Mens sana in ufficio sano: coltiviamo il benessere fisico (e mentale) dei lavoratori

I programmi di wellness possono rivelarsi totalmente inefficaci perché ci si concentra più sulla riduzione dei costi, legati a una migliore salute e a un minore assenteismo. Ma bisogna rendere i lavoratori più consapevoli dei regimi di vita sani per farli sentire al centro della vita aziendale

Il tema della corporate wellness è al centro del dibattito della responsabilità sociale, che vede contrapposti gli entusiasti e gli scettici, tra chi sostiene che il gioco non valga la candela e chi, invece, sottolinea i rendimenti di lungo periodo di programmi che sviluppino il benessere del lavoratore.

Forse la chiave di tutto sta proprio nell’origine della citazione latina, che arriva dal poeta Giovenale, il quale aveva dato un’accezione alla frase leggermente diversa da quella prevalsa nel tempo. Mens sana in corpore sano non significa, infatti, nelle intenzioni originali del poeta, che solo chi ha un fisico sano possa sviluppare anche le virtù dell’anima. Giovenale invocava più che altro gli dei affinché offrissero alle persone l’uno (un corpo vigoroso) e l’altra (un’anima illuminata), con l’idea però che le due componenti andassero innaffiate insieme e si completassero a vicenda.

Con armonia.

Noi, che siamo umili e non necessariamente puntiamo agli dei, guardiamo ai mantra delle aziende di oggi, che fanno del benessere e della salute dei lavoratori, più che giustamente, un pilastro della loro crescita.

Tuttavia, come per Giovenale, le cose vanno fatte bene e senza un approccio troppo rigido, il che significa che i programmi di wellness possono rivelarsi totalmente inefficaci se non progettati in modo efficace e misurabile. Troppo spesso, infatti, ci si concentra sulle conseguenze desiderate in termini di riduzione dei costi, legati a una migliore salute e a un minore assenteismo del dipendente.

Continua a leggere su Centodieci