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22 Dicembre 2017

La vera faccia di Sesto San Giovanni: cristiani e musulmani uniti nella fede

Samuele Maccolini

Malgrado l'ostilità della nuova amministrazione di centrodestra nei confronti della comunità musulmana, la chiesa locale è molto legata agli islamici con cui porta avanti percorsi di dialogo

Sesto San Giovanni, la Stalingrado d’Italia, da quest’estate non è più rossa. Al ballottaggio del 25 giugno 2017 il candidato di Forza Italia Roberto Di Stefano ha vinto contro il sindaco uscente del Pd Monica Chittò conquistando quasi il 60% dei voti. È una svolta significativa per una città che non era mai stata guidata da una giunta di centrodestra. Parliamo di una vera e propria roccaforte della sinistra, dove la fede comunista di buona parte della popolazione è sempre stata un aspetto fondante dell’identità.

La destra ha vinto picchiando duro sui temi dell’ordine, dell’immigrazione, e in particolare della presenza islamica. Lo spauracchio di una “Sesto musulmana” è stato agitato con efficacia dal neoeletto sindaco, che in un’intervista rilasciata ad ottobre si è definito “contro l’islamizzazione”, ma “non contro la libertà di religione”. In particolare la campagna si è focalizzata sul blocco del progetto di costruzione della moschea che la comunità musulmana – rimbalzata per anni in vari luoghi della città – aspetta da più di dieci anni.

L’amministrazione si è mossa subito in direzione contraria alle richieste dei musulmani: “il sindaco neoeletto ci ha negato l’incontro che gli avevamo chiesto per fargli gli auguri, e ha posticipato l’incontro alla formazione della nuova Giunta” racconta a Linkiesta.it l’imam e direttore del Centro Culturale Islamico, Abdullah Tchina. Poi è arrivata la negazione, un unicum in anni di presenza musulmana a Sesto, dell’utilizzo del palazzetto per le celebrazioni della Festa del Sacrificio. Si è aggiunta “l’impossibilità di portare avanti il corso di arabo alla scuola civica – corso per altro aperto a tutti, un servizio di cui ha usufruito per anni anche la comunità copta – per assenza di collaborazione da parte dell’amministrazione”. Infine è arrivato, lapidario, il blocco del progetto della moschea, nello scorso ottobre, grazie al voto del Consiglio comunale sulla decadenza della concessione del diritto di superficie sull’area di via Luini. Un blocco per ora temporaneo fino a quando non si sarà espresso il TAR, che è stato chiamato in causa dalla comunità musulmana per mezzo di due ricorsi.

Lo spauracchio di una “Sesto musulmana” è stato agitato con efficacia dal neoeletto sindaco, che in un’intervista rilasciata ad ottobre si è definito “contro l’islamizzazione”, ma “non contro la libertà di religione”

Ci sarebbe tanto da dire su quella che è stata rinominata in modo fuorviante “la più grande moschea del Nord Italia”. Nel progetto finale infatti la moschea avrebbe dovuto avere l’area della preghiera di una dimensione tale che, secondo le regole di utilizzo degli spazi interni, avrebbe potuto ospitare circa 500 persone. Stiamo parlando quindi di una moschea piccola rispetto alle dimensioni della comunità musulmana di Sesto, composta da circa cinquemila unità.

Incontriamo Tchina Nella periferia di Sesto, dentro al prefabbricato posto al fianco del campo dove avrebbe dovuto sorgere la moschea. È lui a spiegarci la lunga storia della comunità islamica di Sesto San Giovanni. Per nulla isolata e disorganizzata, anzi presa come modello di studio dall’Università Cattolica per la qualità dell’offerta culturale e religiosa: un esempio virtuoso a livello nazionale. «Nei fatti avremmo potuto utilizzare gli immobili di via Veneto [immobile acquisito dalla comunità islamica nel centro della città n.d.r.]senza aspettare un’altra sistemazione, ma abbiamo voluto rispettare la cittadinanza – spiega Tchina -. Questo perché abbiamo una visione, un piano a lungo termine, non guardiamo solo all’attualità. Abbiamo deciso di iniziare un percorso assieme alla città e all’amministrazione. Così, quando arrivi a questo punto, dopo tutti questi traslochi, quando arrivi all’ultima stazione, spendi un milione e duecentomila euro e il progetto viene annullato è un fallimento per la città stessa».

