Una volta si pensava che ascoltando Mozart le persone diventassero, per una sorta di miracolo, più intelligenti. Un metodo semplice ed efficace, oltre che piacevole, di guadagnare punti di IQ. Purtroppo non era vero. Ciò che è vero – o che almeno lo sembra – è che, invece, esiste una musica per persone intelligenti e una musica per persone meno sveglie, e i gusti variano anche a seconda di questo criterio.
Lo sostiene (già da un po’ di anni, in realtà), un certo Virgil Griffith, diventato famoso sulla rete per questo grafico, in cui associa a gruppi di persone intelligenti, valutati sui punteggii SAT (Scholastic Aptitude Test) dei college Usa, le loro preferenze musicali, determinate guardando ai like su Facebook – non proprio un metodo inattaccabile, ma pazienza.
Ad esempio, gli studenti capoccioni del California Institute of Technology si aggirano su un punteggio medio SAT di 1520, e la loro musica preferita sono i Radiohead: se ne deduce che il gruppo di Thom Yorke faccia musica per persone molto intelligenti. Ma non solo: ai geni piace anche Bob Dylan, neo-premio Nobel, Sufjan Stevens, the Shins e i Counting Crows. Ai più intelligenti di tutti, come si vede dal grafico, piace Beethoven. Che la musica classica sia un genere riservato a persone superiori lo diceva già, nel 2011, questo studio (piuttosto discusso, in realtà).
Per i più sciocchi e tardi c’è Lil’ Wayne, Beyoncé, il gospel, il Reggaeton (che non è una musica da ascoltare quanto da ballare), mentre in mezzo, per onorare l’uomo medio, né sveglio né scemo, né acuto né ottuso, ci sono i Queen. Tutto molto bello, chissà se è anche vero.