Per i critici è un organismo inutile, sovraburocratizzato, debole e costoso. Per gli ammiratori, è – tra le altre cose –un progetto di pace perseguito (e ottenuto, anche con la certificazione di un premio Nobel), che va incoraggiato e portato al suo compimento. La realtà, come quasi sempre, è nel mezzo. Anzi, non ha nulla da spartire con le due posizioni. Perché l’Unione Europea, nata con la firma del Trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992, è circondata da leggende e mitologie di vario colore: positive e negative.
Per discutere con gli hater: la Ue è certo un gigante di uffici e passacarte: la Commissione Europea, che è uno dei cardini dell’architettura politica/istituzionale, ha al suo servizio 25mila dipendenti. Tanti? Pochi? Basta fare un confronto: la Bbc, che è un’azienda, ne conta 19mila. E il Dipartimento del Commercio degli Usa, che è una sorta di ministero, ne ha 44mila, quasi il doppio. Ogni cosa, insomma, ha le sue proporzioni. Ma il problema, ribadiscono, è proprio nel fatto che, tanti o pochi, questi dipendenti europei non combinano mai un tubo e vengono pagati moltissimo (e questo però confligge con l’idea, anche questa molto in voga, della Ue-che-ruba-la-sovranità). Può essere.
Anche chi la loda, però, spesso sbaglia. L’Unione Europea non nasce certo come progetto di pace (e qui lo dice la storia, non ci vuole molto), bensì come strumento di controllo da parte degli Usa sul territorio europeo: fuori i russi e sotto i tedeschi. Non è nemmeno un’organizzazione virtuosa, ossia immune dagli incroci di interesse delle aziende e dei gruppi di pressione, detti anche “porte girevoli” (basti notare che il 50% dei membri della Commissione, finito il loro mandato, va a lavorare come lobbista, e sempre a Bruxelles).
L’Unione Europea, insomma, è imperfetta. È piena di problemi. C’è chi vorrebbe sbarazzarsene, chi vorrebbe riformarla e chi, invece, tenerla com’è. È un organismo spesso sconosciuto e lontano, a volte visto come nemico o come panacea. E visto che ormai parlare di Europa, anche solo da un punto di vista descrittivo, non è più considerato neutro come un tempo, LinkPop lascia fare alle immagini, o meglio a questa infografica di Stampaprint, che racconta, dato per dato, cosa è la Ue. E poi ognuno la penserà come preferisce.