Sostiene VoltolinaMolestie e abusi, il male è nel potere – e nessuno è al riparo. Nemmeno gli uomini

“The power” è un romanzo illuminante per capire le radici delle molestie e degli abusi di potere sulle donne. Quest’anno è tra i 100 migliori libri della lista del New York Times, da domani farà parte della storia della letteratura. E per il 2018 è annunciata l'uscita della serie tv

Andrebbe regalato a tutti. Donne, uomini, vecchi, giovani. Dovrebbe essere nelle vetrine di tutte le librerie, nelle biblioteche, nelle scuole, sui comodini di tutte le case. Da solo risponde a tutte le domande e dubbi sui vari casi Weinstein, Brizzi, e via via ampliando il raggio – la violenza sulle donne, le pari opportunità, il sessismo, la parità di genere.

È solo un libro. Ma è un capolavoro che apre gli occhi, con la potenza del “1984” di Orwell, del “Fahrenheit 451” di Bradbury. È un libro che non solo è quest’anno tra i 100 migliori della lista del New York Times, ma che da domani farà parte della storia della letteratura. Perché come 1984 e Fahrenheit riesce in maniera sorprendentemente acuta a parlare di un tema chiave per l’umanità: il controllo e l’esercizio del potere, l’oppressione di alcuni su altri, la costruzione della realtà.

In originale si intitola “The power”, che in inglese vuol dire “il potere”, ma anche ”la forza”, “l’energia” – e, certo, anche “la corrente elettrica”. In italiano l’hanno intitolato “Ragazze elettriche”, un titolo un po’ stupido che fa l’occhiolino ai teenager. Ma questo tutto è tranne che un libro per teenager. C’è violenza, politica, droga, sesso, guerra, sangue e carne viva e dolente. C’è un racconto visionario, eppure completamente lucido, di quello che porta il nostro mondo ad essere com’è. Perché gli uomini comandano. Perché hanno comandato. Perché lo fanno anche adesso. Dove sta la radice del loro potere, come si é consolidato nei secoli. Perché nelle foto ufficiali dei summit dei capi di stato e di governo ci sono quasi solo maschi. Perché gli uomini possono schiacciare le donne. Perché possono molestarle. Perché possono violentarle. Perché possono limitarle. E come sarebbe il mondo se i ruoli si ribaltassero.

L’autrice, la 43enne inglese Naomi Alderman, raggiungendo e superando di slancio la sua mentore Margaret Atwood (geniale autrice di “The handmaid’s tale”, in italiano “Il racconto dell’ancella”, diventato anche una serie tv cult) riesce nel triplo salto mortale che a nessuno prima era riuscito. A scrivere di rovesciamento dei ruoli ovviamente si erano cimentati già in molti – molte, per la maggior parte – provando a immaginare società matriarcali, governate e dominate dalle donne. Ma niente era mai risultato pienamente convincente, perché sempre mancava qualcosa. Mancava il fattore in grado di rendere plausibile il rovesciamento – mancava la credibilità, quell’elemento segreto in grado di prendere la mente del lettore e convincerla, pagina dopo pagina, che – in effetti… a pensarci… se la metti così… sembra incredibile ma non è poi così tanto incredibile…

Roxy sente quella cosa come spilli e aghi lungo le braccia. Come punture di luce dalla spina dorsale fino alla clavicola, dalla gola ai gomiti, ai polsi, ai polpastrelli. Dentro scintilla. L’uomo si protende verso di lei con una mano, il coltello nell’altra. Lei si prepara a prenderlo a calci o a pugni, ma un qualche istinto le suggerisce una cosa nuova. Lo afferra per il polso. Nel piú profondo del suo petto torce qualcosa, come se avesse sempre saputo farlo. Lui tenta di divincolarsi dalla sua presa, ma è troppo tardi. Lei accoglie il fulmine nell’incavo della mano. Gli ordina di colpire.


Naomi Alderman, Ragazze elettriche, Nottetempo

Alderman vola sopra a tutte le obiezioni e le remore. In un lampo di genio inventa lo skein: un elemento biologico, un pezzo di corpo umano cresciuto nelle donne – forse a causa di una mutazione genetica, o forse da sempre celato nel corpo – sulla clavicola, appena sotto il collo, e fino ad allora dormiente.

