Sono un maschio. È il 2017. Quindi sono in crisi. Dopo il linciaggio di Bob Weinstein, Kevin Spacey, Louis C.K., Terry Richardson, Sylvester Stallone (cioè Rambo e Rocky, praticamente il mio modello di vita da quando ricordo di essere al mondo!), Fausto Brizzi e tutti gli altri non so più cosa pensare del genere a cui appartengo. D’impulso, mi sembra siano vittime sacrificali di tutta questa bolla di indignazione ipocrita, ma se fossero davvero dei mostri? E se lo fossi anche io? Come faccio a capire se sono un molestatore? Lo sono? Non lo sono? Mezzo e mezzo? E voi? Come fate a sapere se lo siete o non lo siete anche voi?
Così ho pensato di fare un test: scrivere una fedele cronaca della mia giornata di ieri facendo attenzione alle interazioni con l’altro sesso. E, a seconda di quante molestie saranno rinvenute da voi nei miei comportamenti, stasera deciderò se uscire a tentare di rimorchiare qualcuna o se andarmi a consegnare in questura e chiedere di essere punito e curato.
1) Ore 06.45, Milano, sveglia: Prima di fare colazione e lavare i denti prendo il telefono dal comodino e comincio a scorrere il muro di Facebook. Idealmente, vorrei mettere ‘mi piace’ a contatti lavorativamente utili e a sagaci post antigrillini e scuotere la testa davanti agli sconclusionati deliri dei contatti complottisti non ancora rimossi. Nella realtà, finisco a mettere ‘mi piace’ ai contatti femminili che mi piacciono, o a non mettere ‘mi piace’ ai contatti femminili che mi piacciono, sperando capiscano che non glieli sto mettendo perché loro non ne mettono a me (e gnè gnè gnè).
2) Ore 07.30, primo caffè sotto casa: Anche se mi sono svegliato rissosissimo sorrido alla barista. Il solo fatto che a servirmi non sia il fratello ma lei mi migliora l’umore. Mentre si china a riempirmi un bicchiere d’acqua frizzante le guardo impunemente le tette, fingendo di essere sovrappensiero per le cose da fare durante la giornata.
3) Ore 07.45, Stazione Centrale: In fila al controllo dei biglietti lascio passare una ragazza in ritardo. E anche quella dietro di lei, che non ha nessuna fretta.
4) Ore 08.00, treno per Roma: Come al solito, il posto che Trenitalia mi ha assegnato è davanti al solito ciccione. A volte mi capita una vecchia (per fortuna le vecchie ciccione sui Frecciarossa sono rare). Dico al ciccione, che mi guarda perplesso, «Mi scusi, ma oggi proprio non ce la faccio», raccolgo la borsa col computer e inizio ad andare avanti e indietro tra i vagoni cercando una bella ragazza seduta davanti a un posto vuoto. Mi costerà fastidi con altri passeggeri e controllore, ma vuoi mettere fare finta di lavorare e sbirciare tutto il tempo la sconosciuta per vedere se lei sbircia me per poi distogliere immediatamente lo sguardo, invece che sentir russare tre ore un ciccione?
5) Ore 11, metropolitana: Prendere la metro a Termini è un inferno. Ma anche un paradiso popolato di ragazze di ogni etnia, età e fattezze. Guardare culi è senza dubbio il mio passatempo preferito. Dopo il seguirli – purché vadano nella mia stessa direzione – e viaggiare vicino a loro fantasticando su amplessi che non avverranno mai fino a che non devo scendere o cambiare linea, naturalmente.
6) Ore 11.20, ascensore: La stagista bionda che non mi ricordo come si chiama che lavora nell’altro ufficio ha un profumo buonissimo. Le dico, «che buon profumo» mentre inspiro avidamente sforzandomi di sorriderle in maniera più rassicurante che inquietante. Mi appunto mentalmente che devo lavorare sulle mie espressioni facciali.
7) Ore 11.30, riunione in ufficio: Tra una decisione da prendere e l’altra, mi lascio sfuggire che, al posto di Kevin Spacey, anche io mi rifugerei appena possibile su uno yacht dopo aver imbarcato una dozzina di giovani modelle. Siccome le donne presenti alla riunione non sembrano voler manifestare approvazione per la mia esuberante virilità, tento di ribadirlo più volte.
8) Ore 12.45, saluto a colleghe di un altro ufficio e caffè alle macchinette: Faccio notare a quella vestita a cipolla che con tre maglioni addosso sembra un sacco. Mi sembra improbabile le sfugga il sottotesto che vorrei almeno vedere meglio le sue forme, visto che è sposata con figli e non mi si fila mai.
9) Ore 13.30, scrocco il pranzo pescando da varie schiscette: Quando una collega sbuccia una banana e me ne offre un pezzo mi ripeto «non fare battute da terza media, non fare battute da terza media, non fare battute da terza media…».
10) Ore 13.31: «Se Weinstein ti avesse visto mangiare il frutto dell’amor a quest’ora saresti una star di Hollywood!».
11) Ore 14.00/16.00, lavoro alla scrivania: Tra una telefonata e una mail, scrivo su Facebook a un’amica che non sento da un po’. Come sta? Un po’ stressata. Vuole forse che le suggerisca un rimedio per distendere i nervi? A quanto pare no, non vuole.
