L’esercito arriva a Milano: 150 uomini che pattuglieranno i quartieri più delicati della città, tra cui il quartiere San Siro, la zona di via Padova e quella di Corvetto. Lo ha confermato la questura di Milano, dopo che lo stesso sindaco Beppe Sala lo aveva preannunciato qualche settimana fa.
Tutto molto bello – si fa per dire – ma il tema della sicurezza a Milano non può passare soltanto da misure eccezionali. C’è un problema di base: a Milano la polizia locale è troppo poca ed è distribuita male sul territorio. Come se non bastasse, poi, i servizi di pattugliamento non possono nemmeno svolgere le funzioni di sicurezza.
Andiamo per ordine: a Milano ci sono 3.026 vigili, come si chiamavano una volta, ma di quest’organico complessivo, che conterebbe più o meno un poliziotto ogni 400 abitanti, vanno considerati i turni, chi lavora in ufficio, chi di volta in volta è in malattia e così via. È evidente che, allora, per la strada ce ne siano molti di meno e che quindi il pattugliamento sia insufficiente.
Anche i vigili di quartiere, circa 300 uomini della polizia locale sparsi per la città con il compito specifico di presidiare le strade, non bastano, un po’ perché troppo pochi e un po’ perché, come detto, non hanno gli strumenti e i poteri per intervenire nelle situazioni di sicurezza.
Serve uno snellimento burocratico che permetta di far lavorare meglio i vigili, che verranno liberati da scuole e mercati per potersi occupare anche di sicurezza
Lo spiega anche il leghista Samuele Piscina, il Presidente del Municipio 2, la zona di Milano che comprende anche via Padova, recente teatro di un omicidio a cielo aperto che ha visto la morte di un dominicano: «I vigili di quartiere adesso sono totalmente inutili, servono solo per dirigere il traffico fuori dalle scuole e presidiare i mercati, su questioni più delicate non hanno poteri». La stessa assessore alla Sicurezza del Comune di Milano Carmela Rozza riconosce il problema: «Stiamo pensando ad una riorganizzazione generale della polizia locale che comprenderà anche una revisione dei vigili di quartiere», spiega.
Pare che il piano preveda 71 assunzioni da qui alla fine del 2017, inclusi i 33 che verranno stabilizzati rispetto agli attuali contratti a tempo determinato. Sui vigili di quartiere, invece, Carmela Rozza precisa: «Serve uno snellimento burocratico che permetta di far lavorare meglio i vigili, che verranno liberati da scuole e mercati per potersi occupare anche di sicurezza». Anche sulla loro distribuzione, l’assessore conferma che dal Comune penseranno a una distribuzione più sensata, in base anche alla delicatezza dele singole zone.
I vigili di quartiere gireranno in pattuglie da quattro persone e dovrebbero avere più poteri di intervento. «Per il momento – continua Rozza – i vigili di quartiere non si vedono: lavorano in coppia e divisi su turni giornalieri, sparsi in oltre 80 aree». Oltre ad essere aumentati di numero, i vigli di quartiere potrebbero anche essere affiancati da ragazzi stranieri per intervenire con efficacia nei quartieri più multietnici: «La presenza di madrelingua – spiega Rozza – permetterebbe ai nostri vigili di entrare in contatto meglio con le comunità, non possiamo avere sicurezza senza integrazione».
Per il momento, però, i problemi restano. Samuele Piscina spiega come il Municipio 2, zona con noti problemi di criminalità, non abbia la sede del comando di zona all’interno di quello stesso municipio: «I nostri vigili di quartiere hanno la centrale in via Settala, che è nel Municipio 3. Da tempo abbiamo fatto richiesta perché sia trasferito, ma per ora non se n’è fatto niente».
Piccoli paradossi di una città che, mentre arriva l’esercito, deve riuscire per prima cosa valorizzare la polizia locale.