43 morti. 1.189 feriti, centinaia dei quali in gravi condizioni. Più di 7.200 arresti. Migliaia di edifici danneggiati. Sembra il bilancio di una operazione militare, e invece è quello dei 4 giorni più celebri e violenti della città di Detroit dove, dal 23 al 27 luglio del 1967, si verificò uno dei fatti più drammatici della storia sociale americana del Novecento, per molti passato alla storia come la rivolta della 12esima strada.
Tutto si scatenò in seguito a un blitz della polizia in un bar privo di licenza, il Blind Pig, proprio all’angolo con la 12th strada. Quando i poliziotti fecero irruzione, dentro c’erano una ottantina di persone, tutti ragazzi, tutti afroamericani. Stavano festeggiando il ritorno di alcuni di loro dal Vietnam e vennero arrestati e portati via. Al momento degli arresti scoppiarono i primi scontri tra la polizia e gli abitanti del quartiere, scontri che ben presto degenerarono in scontri aperti e razzie dei negozi del quartiere, alcuni dei quali furono dati alle fiamme.
Nei giorni successivi la situazione degenerò. Il Presidente Lyndon Johnson inviò dei reparti dell’esercito, la guardia nazionale del Michigan si riversò in città per affiancare la polizia in quella che aveva tutta l’aria di essere una piccola esercitazione di guerra civile, inedita sul suolo americano dalle rivolte di un secolo prima, avvenute a New York durante la guerra di secessione.
A distanza di cinquant’anni da quei fatti drammatici, nel pieno di una stagione sociale e politica complessa come quella che l’America sta vivendo sotto la presidenza Trump, la regista premio Oscar Kathryn Bigelow — la stessa di Point Break, per intenderci — ha deciso di partire da quella cornice per raccontare in un film, Detroit, un episodio specifico di quei quattro giorni, quello dei fatti del motel Algiers dove l’irruzione notturna della polizia costò la vita di due ragazzi afroamericani. in uscita nelle sale italiane il prossimo 23 novembre, un clima di tensione e di violenza che purtroppo non ci è per niente estraneo. A lavorare con lei, come già in passato, lo sceneggiatore Mark Boal e un cast di prim’ordine.