Si sarebbe trattato di un edificio in continuità con il territorio e con la storia di Sesto: di fianco alla zona della preghiera infatti era stato progettato un minareto in acciaio, richiamo esplicito al passato industriale del luogo. Era previsto anche uno spazio aperto a tutti con ristorante, area per incontri di formazione, biblioteca: una vera e propria fonte di riqualificazione per il quartiere.

Insomma, un inesistente pericolo-moschea sarebbe stato agitato a fini propagandistici. Guarda caso, di pari passo con il perpetuarsi di una visione conservatrice della religione cristiana, che spesso viene usata in funzione strumentale. Con il Natale dietro l’angolo, il sindaco ha voluto omaggiare le scuole del territorio di un “piccolo presepe”, baluardo della tradizione cattolica. «Consideriamo importante in questo momento storico difendere la nostra cultura, i nostri valori, le nostre tradizioni. Purtroppo sempre più spesso si moltiplicano in vari comuni e in alcune scuole tentativi di nascondere il Natale. Il Presepe rappresenta la nostra identità oltre a essere portatore di uno straordinario messaggio di pace e speranza e per questo mostrarlo dovrebbe essere un’ovvietà», ha commentato il sindaco Di Stefano.

Si sarebbe trattato di un edificio in continuità con il territorio e con la storia di Sesto: di fianco alla zona della preghiera infatti era stato progettato un minareto in acciaio, richiamo esplicito al passato industriale del luogo

Singolare il fatto che, mentre l’amministrazione comunale sembra virare verso un un conservatorismo cattolico/antislamico, la chiesa locale, nella persona del decano Don Leone Nuzzolese, pur nel rispetto delle varie amministrazioni, ha sempre guardato con sensibilità alle istanze della comunità islamica.

Una tradizione di confronto interreligioso che caratterizza da tempo Sesto. Tra l’altro, proprio in questi mesi il Decanato e il Centro Culturale Islamico hanno organizzato un ciclo di incontri sul tema delle Sacre Scritture (sia la Biibbia che il Corano), con cenni significativi al ruolo di Abramo, patriarca comune, e a quello di Maria. Con una partecipazione più che considerevole da parte dei residenti.

Massimo Fere, membro di Pax Christi e uno degli organizzatori dei percorsi del dialogo interreligioso conferma che «la comunità musulmana ha sempre mantenuto un ottimo rapporto con la chiesa locale, rapporto che negli ultimi anni si è molto intensificato. Sulla scia del magistero di Papa Francesco abbiamo imparato ad ascoltarci reciprocamente, anche nelle rispettive spiritualità. Per esempio dopo gli attentati di Parigi noi della comunità cristiana ci siamo sentiti subito con i musulmani. Per dare un segno alla città. Sarebbe stato semplice organizzare una manifestazione, una marcia. Ma ci siamo detti: “cosa ci caratterizza soprattutto come credenti?” Ci siamo risposti: “l’ascolto”. Così abbiamo preparato un momento di preghiera comune, in cui abbiamo letto reciprocamente testi sacri della Bibbia e del Corano» conclude Fere. Sono solo alcune delle attività che negli anni hanno permesso di legare le due comunità. Per esempio sono stati organizzati anche corsi di lingua per le mamme arabe che faticano a imparare l’italiano. Poi, durante il Ramadam, la cena “Sapori e Saperi” riunisce la cittadinanza nel segno della condivisione: cinquecento persone l’anno scorso.

E per finire c’è da sottolineare la rilevanza delle realtà associative, molto vive a Sesto, che si sono mosse moltissimo negli ultimi anni per favorire l’integrazione.

