Death selfie: quando una foto immortala la morte

È uno dei fenomeni in crescita che accompagna la diffusione delle nuove tecnologie e dei social media: il selfie spericolato, pazzo e divertente, che si trasforma in tragedia. I più colpiti sono i giovani, e il Paese dove la piaga è più diffusa è, chissà perché, l’India

Difficile pensare che esista un modo più stupido per morire. Eppure, dal 2014 a oggi sarebbero state ben 127 le persone decedute a causa di un selfie troppo rischioso. Lo rivela uno studio della Carnegie Mellon University, in collaborazione con la Idraprashta Instute of Information: storie del genere, per la loro assurdità sono già finite sui giornali, ma in modo sparso. Il merito della ricerca è di dare un quadro complessivo della quesione e analizzare il fenomeno da una prospettiva più ampia.

E si scopre che, insieme alle 127 morti, sono avvenuti 85 incidenti collegati a un uso scriteriato del selfie. Il più grave in India, quando una barca si è capovolta su un lato perché tutti i passeggeri si sono radunati per un selfie con sfondo marino. Ci sarebbe da ridere, se non fossero morti tutti.

Ma il tipo di morte più diffuso riguarda le cadute da grandi altezze: ci si sporge troppo per prendere il miglior panorama possibile, a scapito della prudenza. Subito dopo ci sono gli incidenti con l’acqua e subito dopo ancora incidenti che combinano acqua + grandi altezze. Piccolo consiglio: evitare di appendersi al ciglio di un burrone per farsi una foto.

Seguono morti per i treni (selfie scattati su una linea ferroviaria), morti per incidenti con gli animali (animali pericolosi, come è ovvio), morti in automobile per selfie scattati alla guida, morti per selfie scattati con le armi in mano e, infine, morti per contatto elettrico improvviso. Il fattore comune di tutti questi incidenti è, come minimo, l’imprudenza. L’altro è l’India.

Eh sì: 78 morti su 127 sono avvenute nel territorio indiano, tanto che le istituzioni si sono viste costrette a istituire delle aree dove i selfie sono proibiti. “Non è chiaro perché”, spiega uno dei ricercatori, “il fenomeno sia così radicato con questo Paese. Si dovrà capire se è legato a qualche tratto culturale, o se piuttosto i media indiani incoraggino, in qualche modo, questo comportamento” O se non siano, invece “i social”. Può essere tutto, ma se i dati non mentono, a livello di percentuale sulla popolazione, il problema più grave ce l’ha il Portogallo.

Infine – ma non è una sorpresa – la maggioranza degli incidenti sono capitati ai cosiddetti Millennial. Sono, del resto, gli utenti privilegiati dei social media, cioè il luogo in cui vengono pubblicati i selfie. È su di loro che agisce la pressione più forte per catturare lo scatto migliore. Ed è su di loro che l’imprudenza, purtroppo, agisce con più frequenza.

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