In un mondo che premia sempre più la reputazione e cerca nuove competenze, come segnalarle in modo corretto? La domanda è fondamentale, per il nostro lavoro e per la nostra vita quotidiana, innanzitutto perché gli esseri umani tendono a essere un po’ troppo ottimisti riguardo al loro sapere.
In psicologia, si parla di effetto Dunning-Kruger per descrivere questo bias. In sostanza, tendiamo (tutti) a sopravvalutare le nostre abilità rispetto a una specifica competenza.
Nell’esperimento iniziale, i due ricercatori sottoposero alcuni studenti a diversi test di grammatica, esercizi di problem solving, test sul pensiero creativo, chiedendo a ciascuno di auto-valutarsi dopo il task: tutti tendevano a sopravvalutarsi e, quel che è peggio, la distorsione era inversamente proporzionale alle reali abilità. Tradotto: i più ciucci, in realtà, erano quelli che si davano il punteggio più alto dopo il test.
E il guaio è che il temibile effetto Dunning-Kruger non riguarda solo giovani studenti universitari, ma anche persone osservate nella loro vita reale: i due psicologi, infatti, ripeterono l’esperimento sul campo, in un poligono di tiro, trovando sostanzialmente il medesimo risultato.
Qualcuno potrebbe porre la fatidica domanda: so what?
Il fatto è che, nel mondo disruptive di oggi, segnalare le proprie competenze diventa sempre più difficile, così come mantenere la reputazione dopo che si è presa una sonora cantonata. E la reputazione, inutile dirlo, è davvero quasi tutto in un mondo iper-connesso.