Quando ero ragazzino, nei primi anni Ottanta, il baseball arrivrò nella mia città. A fare da traino era il clamoroso successo nazionale del Rimini Riccadonna, a neanche cento chilometri da noi. Noi eravamo lì a giocare a calcio nel campo in cemento armato della parrocchia quando alcuni adulti vennero da noi e ci dissero che se volevamo continuare a passare i nostri pomeriggi lì dovevamo iniziare a giocare a baseball. Avevamo tutti una vaga cognizione di cosa si trattasse, grazie a film e telefilm americani, e l’idea di avere a che fare con mazze, caschetti e tute variopinte ci prese bene. Quasi tutti pensammo, in uno strano caso di telepatia, ai Guerrieri della notte, e nel giro di neanche mezz’ora ci trovammo a essere una squadra vera e propria. Ovviamente il ruolo più ambito da noi ragazzini che del baseball non sapevamo nulla era quello del tizio tutto bardato con armature, guantoni e casco con tanto di mascherina che si trovava dietro il battitore, quello che riceveva le bordate del lanciatore, sempre che il battitore non facesse il proprio dovere e facesse un fuorigioco. Quel tizio si chiamava Catcher. Tutti volevamo fare il Catcher, lo dicemmo subito. Ma quel ruolo fu affidato d’ufficio a Simone, un ragazzino non troppo sveglio e anche piuttosto sovrappeso che però aveva una caratteristica fondamentale, era il figlio del presidente. Eravamo ancora giovanissimi, ma ci era già chiaro che essere i figli del presidente, lì come in qualsiasi altra situazione, poteva essere un’ottima credenziale.
Veniamo a noi. Qualcuno potrebbe eccepire che dedicare così tanto spazio a una premessa che, apparentemente, con l’oggetto dell’articolo che si sta leggendo non c’entra niente sia un errore. Leggo sul titolo che si parla di Bianca Atzei, perché è di Bianca Atzei che si sta parlando, e mi ritrovo a leggere dei racconti di gioventù dell’autore, in un impeto di nostalgismo e egoriferimento.
In realtà, a parte che dedicare un intero articolo a Bianca Atzei senza dover fare ricorso a espedienti narrativi che offrano materiale sufficiente a occupare qualche migliaio di battute sarebbe impresa impossibile, la lunga premessa sul baseball e su come il figlio del presidente, Simone, il ragazzino poco sveglio e sovrappeso, si sia ritrovato a giocare non solo e non tanto titolare, ma addirittura nel ruolo più ambito è proprio il fulcro dell’articolo su Bianca Atzei.
Perché, fughiamo ogni dubbio, Bianca Atzei non è poco sveglia, non è assolutamente sovrappeso, anzi, direi che è semmai piuttosto magra e decisamente una bella ragazza. A scanso di equivoci non è neanche la figlia di Lorenzo Suraci, che da anni sta cercando di piazzarla ovunque, dai palchi più importanti d’Italia a tutte le trasmissioni televisive possibili, passando per il Festival di Sanremo, addirittura come BIG, per non dire delle tante collaborazioni prestigiose, sempre da pari a pari. Ma Bianca Atzei si è davvero ritrovata, generando uno dei misteri più clamorosi della storia della musica leggera italiana, a ricoprire il ruolo di Catcher nella squadra di baseball in cui giocavo da ragazzino, senza niente che giustificasse questa condizione.
Chi è Bianca Atzei? Se vi state ponendo questa domanda e nonostante queso siete arrivati fino a questo punto le ozioni sono due, o io sono davvero mostruosamente bravo a tenere il lettore sulla pagina, o non avete proprio niente da fare. In tutti i casi resta il fatto che non sapete chi è una cantante, perché Bianca Atzei, nonostante ora la possiate vedere tutti i venerdì sera nel programma di prima serata di Rai1, condotto mica a caso da Carlo Conti, Tale e Quale Show, lì intenta a fare imitazioni di cantanti in compagnia di gente di cui onestamente non avevamo mai sentito il nome e di gente di cui non si sentiva il nome da un numero sufficiente di anni per darli per dispersi, in tutti i casi resta il fatto che non sapete chi è una cantante che vi potrebbe essere capitato di vedere negli ultimi anni in tutti i luoghi e in tutti i laghi. Perché Bianca Atzei, bella ragazza sarda dalla voce anche gradevole, presa sotto l’ala protettrice di Lorenzo Suraci, patron di Rtl 102.5 e titolare dell’etichetta discografica Baraonda (oltreché cotitolare di Ultrasuoni), si è ritrovata di colpo sotto le luci dei riflettori.