Insomma, nella nuova Sesto non è così semplice rompere i legami con il passato, e la chiesa di Francesco non si nasconde certo dietro le belle parole: le immagini delle sale che ospitano gli incontri del dialogo interreligioso, gremite di cittadini sestesi, sono la vera faccia di una città che non vuole piegarsi a certe logiche di propaganda, mantenendo invece la qualità del dialogo interreligioso a livello alto. Altissimo.

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Spunto
La minaccia per la libertà è rappresentata dai fan di Orbán, non certo dai fan di Zan Il dibattito sui difetti della legge Zan, il carattere troppo vago o invece troppo ideologico di alcune sue formulazioni, le critiche della chiesa a questo o quell’articolo del ddl e le proteste degli anticlericali contro le ingerenze della chiesa, comunque la pensiamo nel merito, non dovrebbe farci perdere di vista dove sta il dito e dove sta la luna.  
La Consulta apre la strada allo sblocco degli sfratti Una norma sproporzionata, non bilanciata, che non consente procedure differenziate. La Corte Costituzionale, come scrive il Messaggero, ha stabilito che la seconda proroga del blocco dei pignoramenti dell’abitazione principale del debitore è illegittima. E ora questa sentenza potrebbe fare da apripista sullo sblocco degli sfratti, previsto dalla norma inserita nel decreto Milleproroghe a fine 2020. Nelle motivazioni, i giudici sottolineano che, con la sospensione delle esecuzioni, si verifica una sproporzione tra la tutela del creditore e quella del debitore.  
Sull’immigrazione Merkel e Draghi hanno «pochissime divergenze di opinioni» «Sulla migrazione abbiamo situazioni diverse: l’Italia è un paese di arrivo, mentre noi siamo colpiti dai movimenti secondari, ma siamo totalmente d’accordo sul modo di gestire il fenomeno, e cioè di iniziare nei paesi di provenienza». Sul dossier migrazione, quello di gran lunga di più difficile gestione a livello europeo, Angela Merkel non ha dubbi: c’è piena coincidenza di vedute tra Italia e Germania sulle azioni da intraprendere per gestire efficacemente il fenomeno.  
Salvini torna giustizialista ricordandoci che cosa abbiamo rischiato nel 2018 Tra una raccolta di firme a sostegno dei referendum garantisti «per una giustizia giusta», un elogio di Mario Draghi e un dibattito sull’opportunità di costruire in Italia un grande partito della destra di governo (e se nessuno lo ha ancora definito il «partito liberale di massa che l’Italia non ha mai avuto» è solo perché, con l’avanzare dell’età, anche i nostri commentatori perdono qualche colpo), Matteo Salvini ha rilanciato sui suoi canali social il video in cui alcuni poliziotti inseguono un uomo, a quanto pare, armato di coltello (uomo ovviamente di colore e classificabile come immigrato, altrimenti non sarebbe finito sui social di Salvini) e a un certo punto, per fermarlo, gli sparano a una gamba. Un video cui il leader della Lega ha aggiunto anche una musichetta a fare da colonna sonora, usando gli elogi alla polizia per rendere presentabile un messaggio che ha tutt’altro effetto, sulla platea (non lo espliciterò perché confido nell’intelligenza del lettore). Ricordando a ciascuno di noi che cosa abbiamo rischiato tra 2018 e 2019, quando l’autore di una simile propaganda era ministro dell’Interno, e messaggi del genere li lanciava dal Viminale, con indosso la divisa da poliziotto.    