12) Ore 16.00, merenda alla pizzeria al taglio sotto l’ufficio: Come risparmiare alla pizzettara un insistente sguardo ammiccante? Come evitare di chiamare un amico mentre sono in coda e inframmezzare il mio ordine con sconcezze telefoniche sperando di farla ridere e avere una scusa per chiederle se vuole bere con me una cosa dopo il lavoro? (no, non vuole, dovrò andare a cena con un mio caro amico e la sua nuova stracazzo di fidanzata vegana).
13) Ore 16.00/18.00, lavoro alla scrivania: Quando entra una collega e mi chiede se sto ancora lavorando le rispondo: «Purtroppo sì, ma ho quasi finito, tra poco metterò un porno, ma non so che categoria mi va di più oggi, tu hai suggerimenti?».
14) Ore 18.30, per strada: Passa una ragazza bellissima, in tiro, sofisticata. Al suo passaggio, allargo le braccia e guardo il cielo mormorando ‘grazie’. Uno spazzino che sta svuotando un bidone si immobilizza per tutto il tempo che la ragazza impiega ad attraversare i sampietrini sui tacchi e salire sul taxi che l’aspetta. Io e lo spazzino ci scambiamo uno sguardo di intesa.
15) Ore 19.30, aperitivo: A quanto pare, dire che tu piangeresti di gioia il giorno che il produttore di Pulp Fiction ti chiedesse del sesso orale in cambio di un lavoro in un suo film, che per vincere il Premio Strega faresti volentieri un lavoretto a tutti e quattrocento gli Amici della domenica (precisando che per entrare in cinquina lo faresti solo a chi controlla pacchetti rilevanti di voti!) ed essere fermati prima di poter raccontare nei dettagli quali aberranti prestazioni sessuali saresti disposto a concedere a tutta l’accademia svedese per poter vincere un Nobel non è quel tipo di conversazione priva di connotati sessisti che credevi di poterti permettere davanti a un bloody mary.
La nuova ragazza del tuo amico sembra sconvolta. La vostra comune amica ti rifila una sequenza di calci sotto il tavolo. Quando costringi il tuo amico ad ammettere che, anche secondo lui, la cameriera col piercing al labbro probabilmente la pensa alla stessa maniera, lo sguardo della sua nuova ragazza ti comunica inequivocabilmente che, quando prenderanno casa insieme, non sarai mai invitato a cena.
16) Ore 21.00, cena: No, raccontare di quella volta che a New York insieme al tuo amico siete entrati in un centro massaggi cinese dove vi hanno fatto veramente un massaggio e volevano pure la mancia come dell’esperienza più traumatica della tua vita non ti farà guadagnare punti con la sua fidanzata.
17) Ore 21.01, cena: Anche chiedere se non ha per caso un’amica un po’ zoccola da invitare a bere con voi non sembra aiutarti a creare un legame con la ragazza. Chiederle se è così nervosa perché ha mangiato solo verdure o se la colpa è del tuo amico che non si dà abbastanza da fare sotto le coperte sembra peggiorare le cose.
18) Ore 22.30, metro: Inaspettatamente, il drink dopo cena è saltato per un mal di testa improvviso della ragazza del mio amico. In metro ci sono solo donne brutte, così ne approfitto per rispondere a qualche mail dal cellulare.
19) Ore 23.00, casa: Scrivo al mio avvocato. Che è una mia amica. Ma non la chiamo avvocata. Con sua somma soddisfazione. Che fa? Legge un libro. Io? «Pensavo di amarmi un po’ prima di dormire. Sempre che tu non voglia passare da me per darmi un parere legale sull’articolo che sto scrivendo, naturalmente…».
20) Ore 00.15, sotto le coperte: Dopo aver scritto a tutte le ex amanti che ancora mi rivolgono la parola (sfortunatamente non sono moltissime…) per vedere se qualcuna vuole venire da me a farmi due coccole schiaccio qualche cuore su Instagram, spengo la luce, metto una puntata di Storie Maledette in sottofondo su YouTube (Franca Leosini, quanto la amo!) e dormo il sonno dei giusti. O no?
Adesso che hai letto, quante molestie hai contato nell’articolo? Scopri quanto molestatore sei!
Venti: Ok, sei un* senonoraquandista boldrinista. Qualunque cosa voglia dire. Non avrai pace finché non avrai accorciato il pirillo a tutti i maschi (etero, gay, bicuriosi…) sopra i 4 anni e trasformato ogni patria in “matria”. Vincerai, è scritto. E quando avrai vinto la tua battaglia, finalmente vivrai in un pianeta politicamente corretto. A un passo dall’estinzione. Senza più gioia, calore umano e speranza di un futuro migliore, ma moralmente irreprensibile. Auguri.
Nessuna: Ok, sei Bob Weinstein. Diciamocelo, sei un mostro. Ma quanto ti piace? Per te, non c’è niente di male ad usare il tuo potere e il tuo denaro per ottenere quei favori sessuali di cui tutti sanno e di cui ti bulli impunemente da anni. Certo, adesso nessuno ti rivolgerà più la parola, sarai costretto a ridicoli autodafé, dovrai definirti “malato” (sperando in segreto di non “guarire” mai), ma non ci piove: hai fatto la storia del cinema. Poteva andarti peggio.
Una, ma imperdonabile: Ok, sei il ciccione del treno, è evidente. Mangiati le tue ciambelle, dai tutta la colpa alla tiroide e lasciami in pace.
Non lo so: Ok, sei maledettamente confuso. Beh, siamo in due. Forse in tre. O in di più. Per resistere in ‘sto mondo di linciatori indignati e squali senza scrupoli dobbiamo stare uniti! Fondiamo un club, diventiamo amici, vogliamoci bene!