Sebbene nessuno si ricordi una sua canzone, lei è lì, con l’avvallo di artisti che si ritrovano, supponiamo loro malgrado, a ospitarla nei propri dischi e a duettarci sui loro prestigiosi palchi
Seppur nessuno si ricordi non dico tre, non dico due, ma neanche una sua sola canzone, lei è lì, che lotta per imporsi, con l’avvallo di tanti artisti che si ritrovano, supponiamo loro malgrado, a ospitarla nei propri dischi e a duettarci sui loro prestigiosi palchi. Passi per Kekko dei Modà, che per lei ha scritto e con lei ha duettato, perché Kekko dei Modà è la più clamorosa invenzione di Lorenzo Suraci, e in qualche modo suo socio, ma a cantare con la Atzei ci si è ritrovato anche Alex Britti, non a caso finito poi nel giro Baraonda, un cavallo di razza come Niccolò Agliardi, Gigi D’Alessio, J-Ax, Loredana Bertè, Ron. Questo sul fronte discografico, sul fronte live la faccenda diventerebbe troppo ampia da essere esposta in un singolo articolo, e francamente anche imbarazzante, perché se vogliamo togliere il fatto che Bianca Atzei, con neanche un album alle spalle, si sia ritrovata a calcare nel 2015 il palco dell’Ariston nella sezione Big del Festival della Canzone Italiana condotta dal solerte Carlo Conti, resta altrettanto misteriosa la presenza di Bianca un po’ in tutti gli eventi televisivi dal concerto Gigi And Friends al Live in Arena di Gianni Morandi, dove la nostra si ritrova a duettare con il Gianni nazionale sulle note di In amore, al posto della povera Barbara Cola, neanche menzionata, e, per dire, Umberto Tozzi e Enrico Ruggeri non vengono invitati nonostante la vittoria sanremese conseguita col cantante di Monghidoro sulle note di Si può dare di più.
E tanti altri eventi, dal recente concerto all’Arena della Bertè a un po’ tutti i concerti di Natale e via discorrendo, potrebbero finire in questo calderone. Il fatto è che, se pur capendo la strategia generale di Lorenzo Suraci, patron di Rtl 102.5, nel caso della Atzei davvero qualcosa ci sfugge. Ok, il giochino messo in piedi dal nostro è noto. Prendo un artista, lo metto sotto contratto editoriale con Baraonda, di cui sono il titolare. Vado oltre, lo metto anche sotto contratto discografico. Poi passo i suoi brani per tutte le volte che la legge lo consente, facendolo da una parte salire in classifica radiofonica, dove in effetti la Atzei permane spesso in virtù dei soli passaggi su Rtl 102.5, e al tempo stesso incasso editorialmente per i passaggi radiofonici. Quando non posso passare gli artisti che ho sotto contratto, perché c’è un limite di passaggi giornalieri, li piazzo in bocca agli speaker, per notiziole, stuzzicherie, aneddoti, pubblicità più o meno velate, creando hype. Insomma, spingo i miei artisti e faccio contemporaneamente cassa. Siccome poi sono Lorenzo Suraci, patron di Rtl 102-5, la radio più importante d’Italia, quello che è anche dietro al Coca Cola Summer Festival, che sponsorizza tutti i tour di Friends and Partners, e che quindi è dentro non solo tutti i live che vanno in onda su Rai e Mediaset, ma anche agli Wind Award e a Amici, convinco, laddove non costringo, tanti bei nomi a collaborare coi miei, mettendo tanti bei cavalli di Caligola a fare i senatori.
Bianca Atzei, nonostante questo trattamento, è ancora lì, una bella ragazza con la bella voce di cui nessuno conosce una canzone e che si ritrova a fare imitazioni a Tale e Quale Show
Così sono nati i Modà, il grande nulla, per dire. Così sarebbero potuti andare avanti i Dear Jack se non avessero mollato Alessio Bernabei. Un giochino lecito, nel senso di consentito dalla legge, seppur non correttissimo da un punto di vista etico. Ma va bene. Il punto è che Bianca Atzei nonostante questo trattamento è ancora lì, una bella ragazza con la bella voce di cui nessuno conosce una canzone e che si ritrova a imitare tizio e caio a Tale e Quale Show. Certo, sempre meglio che lavorare, dirà qualcuno, ma Bianca Atzei sembra davvero un caso di accanimento terapeutico andato un po’ troppo alla lunga, o un mistero di quelli cui si dedica Giacobbo in una puntata di Voyager, tra un caso di cerchi nel grano nelle campagne inglesi e quello di un tizio che un giorno si è svegliato e conosceva a memoria la Divina Commedia in lituano.
Qualcuno, tra gli addetti ai lavori, e non sto certo parlando dei miei simpatici colleghi pronti a cantarne le lodi in cambio della solita paghetta, sostiene che sarà proprio Bianca Atzei a far capitolare Suraci, tallone d’Achille di un uomo che, in realtà, sembra non temere niente e nessuno. Anzi, non trattandosi di sua figlia, risulta addirittura incomprensibile perché un superpotente come lui si mostri fallibile e presti il fianco a critiche e risatine, con questo suo incaponirsi a voler imporre una cantante che, evidentemente, non buca.
Resta comunque il mistero di una cantante sovraesposta che nessuno sembra apprezzare particolarmente, forse addirittura penalizzata dalla sovraesposizione. Perché, diciamocelo, Simone, il figlio del presidente della squadra di baseball in cui giocavo da ragazzino, non era mica così male a giocare, e neanche risultava particolarmente antipatico, ma a essere quello che si ritrova a fare il Catcher perché figlio del presidente si risulta decisamente poco simpatici e anche quel poco che sai fare finisce per non essere troppo preso in considerazione. In genere funziona così.