La reazione dell’Europa all’anacronistica censura dell’omosessualità in Ungheria Il 20 agosto scorso, festa nazionale di santo Stefano d’Ungheria, Viktor Orbán, tuonando contro un’Europa occidentale che, rinunciando alle sue radici cristiane, «sperimenta un mondo senza Dio, famiglie arcobaleno e migrazioni», aveva invitato i Paesi dell’Europa orientale a stringersi intorno alla «Polonia, nostra nave ammiraglia». Ma il primo ministro magiaro e leader di Fidesz sembra guardare sempre più come modello anche alla Russia di Putin soprattutto nell’ossessiva battaglia alle istanze della comunità arcobaleno. E così, dopo lo scandalo del fedelissimo eurodeputato József Szájer, irriducibile paladino della cosiddetta famiglia tradizionale in patria, frequentatore di orge omosessuali a Bruxelles. Orbán ha puntato sul nem totale alle rivendicazioni delle persone Lgbt+ e sulla compressione dei loro diritti a colpi di legge.  
Il Pd smetterà di essere il partito della Ztl quando smetterà di parlarne Da tempo Enrico Letta ripete che il Partito democratico deve smettere di essere «il partito della Ztl», come ha fatto quattro giorni fa a Taranto e anche due giorni fa a Tor Bella Monaca, a quanto riportano le cronache, davanti agli iscritti della locale sezione del Pd. Dettaglio, quest’ultimo, che dava a tutto il contesto qualcosa di particolarmente straniante, suggerendo l’immagine di un segretario che arriva attorniato da cronisti, presumibilmente venuti con lui dal centro della città, apposta per dire ai militanti del suo partito lì residenti – in un quartiere distante dalla Ztl una quindicina di chilometri – che bisogna smettere di essere il partito della Ztl. Buffo, no?  
La settimana mondiale degli uomini che espongono indesideratamente il pisello È la settimana mondiale degli uomini che espongono indesideratamente il pisello. Mentre in Italia si vocifera di magnifiche sorti e progressive per la carriera d’un uomo politico che ne mandava autoritratti a poverecriste, in America l’ex moglie di Anthony Weiner – Huma Abedin, consigliera di Hillary Clinton – annuncia un’autobiografia. Non vedo l’ora di leggere quattrocento pagine su come sia stato essere sposate col più famoso mandatore di foto di pisello che l’epoca dei telefoni che fanno le foto abbia conosciuto.  
Il problema dei cacciatori improvvisati in Uganda Sono questi i quesiti (per nulla di poco conto) che sorgono se si scorre la cronaca recente che arriva dall’Uganda, Paese con uno dei più grandi patrimoni naturali del mondo e le cui popolazioni rurali e contadine vivono in condizioni di grandissima miseria (inevitabilmente peggiorata negli ultimi due anni) e che, per fame e sopravvivenza, hanno preso ad avventurarsi nei parchi protetti per cacciare antilopi e bufali, così da poterne vendere le carni al mercato nero. 
Una piccola mossa per Salvini, una grande occasione per l’Italia Ci sono mille ragioni per diffidare di Matteo Salvini, la prima delle quali è, evidentemente, Matteo Salvini. Ma la politica è arte combinatoria, che consiste nel fare il possibile con il disponibile, e pertanto richiede per prima cosa di non fossilizzarsi sui propri pregiudizi, nemmeno quando fondati su solidissimi e ben meditati giudizi.  
Draghi blinda il decreto sulle assunzioni nella pubblica amministrazione Il governo dovrebbe completare oggi la “cassetta degli attrezzi” del Recovery Plan, approvando il provvedimento per le assunzioni nella pubblica amministrazione finalizzate all’attuazione degli investimenti e delle riforme chieste dalla Commissione Ue. Dovrebbe essere un decreto in versione leggera, però, limitato al reclutamento del nuovo personale destinato al Pnrr, per un numero complessivo intorno alle 25mila unità.  
Conte continua a ripetere che «ora si parte», ma forse pensa alle vacanze Non ci sarebbero molti motivi, a parte il semplice piacere della contemplazione, per tornare sulla lenta agonia del Movimento 5 stelle, dilaniato dalla complicata vertenza legale della separazione tra contiani e casaleggesi. Ce ne sarebbero anzi diversi per astenersene, perché dietro cavilli e contestazioni c’è pur sempre una dolorosa vicenda umana, in cui, come al solito, sono i più deboli ad andarci di mezzo. Io, per esempio, non ho ancora capito con chi passerà i finesettimana Danilo Toninelli, chi porterà Nicola Morra a studiare i verbali da zio Piercamillo, chi accompagnerà Barbara Lezzi al parco quando il caldo si farà più intenso e non si potranno nemmeno accendere i condizionatori per non fare un favore al governo.  
