Con i suoi romanzi di grande forza emotiva ha scoperto l’abisso l’abisso sotto il nostro illusiorio senso di connessione con il mondo. Con questa motivazione Kazuo Ishiguro ha vinto il premio nobel per la letteratura 2017.
Nato a Nagasaki nel 1954, naturalizzato britannico. Arrivato a sei anni nel Regno Unito Il suo romanzo più famoso è “Quel che resta del giorno” del 1989, con cui ha vinto il premio Booker. Il libro è stato portato al cinema dal regista inglese James Ivory nell’omonimo film con Antony Hopkins nei panni James Stevens, maggiordomo nell’Inghilterra degli anni ’30 così ligio al dovere da rinunciare agli affetti pur di compiere al meglio il proprio lavoro.
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Anche “Non lasciarmi” del 2005, romanzo ambientato in un presente distopico dove dei ragazzi sono allevati per diventare dei cloni, è stato trasposto al cinema da Mark Romanek nel 2010.
Ishiguro fa parte di quella generazione di scrittori britannici, figli di immigrati, in grado di coniugare lo stile della letteratura inglese con quello del loro Paese d’origine. L’esempio più rilevante è il suo secondo romanzo “Un artista del mondo fluttuante”, del 1986, ambientato nel Giappone del primissimo secondo dopoguerra.
Il suo settimo, e per ora, ultimo romanzo è “Il gigante sepolto” del 2015, scirtto dopo dieci anni di silenzio. Un epopea mitologica sullo sfondo della britannia del V secolo. Un libro che pesca dall’immaginario mitologico di Tolkien.