La filosofia delle paleo diete moderne è tornare a mangiare come gli uomini delle caverne. Che cacciavano, raccoglievano frutti e vegetali, ma non mettevano in tavola né pasta né riso. Solo, con l’aggiunta di qualche aiutino. Anzi, più di uno, che ai cavernicoli avrebbe fatto comodo: barrette, bibitoni, pastiglie e prodotti da forno, tutti rigorosamente paleo. Mentre si fanno libri che propongono diete a base di carne, si è sviluppato un mercato parallelo di integratori che macina già 300 milioni di dollari (secondo il Nutrition Business Journal) e che sta facendo la fortuna dei guru del ritorno ai grassi animali. Dimentichiamo vegetariani e vegani e le raccomandazioni dell’Oms sul consumo ridotto di bistecche e salsicce. Nelle diete paleo a essere messi al bando non sono i grassi, ma i carboidrati.
La convinzione è che, senza gli zuccheri, gli uomini primitivi fossero in perfetta salute. È quello che scrisse negli anni Trenta Weston Price, un dentista di Cleveland considerato il padre della dieta paleolitica, riscoperto poi da Sally Fallon, autrice di libri come Eat Fat, Lose Fat, The Good Fat Diet e Nourishing Fat.
Nel 2014, poi, la giornalista investigativa Nina Teicholz ha scalato le classifiche dei best seller con The Big Fat Surprise, un’inchiesta su come le diete a basso contenuto di grassi degli ultimi sessant’anni abbiano avuto conseguenze disastrose sulla nostra salute. A seguire è arrivata la dieta chetogenica. Fino agli ultimi guru californiani del bio-hacking, che propugnano regimi con digiuno a intermittenza, dove il 50-70% delle calorie totali proviene dai grassi.
Il movimento “pro-fat”, insomma, è sempre più affollato. Ed è anche redditizio. La paleo-dieta è stato il regime alimentare più ricercato su Google tra il 2013 e il 2014. E le vendite dei paleo-prodotti continuano a crescere, con impennate di oltre il 58% di anno in anno. Tanto da aver creato anche una certificazione per non incorrere in cibi fasulli. La più nota è la Certified Paleo label, che assicura l’assenza di cereali, legumi, latticini, oltre che di coloranti, aromi e conservanti artificiali. Tra i prodotti certificati, oltre alle classiche barrette, si trovano anche pancake, pizza e crostini paleo, preparati con un mix di farine senza cereali e uova, con l’aggiunta di ingredienti segreti come betulla, cocco e mandorla per assemblare i composti.
Digitando su Amazon “paleo food”, appaiono barrette snack di ogni tipo. E i prezzi ovviamente sono tutt’altro che accessibili. Per 18 barrette di mandorle e anacardi si spendono fino a 58 euro. Una confezione di muesli paleo, con tanto di elefante preistorico sul davanti, costa 12 euro.
Senza dimenticare il mondo dei bibitoni proteici e grassi. Dave Asprey, uno dei guru del biohacking nella Silicon Valley, ha costruito un impero milionario con il suo Bulletproof Coffee, un beverone a base di caffè, burro e olio di cocco. In una sola tazza di caffè “a prova di bomba” ci sono 500 calorie e circa 51 grammi di grassi. Ma Asprey assicura che bevendone uno a colazione, si accelera il metabolismo e si dimagrisce. Prove scientifiche ovviamente non ce ne sono. Ma una confezione dei chicchi di caffè originali da 340 grammi costa 16 dollari e 95. Senza dimenticare di comprare burro e olio, tutti marchiati Bulletproof. Intanto Asprey nel 2016 ha venduto 48 milioni di tazze di caffè al burro, da poco disponibili anche nei Whole Foods direttamente nel cartone di Tetrapak.
Ma anche l’Italia ha i suoi guru della paleo-dieta. Adriano e Roberto Panzironi sono due gemelli romani – uno giornalista, l’altro esperto di vendite – inventori di Life 120, movimento anche questo basato sulla promessa di tornare in salute eliminando i carboidrati. La bibbia del gruppo è il librone Vivere 120 anni, un tomo con più di cento capitoli che parte dalle domande: «Avete mai visto leoni con il diabete? Giraffe obese? Ippopotami con la cellulite? O qualsiasi altro animale con una delle migliaia di malattie che affliggono l’uomo?». La risposta è che «la “rivoluzione alimentare” è stata devastante, perché i cereali (compreso il riso), lo zucchero (introdotto nel 1800) e altri prodotti dell’agricoltura come patate e legumi (amidi), sono la reale ed incredibile causa che ci ha trasformato nell’essere più malato del pianeta». E quindi bisogna eliminarli. Nel programma televisivo Il Cerca Salute, in onda sul canale 128 del digitale terrestre, i gemelli Panzironi propongono storie di persone guarite da Alzheimer, impotenza, depressione grazie al regime alimentare Life 120. E nella prossima stagione partirà anche una sorta di reality, Cinque mesi per rinascere, in cui cinque coppie di anziani con patologie degenerative vivranno in un albergo a quattro stelle seguendo per 23 settimane lo stile Life 120.
La pagina Facebook del gruppo ha quasi 90mila fan. E per i veterani ci sono anche chat riservate. Ma anche qui c’è bisogno dell’aiutino: un capitolo consistente del libro è dedicato all’integrazione, necessaria per proteggersi dalle malattie e vivere più a lungo. I due fratelli Panzironi, tramite una delle loro società, vendono non a caso una gamma di nove integratori targati Life 120 prodotti negli Usa. Chi ha seguito la dieta, racconta di aver preso «46 pasticche al giorno». Il costo mensile per i soli integratori si aggira intorno ai 150 euro per una sola persona. E poiché uno dei capisaldi della dieta è anche l’attività fisica, i prodotti Panzironi sono entrati nei circuiti di molte palestre. Dove le diete paleo sono molto diffuse, soprattutto tra chi pratica sport ad alta intensità come il cross-fit. Da poco su Facebook Adriano Panzironi ha dato anche l’annuncio dell’arrivo imminente dei prodotti da forno Life 120. Uno dei problemi è che, non mangiando zuccheri e carboidrati, la colazione è obbligatoriamente salata. «Una fatica ad abituarsi», raccontano. Ma sotto la fotografia della brioche grain-free qualcuno già commenta: “Visto che non fa male alla salute, spero che la nuova ‘linea alimentare Life120’ non faccia male al portafogli!”.