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Un’antipolitica politica, questa è la formula che fa crescere la Meloni nei sondaggi Esiste in Italia una quota potenzialmente molto grande di cittadini che odia la politica, ne disprezza le forme, ne irride le manifestazioni, non ha dubbi sulla sua intrinseca immoralità. Al suo interno c’è una parte che di volta in volta sceglie un leader di riferimento abile a presentarsi come “diverso”, alternativo alla politica ufficiale, forte di una sua costruita coerenza e soprattutto, come si dice adesso, cazzuto.  
Il disastro ambientale causato dalle economie pianificate In tutto il mondo le persone sembrano essere d’accordo sul fatto che il libero mercato stia fallendo di fronte alle sfide associate con il cambiamento climatico e gli altri problemi ambientali. Ma le cose stanno davvero così?  
Ecco come sarà la nuova mini-Alitalia Dopo un lungo negoziato, il governo italiano e la Commissione europea hanno trovato ieri a Bruxelles una intesa preliminare sul futuro di Alitalia. Ora spetterà alle autorità italiane mettere in pratica l’accordo, presentando alla Ue un nuovo piano di investimenti nella nuova compagnia aerea con soldi pubblici che sia in linea con le regole continentali sulla libera concorrenza.  
I verbali del caso Grillo e l’ossessione italiana per i processi di piazza Tutti i principali giornali offrivano ieri ampi virgolettati tratti dagli interrogatori della ragazza che ha denunciato per stupro il figlio di Beppe Grillo e tre suoi amici. Ma il titolo più significativo era quello di Repubblica: «Grillo, i verbali inediti di Silvia». Proprio così, a questo siamo arrivati: al titolo che promette al lettore «verbali inediti», neanche si trattasse di un romanzo.  
L’Italia non ripartirà senza una riforma della giustizia, perché la regressione populista è iniziata da lì Fossi furbo, comincerei questo articolo spiegando che la crisi della magistratura è giunta a un punto tale che non si può più far finta di niente, che l’esigenza di un intervento radicale è testimoniata dallo spettacolo offerto dagli stessi magistrati intenti ad accusarsi l’un l’altro in diretta televisiva, che quanto emerso dal caso Palamara prima e dal caso Amara poi impone urgentemente una riforma di sistema. A partire dal Consiglio superiore della magistratura e dai meccanismi che regolano correnti e carriere.  
Il girotondo intorno a Draghi e i rischi di un radicalismo da Ztl Il mondo è pieno di validi argomenti per una sinistra che voglia riaffermare alcuni principi di equità nella distribuzione delle risorse e riposizionarsi su una linea più radicale in economia, per un fisco maggiormente progressivo, uno stato sociale più forte e un maggiore interventismo pubblico. Per non farla lunga, come segnale di svolta nel dibattito pubblico globale attorno a questi temi, basta l’esempio di Joe Biden e dei democratici negli Stati Uniti. Un esempio, comunque se ne vogliano intendere la genesi e il valore, particolarmente significativo proprio perché proveniente da loro, che sono stati per decenni il punto di riferimento delle correnti liberal, dei sostenitori della terza via, della sinistra liberale e liberista a tutte le latitudini.  
Aiutiamo i Cinquestelle, a patto che non ricostituiscano mai più il disciolto partito populista Se il giornale più amichevole arriva a titolare «Il M5s non regge il governo», come si poteva leggere ieri sul Fatto quotidiano, vuol dire che la situazione è giunta a un punto critico («Non riescono a darsi un nuovo capo, figurarsi un assetto, e nel governo Draghi stanno sempre più scomodi», era l’incipit dell’articolo a firma di Luca De Carolis).   
