La paura e la voglia di mettere al rogo i concorrenti del Grande fratello Vip

Dal conduttore decaduto Marco Predolin piromane degli omosessuali a Carmen di Pietro che si reinventa modella per i giovani a suon di poesie, fino al fratello di Belen dal rutto facile. In confronto il "friariello" di Clemente Russo dell'anno scorso era uno scherzo innocuo

Italia, terra di santi, navigatori, poeti, polemisti e piromani. Ci sono temi su cui è bene discutere per mantenere alta la sensibilità della pubblica opinione sullo stato della società. La seconda edizione del Grande Fratello Vip, ad esempio, sta dando modo ai telespettatori di discettare di omofobia nelle pause caffè e, soprattutto, su Twitter.

I social sono impazziti per le dichiarazioni del conduttore decaduto Marco Predolin e della vip per mancanza di fama Giulia De Lellis. Nel caso in cui aveste optato per una gitarella su Marte negli ultimi giorni prima vi esponiamo i fatti e poi vi raccontiamo perché, in questo caso, forse sarebbe bene darsi una calmata. Al termine di una serata alcolica Predolin se ne è uscito con una battuta tanto scema quanto brilla su Cristiano Malgioglio: “adesso lo prendiamo e lo mettiamo sul rogo come Giovanna D’Arco”.

Ed è stato subito putiferio. Ora, la Malgy è l’anima della casa e senza dubbio uno dei personaggi più divertenti di questa edizione. Però si lamenta in continuazione, rifiuta di dormire con gli altri, indossa perennemente occhiali da sole per una presunta malattia agli occhi (che i più maligni sostengono chiamarsi “rughe”) e fa la doccia vestito. Il coinquilino che chiunque vorrebbe avere, giusto? Lo stesso vale per il fratello di Belen, Jeremias, che rutta ogni cinque secondi perché dice “sono fatto così” e trae motivo di vanto dal proprio rumoroso ritmo digestivo.

Per non parlare di Carmen Di Pietro, come Malgioglio adorabile in pillole, ma un probabile incubo 24 ore su 24 tra poesie di Montale e Ungaretti decantate in modo apocalittico e questo voler ergersi, coadiuvata dagli autori, a modello per le giovani generazioni: partita senza una lira ha raggiunto la fama grazie alla propria forza di volontà (più quintali di silicone e un discusso matrimonio con un anziano riccone di cui ancora percepisce la pensione di reversibilità, 3000 euro mensili).

Predolin se l’è presa con Malgioglio, sì, ma nei suoi panni siamo certi al 100 % che non avremmo mai detto una cosa del genere su di lui o su qualunque altro concorrente contando che fino al giorno prima era un perfetto estraneo per noi e adesso, ta dah, ci ritroviamo a conviverci h 24? Quante volte avete sperato che un’incudine alla Looney Tunes cadesse sulla testa del vostro capo, del vostro amico, dell’anziana zia con gli acciacchi all’anca che non perde occasione di ripercorrere ricovero dopo ricovero, i suoi ultimi 87 anni di vita? Siete forse dei mostri per questo? Lo siamo? Secondo noi, no.

A meno che il signor Marco Predolin non sia un influencer alla Chiara Ferragni, uno che detta legge smuovendo le coscienze di milioni di persone. Fa ridere solo a scriverla una cosa del genere. Non è di certo un bel messaggio da mandare in tv, ma qui c’è bisogno di fare una bella tara prima di indignarsi.

Rivendichiamo, anzi, il diritto di mandare al diavolo, al rogo o a fanculo chiunque ci dia fastidio senza sensi di colpa da serial killer. Poi, va bene: Predolin è un settantenne che ha sempre campato di tv e fregna (fece scandalo decenni fa la sua love story lampo con una Hunziker ancora minorenne). Non è condivisibile ma ci sta che la sua visione del mondo sia “arretrata”. Per cui quando si trova a dire: “non è vero che tutti i gay vogliono fare le femmine, alcuni sono anche normali” forse ci si dovrebbe soffermare di più sull’ignoranza del personaggio che su quello che dice.

A meno che il signor Marco Predolin non sia un influencer alla Chiara Ferragni, uno che detta legge smuovendo le coscienze di milioni di persone. Fa ridere solo a scriverla una cosa del genere. Non è di certo un bel messaggio da mandare in tv, ma qui c’è bisogno di fare una bella tara prima di indignarsi.

Diversa la questione per tal Giulia De Lellis, 21enne partorita da Uomini e Donne – oggi sta col tronista Andrea Damante -, e sedicente “esperta di tendenze” così fuori dal mondo da portare davvero all’esasperazione chi l’ascolta. La giovane virgulta è riuscita a infilare una castroneria dietro l’altra prendendosela con gli omosessuali proprio in quanto “categoria”: se in discoteca un gay o un drogato le chiedono un tiro di sigaretta o un sorso di cocktail lei glieli lascia direttamente perché ha “paura delle malattie”.

Come se fumare fosse l’equivalente di bersi una tisana Detox sul tapis roulant, poi. È quasi incredibile che una ragazzina che vive e lotta con noi oggi possa farsi portavoce di un messaggio tanto retrogrado e fuorviante. E anche che abbia quasi due milioni di follower su Instagram. In tutta onestà, un giretto sul rogo, a livello mentale chiaramente, mica siamo Ted Bundy, non lo risparmieremmo nemmeno a lei.

Perché dire coscientemente qualcosa di così stupido è vilipendio alla pazienza umana e fors’anche plutoniana, a prescindere dall’orientamento sessuale dei malcapitati ascoltatori. Non sappiamo su che sponda stia il Grande Fratello, ciò che è certo è che non ha preso contromisure riguardo alle scellerate dichiarazioni della De Lellis che, tra l’altro, per sua stessa ammissione non è mai entrata in una libreria perché non saprebbe cosa farci. Avete un accendino, per caso?

E pensare che lo scorso anno Clemente Russo fu costretto alle pubbliche scuse e poi cacciato dalla Casa del GfVip per aver chiesto all’ormai dimenticato Bosco Cobos (che a questo punto l’anno scorso era famoso) il permesso di poterlo chiamare “friariello” (che sì, a Napoli sarebbe l’equivalente di “ricchione” ma suona pure simpatico come termine). Una passeggiata di salute rispetto alle mostruosità che ci è toccato sentire finora in meno di tre settimane dal via.

Se sul web c’è chi chiede punizioni severe per Predolin e De Lellis, noi ci permetteremmo di fare una semplice controproposta: la libertà di poter mandare metaforicamente al diavolo (o al rogo) chiunque ci faccia girare le balle che sia gay, etero o unicorno e un minimo di onestà intellettuale in più da parte degli omosessuali: se qualcuno vi manda a quel paese non è necessariamente per via delle vostre preferenze sotto le lenzuola, magari siete proprio fastidiosi come persone a prescindere dal tizio o dalla tizia con cui amate passare la notte.

Non solo, se Predolin, o chi per lui, si permette di mandare al rogo uno di “voi”, ecco, sarebbe bello che vi fosse chiaro che quel “voi” non esiste, che non siete panda in via d’estinzione da tutelare con ogni mezzo possibile ai fini della conservazione della specie. Il rogo, almeno una volta nella vita ce lo meritiamo tutti. Tutti “noi”.

E comunque, appena esce, l’obiettivo comune sarà quello di fare serate a scrocco della De Lellis dicendole di essere omosessuali.

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