Abruzzo, la valanga travolge l’hotel: tre i morti

La slavina, causata dal terremoto, ha colpito l’albergo "Rigopiano", a Farindola, sul Gran Sasso. I soccorsi, partiti in serata, lavorano in condizioni difficilissime. Estratte tre vittime, si cercano i superstiti

Aggiornamento:

11:50 Sei persone sarebbero ancora vive tra le macerie dell’alberto: i vigili del fuoco sarebbero in contatto con loro. La prima comunicazione è avvenuta intorno alle 11 del mattino.

I corpi estratti dalle macerie sono saliti a quattro. Il numero dei dispersi, non ancora ufficalizzato, sarebbe tra i 20 e i 30. Secondo il sottosegretario regionale con delega alla Protezione Civile Mario Mazzocca sarebbero, invece, 34. Le ricerche, anche con l’aiuto di mezzi meccanici, proseguono ma le speranze diminuiscono. Come spiega a Repubblica Walter Milan del soccorso alpino nazionale, è possibile che, nella slavina, si siano create delle sacche di aria che permettono di respirare. In quelle condizioni, spiega, si può sopravvivere per 2/3 giorni. Ma è una possibilità molto remota.

«Ci sono tanti morti». Sarebbero oltre 30 le persone colpite dalla slavina che, nel pomerggio del 18 gennaio ha spazzato via l’hotel “Rigopiano”, a Farindola, sul Gran Sasso. Da quasi 24 ore al gelo e sotto le macerie. I soccorsi, partiti già nella serata, hanno raggiunto l’hotel solo nella notte, in condizioni difficilissime. Le strade erano bloccate dalla neve caduta nei giorni precedenti. Gli uomini del soccorso alpino della Guardia di Finanza, i primi ad arrivare sul posto, hanno dovuto utilizzare gli sci e le pelli di foca.

In mattinata è stata estratta la prima vittima, un uomo. Nelle ore successive sono stati ritrovati altri due morti. Due, invece, le persone in salvo. Circa una trentina i dispersi. Le speranze sono poche: “Chiamiamo ad alta voce – spiegano i finanzieri – ma nessuno risponde”. Anche i cani, a causa della neve, non sentono nulla. Nel frattempo è arrivata una colonna mobile con turbina apristrada dove si trovava il tetto, per accelerare gli scavi utilizzando mezzi meccanici.

“L’albergo è stato spazzato via, non esiste più”, hanno detto i vigili del fuoco di fronte alle rovine. La valanga, con ogni probabilità causata dalle scosse di terremoto, lo ha spostato di dieci metri, ha investito le auto, il bestiame e la struttua. Ne ha distrutto le mura e trascinato con sé i resti. Ci sono materassi a centinaia di metri di distanza. La procura ha aperto un’indagine per omicidio colposo.

Secondo i racconti dei superstiti, i clienti dell’albergo avevano già pagato ed erano pronti a partire. Tutti volevano andare via. Aspettavano solo lo spazzaneve, che era previsto per le ore 15, ma per alcuni problemi era stato posticipato alle 19. Poi, all’improvviso, la valanga. “Mi sono salvato solo perché ero andato a prendere una cosa in automobile”, ha raccontato ai soccorritori Giampiero Parete, 38. “Sono stato travolto, ma sono riuscito a uscire e ho aspettato in auto l’arrivo dei soccorsi”. Ma sua moglie e i suoi figli sono ancora dispersi, sotto le macerie.

Intanto proseguono le ricerche, contro il tempo, mentre tutto il centritalia rimane senza pace, stretto dal gelo e dalle continue scosse.

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