Dagli oceani all’anima, il nuovo progetto sostenibile di Domingo Communication Si chiama Deepness, from oceans to soul e mira a unire i mondi di fashion, visual arts e sustainability con la collaborazione di Oceanus, associazione non governativa ambientalista che dal 2005 opera in prima linea nella conservazione degli ecosistemi marini e della salute del pianeta.  
La carica degli intellettuali meloniani e la chiusura della mente italiana Sulla Stampa di ieri, il politologo liberale Giovanni Orsina, già teorico della necessità di «romanizzare i barbari» leghisti e grillini (nell’estate del 2018, all’indomani della formazione del governo gialloverde), firmava un interessante editoriale dal titolo «Perché ha senso Meloni premier».  
È morto Franco Battiato È morto Franco Battiato all’età di 76 anni. Il cantautore siciliano è deceduto nella sua residenza di Milo, in provincia di Catania, dopo una lunga malattia. Lo ha reso noto la famiglia, comunicando che i funerali avverranno in forma privata.  
I 200mila ragazzi che hanno abbandonato la scuola «Non so dove siano finiti gli studenti, abbiamo scritto alle famiglie». In mancanza di dati pubblici nazionali, il preside Guido Campanini, alla guida di un istituto tecnico di Parma, spiega a Repubblica cosa sta succedendo con la pandemia. E con lui altri presidi e insegnanti di tutta Italia, preoccupati per il mancato rientro di molti ragazzi in aula.  
Draghi è pronto a usare il metodo Figliuolo/Belloni alla Rai Metodo-Figliuolo o se volete metodo-Belloni in Rai. Non è un sogno. Nell’éra di Draghi è possibile. Dopo la cacciata di Gennaro Vecchione (amico di Giuseppe Conte) dal Dis e prima ancora quella di Domenico Arcuri (amico di Massimo D’Alema) dal commissariato per la lotta al Covid – per non dire del comico Mimmo Parisi, amico di Luigi di Maio e rispedito back to Mississippi – toccherà presto all’ineffabile presidente della Rai Marcello Foa, amico di Matteo Salvini, fare le valigie: l’importante non è solo che lui se ne vada ma che che possa iniziare quella nuova stagione a viale Mazzini che si aspetta da sempre, una stagione nella quale siano premiate le professionalità e non le amicizie politiche. Utopia, si dirà. Ma se non ora quando?  
Orlando pronto a far fuori Mimmo Parisi, lui dice che nessuno lo ha avvertito La novità dovrebbe essere contenuta nel prossimo decreto sostegni bis. Come avevamo anticipato su Linkiesta, il presidente dell’Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro (Anpal) Mimmo Parisi sarà sostituito da un commissario. Il professore del Mississippi, padre dei navigator fortemente voluto da Luigi Di Maio per lanciare il reddito di cittadinanza, decadrà con tutta la governance dell’agenzia, compreso consiglio d’amministrazione e direttore generale.  
Giuseppe Conte ha già scritto il programma del centrosinistra Sono passati due mesi e mezzo da quando Beppe Grillo ha incoronato Giuseppe Conte come capo del Movimento Cinque Stelle. Ma l’ex presidente del Consiglio, in mezzo alle turbolenze grilline e agli scontri legali con Casaleggio, non ha ancora ricevuto nessuna investitura ufficiale dagli elettori. «Ora siamo pronti», dice in un’intervista al Fatto Quotidiano. «Abbiamo una carta dei principi e dei valori, un nuovo statuto, una piattaforma di voto alternativa: a giorni avremo i dati degli iscritti, perché non può che essere così, ci sarà un grande momento di confronto pubblico e poi si voterà».  
