Gli allegri (e strani) rimborsi di Martin Schulz

Il settimanale tedesco Der Spiegel e il britannico Sunday Times accusano Martin Schulz di aver aggirato le regole di Bruxelles e aver favorito i suoi collaboratori con i soldi del parlamento europeo. Quando il lupo perde il pelo ma non il vizio

Martin Schulz è il diretto concorrente di Angela Merkel per la prossima corsa elettorale tedesca. E se dalla sua, Schultz, ha il vantaggio di essere un volto nuovo dopo 12 anni di Merkel, ha di conseguenza lo svantaggio di essere un po’ troppo al centro dell’interesse del popolo tedesco (e non solo). Le indagini sul suo passato sono già in corso, e in tempo record hanno iniziato a piovere scandali.

Il settimanale tedesco Der Spiegel e il britannico Sunday Times hanno trovato qualche scheletro nell’armadio dello sfidante socialdemocratico dopo l’analisi di alcuni comportamenti mentre ricopriva, dal 2012 al mese scorso, il ruolo di Presidente del Parlamento Europeo. Secondo i due giornali, Schulz avrebbe aggirato più volte le regole di Bruxelles usando i mezzi del parlamento europeo per la sua personale campagna elettorale del 2014, e favorendo con denaro europeo i suoi collaboratori – ai quali avrebbe persino chiesto di stirargli i pantaloni. Il caso più eclatante è quello del suo aiutante Markus Engels, che dal 2012 aveva un contratto al Parlamento Europeo ma risiedeva a Berlino, e riceveva, oltre allo stipendio di 5200 euro, lievitato poi a 7mila, un’indennità per la trasferta esentasse.

E non è tutto: Der Spiegel e il Sunday Times hanno accusato Schulz di aver utilizzato aerei privati per la modica cifra di 20mila euro all’ora, non solo per impegni ufficiali, ma anche per dibattiti politici e cerimonie di partito. Il tutto ovviamente a carico dell’Ue.

Piovono scandali sul candidato socialdemocratico Martin Schulz. Secondo Der Spiegel e il Sunday Times avrebbe aggirato più volte le regole di Bruxelles favorendo con denaro europeo i suoi collaboratori. La presidente del Comitato di controllo sul bilancio del parlamento europeo, Ingeborg Grässle, ha dichiarato che verrà aperta un’inchiesta

In quanto a reputazione, non se la passa bene il buon vecchio Martin Schulz, che si era presentato al popolo tedesco come difensore di «chi lavora duro e segue le regole», e che era rimasto famoso dopo il battibecco al Parlamento Europeo con Silvio Berlusconi che l’aveva apostrofato come “kapò”. La presidente del Comitato di controllo sul bilancio del parlamento europeo – Ingeborg Grässle – ha affermato che Schulz avrebbe creato «un sistema stalinista di clientelismo», sul quale verrà aperta un’inchiesta.

Vecchio adagio della politica: usare soldi della collattività per uso privato. In Italia, certo, siamo specialisti in questo genere di attività, ma anche all’estero a quanto pare la pratica è tutt’altro che infrequente. Vedi lo scandalo che nelle settimane scorse ha coinvolto il candidato della destra francese Francois Fillon, accusato di aver fatto assumere la moglie e due figli per mansioni politiche con stipendi altissimi.

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