Un organo nuovo che dà alle donne un potere inimmaginabile. (In italiano la traduzione opta per ”matassa”, scelta non felice per una parola onestamente difficile da rendere meglio. Ma nella parola skein c’è molto più significato che in “matassa”: c’è la velocità, il lampo, c’è la scarica elettrica. Però in generale il libro gode di una buona traduzione, rispettosa e partecipe – e considerando come gli editori a volte traducono gli autori stranieri, già bisogna essere contenti di questo).

Alderman scrive magnificamente e regala ai suoi lettori la chiave per poter entrare e immergersi completamente in una realtà parallela, che senza skein sarebbe (è stata) irrimediabilmente percepita come irrealizzabile e quindi intrinsecamente debole. In Ragazze elettriche le donne possono davvero sopraffarre gli uomini. Non sempre. Non tutte. Non subito. Ma possono.

Non a caso prologo ed epilogo sono ambientati in un futuro lontanissimo, avanti di circa 5mila anni rispetto ad ora; tutto il resto del libro è invece ambientato in un tempo che é esattamente oggi, ma che a causa di quel che succede quando le ragazze scoprono il potere del loro skein diventa giorno dopo giorno un presente e futuro prossimo distopico. La realtà dei 10 anni in cui Alderman dipana la storia delle “Ragazze elettriche” è dunque esattamente quella del nostro mondo odierno – ci sono i telegiornali, le piattaforme online, i cellulari, le organizzazioni internazionali, i governi, tutto è riconoscibile come la nostra vita quotidiana esattamente com’è oggi.

L’elemento dirompente però innesca una reazione a catena non controllabile, non governabile, non arginabile. E pagina dopo pagina i lettori vengono trasportati in quello che potrebbe plausibilmente essere un altro presente, un’altra quotidianità, con altri rapporti di forza.

Perché a cosa è dovuta la situazione attuale? Da cosa deriva lo squilibrio tra uomini e donne, ancora oggi? Deriva dalla forza. Dal fatto che fin dalla notte dei tempi l’uomo è potuto prevalere sulla donna grazie alla potenza fisica. Alla possibilità di fare male, di infliggere dolore, di sopraffare fisicamente. Attorno a quella forza ha consolidato il suo sistema di potere. Ha costruito alleanze, ha eretto città e nazioni, ha emanato leggi. Ha plasmato religioni, ha scritto libri sacri. Ha definito il ruolo della donna, la differenza tra i generi. Tutto intorno alla supremazia dell’uomo sulla donna, percepita come normale. Naturale. Inevitabile. E anche adesso che in gran parte del mondo la forza non è più l’elemento primario che determina la gerarchia non possiamo liberarci dal maschilismo su cui è intrinsecamente costruita la nostra società. Abbiamo troppi secoli, millenni di storia alle spalle, a senso unico – troppo tempo in cui si è costruita e sedimentata la diseguaglianza. È ormai nel nostro Dna.

La genialità di Naomi Alderman sta nel ribaltare tutto. Ogni elemento di oppressione piccolo, medio, grande che vincola le donne oggi, in ogni parte del mondo. Ogni sopruso. Ogni violenza. Ogni iniquità. Ogni barbarie che l’uomo ha compiuto e compie sulla donna, sulla sua libertà, sulla sua sessualità, sulla sua creatività, sulla sua possibilità di autodeterminazione.

E quando dico tutto intendo: tutto. Anche l’inimmaginabile – inimmaginabile se applicato sugli uomini, beninteso.

Non è un libro buonista, siete avvisati. Il potere delle donne non è migliore di quello degli uomini. Non meno violento. Non meno assoluto. Non meno cieco e soffocante. Non è un libro che piacerà alle femministe, quantomeno a quelle che sono convinte a priori che le donne siano meglio, che farebbero meglio degli uomini se ne avessero la possibilità, a quelle innamorate della dicotomia tra i generi. Eppure è un libro profondamente, onestamente femminista: perché attraverso l’analogia più ardita riesce a mettere a nudo, uno dopo l’altro, tutti i gioghi che soggiogano le donne – fisici, psicologici, normativi, religiosi, culturali.

È un libro che fa sussultare. A volte due o tre righe escono dalla pagina come un pugno, colpiscono al petto il lettore e tornano alla carta, silenziose e potenti. È un libro che ribalta la prospettiva con cui si guarda il mondo. Irrevocabilmente. Se la serie tv – annunciata in uscita per il 2018 e che vede come autrice e coproduttrice la stessa Alderman – manterrà la forza straordinaria del libro, sarà un capolavoro.

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