La riforma costituzionale cambierà l’Italia? Intanto ha riportato sulla scena i protagonisti del passato

Scendono in campo per la campagna referendaria leader che pensavamo di aver dimenticato. Per il No si schierano, tra gli altri, Paolo Cirino Pomicino e Ciriaco de Mita. Tra i sostenitori della riforma spicca l’attivismo degli ex berlusconiani Pera e Urbani

Non è dato sapere se alla fine la riforma costituzionale semplificherà davvero il procedimento legislativo. E resta ancora da capire quanto realmente inciderà sui costi del Parlamento. Intanto, a due mesi dal voto, la campagna referendaria ha già raggiunto un primo obiettivo. Riportando al centro del dibattito leader politici che sembravano destinati all’oblio. Dirigenti di partito usciti dalla scena – alcuni da parecchio tempo – tornano da protagonisti sulla ribalta. Convinti animatori di questo o quel comitato referendario.

E così sfogliando i quotidiani capita di imbattersi nella lettera di Paolo Cirino Pomicino che spiega le ragioni del No. In televisione ecco spuntare Ciriaco De Mita, anche lui schierato tra i critici. Mentre gli alfieri del primo berlusconismo Marcello Pera e Giuliano Urbani tengono a battesimo un comitato a favore della riforma. E ancora Berlinguer, Mastella, Bassolino… Dalla prima alla seconda Repubblica, la campagna referendaria ha regalato nuova visibilità a leader di cui si erano perse le tracce. Come Nichi Vendola, tornato lo scorso fine settimana sul palco di una manifestazione contro la riforma a Firenze. Oppure Massimo D’Alema, già presidente del Consiglio, sempre più spesso indicato tra i principali avversari del premier Renzi (in questi giorni si ipotizza anche un prossimo duello tv tra i due).

Parli di riforma costituzionale e ripercorri la storia politica d’Italia. A 88 anni Ciriaco De Mita è diventato presidente di un comitato per il No al referendum. «Il testo della legge di riforma costituzionale? – ha spiegato in una recente intervista – Sembra un regolamento condominiale»

Parli di riforma costituzionale e ripercorri la storia politica d’Italia. A 88 anni Ciriaco De Mita è diventato presidente di un comitato per il No al referendum. Oggi sindaco di Nusco, vicino Avellino, in passato presidente del Consiglio e segretario della Democrazia Cristiana. Ma anche presidente della seconda bicamerale per la riforma costituzionale. «Il testo della legge di riforma? – ha spiegato in una recente intervista sulle pagine di Repubblica – Sembra un regolamento condominiale». Si è affidato al Corriere della Sera Paolo Cirino Pomicino, altro protagonista dell’epopea democristiana, che lo scorso luglio ha spiegato pubblicamente perché sosterrà le ragioni del No. Un intervento dal vago sapore biografico: «Siamo cresciuti in un partito che ci ha insegnato la saggezza del dubbio ed il rifiuto dell’orgoglio delle certezze»…

Marcello Pera e Giuliano Urbani hanno dato vita a un comitato per il Sì alla riforma. Dalle colonne del Foglio l’ex presidente del Senato ha rivolto anche un appello al Cavaliere. «Caro Silvio, ripensaci, sei ancora in tempo»

Ma c’è anche chi difende la riforma. Ad esempio Pierferdinando Casini, già presidente della Camera, che nel prossimo fine settimana parteciperà a diverse manifestazioni per il Sì a Taranto e Catania. Come spiega il Corriere di ieri, Casini «è tornato in campo nell’agone politico nazionale con tutte le sue energie». Pochi giorni fa a Milano è stato avvistato Luigi Berlinguer. Già ministro della pubblica istruzione, ha deciso di sposare la battaglia referendaria. «La Costituzione non si tocca, ma si ritocca – ha spiegato tra gli applausi all’assemblea della Sinistra per il Sì – Perché noi abbiamo una concezione laica e non coranica della Carta, come devono fare una sinistra e un Paese che affrontano con razionalità il corso dei tempi». E così, come Matteo Renzi, anche Berlinguer è pronto a girare l’Italia per difendere la riforma. «Ho già iniziato a recarmi qua e là in varie iniziative – ha confermato a l’Unità – Intendo impegnarmi molto, perché sono convinto che sia una battaglia politica profondamente giusta».

Da sinistra a destra, il fronte pro riforma è rigorosamente trasversale. E non deve stupire se tra i più attivi sostenitori del sì ci sono anche due testimonial del berlusconismo della prima ora. Il filosofo Marcello Pera, già presidente del Senato e parlamentare di Forza Italia, è uno dei promotori del comitato “Liberi Sì”. E con lui c’è Giuliano Urbani, già ministro e tra gli ispiratori della discesa in campo del Cavaliere. A sentire loro, la riforma è in linea con il progetto politico di un tempo. «Io mi ricordo di un movimento liberale, come Forza Italia, nato per riformare la Costituzione, per semplificare il sistema istituzionale del nostro paese, per superare il bicameralismo perfetto – ha raccontato Pera al Foglio – e non capisco come sia possibile, per chi ha la nostra storia, ritrovarsi a condividere le stesse idee dei nostri nemici storici. Caro Silvio, ripensaci, sei ancora in tempo, non buttare via tutto quello che hai fatto».

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