Vista da fuori l’economia statunitense sembrerebbe essere in ottima salute: i valori di borsa sono alti e alcuni indicatori ‘core’ sono positivi, come la disoccupazione, la fiducia dei consumatori e l’inflazione, attestata su livelli ottimali. Ci sono però altri segnali che vanno in direzione opposta. I prestiti sono andati a picco nel primo periodo del 2017 e, di solito, meno prestiti si traducono in meno Pil.
Questo dato in parte potrebbe essere un effetto dell’aumento dei tassi da parte della Fed, ma esiste un’altra interessante teoria: le promesse fiscali di Trump potrebbero stare incoraggiando le imprese a rimandare i propri piani di investimento per non perdere il vantaggio fiscale. Intanto i mercati stanno iniziando a rendersi conto che le promesse di Trump non sono così facilmente realizzabili: vale sia per la riforma sanitaria, ma anche per quella fiscale.
Se l’America rallenta anche il mondo rallenta. Per questo sarà importante valutare con attenzione come si andrà a comporre nei prossimi mesi questa discrepanza tra il sentimento degli Americani e dati economici che mostrano qualche crepa.