Gli antivaccinisti? Sbagliano, ma sono perfettamente razionali. E non sarà un insulto a fargli cambiare idea

Si, il comportamento degli antivaccinisti è causato dal web e dal sovraccarico di notizie. E no, non è un comportamento irrazionale. Perché un ragionamento che porta a conclusioni del tutto sbagliate può essere più che logico

Muore ancora un’altra bimba per morbillo a Roma, perché non era vaccinata. Di fake news si muore, ma le fatwa degli intellettuali contro il popolo del web non sortiscono effetti. Perché, mentre gli esperti accusano gli anti vax di essere ignoranti e superstiziosi, loro studiano, fanno controinformazione, decostruiscono le verità ufficiali sulle piattaforme “alternative” del web, dove hanno accesso tutti, in modo democratico. “Le idee dominanti sono le idee della classe dominante”, diceva Marx; quella dei complottisti è una lotta di classe sul piano delle idee, in nome del mantra democratico sessantottino “la fantasia al potere”.

Troppo facile, allora, parlare di creduloni che si bevono le fake news. Mentre la politica tradizionale li bolla senza argomentazioni concrete, ma ribadendo la differenza di status fra il sapiente e le masse – assumendo dunque un atteggiamento anti democratico -, il popolo anti vax pratica virtù democratiche: informazione, controllo sul potere, dissenso, libertà. Antivaccinisti e cospirazionisti, infatti, non sono il frutto di populismo antidemocratico e disinformazione, ma rappresentano le conseguenze imprevedibili e inintenzionali di un certa concezione di democrazia e informazione.

Negli ultimi anni, siamo passati dalla democrazia rappresentativa della fiducia nelle istituzioni – attraverso partiti politici che esprimevano ideologie forti -, alla contro-democrazia disintermediata della sfiducia, dove il “popolo sovrano”, controlla il potere che è, fisiologicamente, soggetto a corrompersi. L’idea del popolo che controlla il potere è alla base della democrazia, dove “i pesi e contrappesi” prendono la forma di un controllo generalizzato che Pierre Rosanvallon definisce “contro-democrazia”. L’ipotesi che il popolo, ricevendo informazioni corrette, superi “l’asimmetria informativa” e compia scelte razionali, infatti, è legittimata dal pensiero liberale, per il quale elettori e consumatori sono fisiologicamente razionali. Per questo, Gérald Bronner, ne “La democrazia dei creduloni”, conclude che è razionale essere irrazionali.

L’ipotesi che il popolo, ricevendo informazioni corrette, superi “l’asimmetria informativa” e compia scelte razionali, infatti, è legittimata dal pensiero liberale, per il quale elettori e consumatori sono fisiologicamente razionali. Per questo, Gérald Bronner, ne “La democrazia dei creduloni”, conclude che è razionale essere irrazionali

Il sovraccarico di informazioni accessibili grazie al web – che dovrebbero far superare l’assimmetria informativa -, crea dei cortocircuiti cognitivi che portano “logicamente” a delle conclusioni sbagliate. La fake news, allora, non è una bufala, ma una notizia ragionevolmente vera che, diffusa in assenza del contesto analitico che i cittadini potrebbero costruirsi solo studiando e non “consumando” singole notizie sul web, favorisce un ecosistema di notizie verosimili che portano gli elettori a conclusioni collettive irrazionali. Si tratta di un meccanismo noto come paradosso di Mancur Olson. I casi di vaccini che fanno male, infatti, non sono falsi in sé. Né è falso che Big Pharma abbia interessi. È invece falso che i vaccini facciano generalmente male e che, anzi, una copertura vaccinale obbligatoria universale non abbia un saldo positivo per la società, perché i benefici sopravanzeranno i costi.

Una serie di “inganni percettivi”, come l’indifferenza all’entità del campione – i cittadini registrano che i vaccini possono far male ma non sanno a quanta gente salvano la vita -, può portare ai casi di bambini morti perché non vaccinati.

Questo trend è amplificato dal web che, nella sua natura democratica, esalta le contraddizioni antidemocratiche della democrazia che, per funzionare, avrebbe bisogno di un minimo di fiducia e che, invece, attraverso gli strumenti di controllo democratico, diffonde la il sospetto. Il web, infatti, premia i prodotti di nicchia, mettendo sullo stesso piano vaccinisti e anti vaccinisti, secondo un meccanismo di funzionamento noto come “coda lunga”; la coda lunga è una delle armi democratiche del Web, insensibile alle logiche commerciali tradizionali poiché dà, ad esempio, la stessa visibilità alla cultura alternativa rispetto a quella commerciale: con il paradosso di offrire non solo democraticamente contro cultura, ma cultura contro e vere e proprie bufale. Internet, infatti, disintermedia rispetto alla società civile tradizionale, dove le opinioni legittime sono prodotte dagli intellettuali di professione, dando al blogger cospirazionista di provincia lo stesso peso che ha il professore che scrive sul New York Times. Anzi, dando più peso al primo, proprio perché la coda lunga dei prodotti di nicchia “pesa” di più della testa della curva di domanda.

Gli anti vax, dunque, avranno torto, ma le loro conclusioni – pur essendo anti scientifiche – non sono irrazionali. Accusarli di essere cretini è il miglior modo per rafforzare il loro pregiudizio che ci sia un complotto dei potenti contro di loro. Anche perché, che i potenti cerchino di controllare le masse a loro vantaggio, non è una fake news, ma una verità storica.

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