“Al can de dó paróni al resta senza magnár”
“I parint iè cumè e pes, dop tre dé i poza”
“Il clip di mai al svee il caj”
“I tor ric’ curnut agl asn”
“I uséi se li ciapa co i xe’ncóra ta la cóa”
“Se i’voeli gni gni se i voeli gni gni gni gni ni di da gni poeu gni gni”
Domanda: riuscite a dire in che lingua sono le frasi che avete appena letto? Risposta: bisiaco, emiliano, friulano, molisano, monfalconese e biellese. Che non sono lingue, vero, ma dialetti. E che rappresentano – forse più di ogni altra cosa – la varietà dell’Italia. Ciò che li unisce, piuttosto è quanto quelle frasi dicono. Altro non sono, infatti, che proverbi. Aforismi di saggezza popolare che travalicano i confini delle microlingue e delle micronazioni. Alzi la mano, del resto, chi non ha mai detto (o sentito dire) di un “toro da del cornuto all’asino” e che “i parenti sono come il pesce, dopo tre giorni puzzano”.
Questa strano mix tra identità e varietà, tra tradizione e contaminazione ha affascinato persino l’Università di Harvard e più nel dettaglio gli studenti che stanno svolgendo un corso d’italiano con la professoressa Elvira Di Fabio. Che insieme a Betwyll, una app creata appositamente per progetti di social reading, ha lanciato il progetto #proverbi, che si svolgerà proprio tra venerdì 11 e domenica 13 novembre.
Funziona così: i lettori dovranno giocare con i proverbi, riscrivendoli in italiano e inglese, usando termini gastronomici, o come se fossero un sogno, o come se fossero una lettere ufficiale, in italiano o inglese. I migliori tra questi proverbi riveduti e corretti, scelti dagli studenti di Harward, saranno pubblicati su Linkiesta. Chissà se chi li ha inventati, i proverbi, pensava che un giorno sarebbero finiti a essere riscritti su un social network, studiati in un’università e pubblicati su un giornale online.
ECCO I TWILL VINCITORI, SCELTI DAGLI STUDENTI DI HARWARD:
Proverbio: “Al can de dó paróni al resta senza magnár”.
Twyll: “Da un altro punto di vista: non mettere il piede in due scarpe o la forchetta in due piatti” (perché adotta e mostra un diverso punto di vista)
Proverbio “I parint iè cumè e pes, dop tre dé i poza”.
Twyll “Parenti serprenti che con un pizzico di pepe non li senti” (mantiene una struttura simile al proverbio, con la rima e il ritmo dell’originale, e usa creativamente la chiave gastronomica; inoltre, si riferisce a un altro twyll dal contenuto simile, dimostrando l’interazione tra la comunità)
Proverbio “Il clip di mai al svee il caj”
Twyll “Il mio incubo? Che per effetto del global warming la lumaca si svegli ad aprile” e “Il mio incubo? Non svegliarmi “mai”. O è un sogno?” (scelti perché il secondo risponde al primo, dimostrano la comunicazione tra i membri della comunità, e inoltre il secondo contiene il gioco di parole mai-May cioè maggio);
Proverbio “I tor ric’ curnut agl asn”
Twyll “Viviamo in un mondo di illusioni e false convinzioni, dove i tori hanno le orecchie e gli asini le corna” (scelto per il contenuto, che spiega il significato del proverbio) e “E sognai un toro talmente ubriaco da dire cornuto ad un asino il quale… rispose muggendo” (per il tono scherzoso e divertente e la creatività dimostrata nel creare un nuovo proverbio, quasi);
Proverbio “I uséi se li ciapa co i xe’ncóra ta la cóa”.
Twyll “Caro cliente, siamo spiacenti informarLa gli uccelli hanno lasciato i nidi ma the early bird catches the worm e i verbi sono in abbondanza” (perché mescola creativamente inglese e italiano, inoltre con una risposta a tono riguardo ai vermi/worms, quasi un insulto a chi è così vile da cacciare gli uccelli ancora nel nido) e “Consigliamo a tutti gli uccelli una permanenza minima nei loro rispettivi nidi ed è severamente vietato recarvisi nelle ore di caccia” (per il contenuto e lo stile usato nell’interpretare creativamente il proverbio originale);
Proverbio “Se i’voeli gni gni se i voeli gni gni gni gni ni di da gni poeu gni gni”.
Twyll “In caso di mancata presentazione l’importo totale della prenotazione sarà addebitato sulla carta di credito” (semplice, diretto, interpreta in maniera succinta un proverbio lungo e difficile da interpretare).