicredit particolarmente generosa, nonostante negli ultimi tre anni siano stati accompagnati all’esodo 3325 lavoratori, con un piano industriale 2015-2018 che ha individuato altre 6.135 eccedenze. Il tessuto della banca, però, è buono, almeno secondo gli ultimi stress-test.

Meno buono è l’andamento della Banca Popolare di Vicenza, che ha chiuso 150 filiali e ha visto l’allora presidente Gianni Zonin e il fu amministratore delegato e direttore generale Samuele Sorato indagati proprio a seguito della crisi della Banca. Proprio Samuele Sorato, però, ha guadagnato oltre 4 milioni e mezzo lordi dalla Popolare di Vicenza, di cui 4 milioni di buonuscita. Nel frattempo, il piano industriale 2015/20 prevede 605 esuberi.

Persino Monte dei Paschi, la banca devastata da scandali e inchieste, ha elargito 1 milione e sette lordi al suo ad, Fabrizio Viola.

Non è andata male neanche a Carlo Messina, 3 milioni e spiccioli (si fa per dire) lordi da Intesa SanPaolo, che però negli ultimi tre anni ha prepensionato 3.540 lavoratori, con 1.018 unità complessive in uscita previste dal piano 2015/20.

Ha fatto parte della già citata Banca Popolare di Vicenza anche Francesco Iorio, che prese il posto proprio di Samuele Sorato. Per lui lo stipendio lordo annuo, comprensivo anche del periodo in Ubi, ha sfiorato i 3 milioni di euro.

C’è pure spazio per il Monte dei Paschi di Siena. La banca toscana non se la passa benissimo: l’ultimo stress test è stato negativo, l’ex Presidente Alessandro Profumo e l’ad Fabrizio Viola sono indagati e i conti sono quelli che sono, però lo stesso Viola, nel 2015, ha percepito 1.700.000 euro lordi. Niente male, considerando i 4.500 prepensionati degli ultimi tre anni e la bellezza delle 636.00 gornate di solidarietà previste.

La carrellata prosegue con numeri a sette cifre che sarebbero anche legittimi in un contesto normale, ma vivendo in una perpetua crisi economica da quasi un decennio, è lecito farsi due domande di fronte alla genersoità delle banche, che intanto tagliano personale e sportelli (dal 2009 al 2016 ne sono scomparsi 3.972). Sarebbe stupido stupirsi che un banchiere guadagni tanto, dovendo decidere del futuro di miliardi di euro (e milioni di persone), ma, appunto, la rabbia monta in relazione alle continue notizie sulla precarietà di diverse banche del nostro sistema.

Insomma, se le banche non godono di grande popolarità nell’opinione pubblica è anche per questo: si ha la sensazione che, se le cose andassero male, a pagare sarebbero gli altri. A quali “altri” ci si riferisca, di preciso, non è difficile immaginarlo.

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