Cartabia e l’imperdibile occasione offerta dalla guerra civile dei pm Le parole della ministra Marta Cartabia sulla presunzione di innocenza – l’unica forma di presunzione da anni del tutto assente dal nostro dibattito pubblico – ripaga di tante amarezze i pochi appassionati ai principi fondamentali della civiltà moderna rimasti nel nostro paese (l’ultimo participio, «rimasti», potete considerarlo riferito tanto agli appassionati quanto ai principi: sono pochi in entrambi i casi).   
L’incredibile carambola romana dimostra che l’unico partito che Conte riesce a guidare è il Pd Di questo passo arriverà presto il giorno in cui tutti noi che ce ne occupiamo con passione dovremo deporre la penna e alzare le mani, accettando il fatto che le contorsioni del Movimento 5 stelle sono gli ultimi sussulti di un’agonia ormai irreversibile, e che di conseguenza continuare a occuparsene, fosse anche solo per sghignazzarne un po’, rischia di sconfinare nell’accanimento. Ma non è questo il giorno. 
L’indecoroso spettacolo del Pd su Roma, trattata come una poltrona di sottogoverno Chiunque viva a Roma sa che nemmeno il lockdown e le successive restrizioni sono bastati a nascondere lo stato di abbandono, degrado e sporcizia in cui la città è lasciata da anni. Ma la nota dominante dell’amministrazione cittadina, da ben prima della pandemia, è il grottesco, perché solo così si può definire lo spettacolo di una città in cui chiudono le stazioni della metropolitana, e restano chiuse per mesi, una dietro l’altra, magari perché si rompe una scala mobile, mentre la sindaca si vanta sui suoi profili social di aver fatto potare un’aiuola o di avere acceso un lampione.  
Il ministro Bianchi dice che a settembre tutti gli studenti saranno in classe «Voglio riportare a settembre tutti gli studenti in aula e in sicurezza». Lo dice a Repubblica il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, mentre ancora in realtà non mancano molti giorni per arrivare alla fine dell’anno, tra le Regioni che vanno in ordine sparso, i presidi che reclamano attenzioni, i malesseri dei ragazzi e le paure dei professori.  
Matteo Salvini torna a chiedere riaperture entro metà maggio e stop al coprifuoco «Io non litigo, vorrei soltanto che si riconoscesse il sacrificio, la disciplina e l’esasperazione dei cittadini che chiedono alla politica una cosa: tornare a vivere e a lavorare! Con tutte le precauzioni di buonsenso e nelle zone col virus sotto controllo: mascherine, distanze, vaccini, tamponi, ma senza rinnegare più nulla delle nostre libertà fondamentali che sono, prima di tutto, la libertà di muoversi nella propria città senza dover guardare con preoccupazione allo scattare di un coprifuoco ormai ingiustificato». Risponde così il leader della Lega Matteo Salvini al Messaggero, dopo l’ennesima lite con il segretario del Pd Enrico Letta, che avrebbe chiesto al presidente del Consiglio Mario Draghi di «arginare» l’alleato leghista. «Gli italiani hanno dato fiducia a questo governo: ora è il governo che deve avere fiducia negli italiani. Riaperture entro metà maggio e via il coprifuoco», rilancia Salvini.  
Report e la tragicommedia del giornalismo complottista in prima serata Un parlamentare della Repubblica italiana è spiato. Si chiama Matteo Renzi, senatore di Italia viva. Forse ce ne sono altri ma ne basta uno per chiedersi se nel 2021 l’Italia è la solita Repubblica delle banane nella quale intrighi, spionaggi, dossier, servizi segreti eccetera eccetera la fanno ancora da padrone come nei decenni passati. Roba lontana, i servizi deviati, politici felloni, giornalisti equivoci.    Siamo sempre qua, e già. Il giornalismo rischia di diventare “giornalismo” con le virgolette alla caccia di Watergate alle vongole con Sigfrido Ranucci al posto di Robert Redford – la storia che si ripete come farsa – che nel film faceva Bob Woodward. 
Fedez legem de homophobia oppugnanda defendit et Matthaei Salvini sectatores vituperat Acerrimas contentiones dissensionesque e Fedez verbis exortas esse nemo ignorat. Nudius enim tertius perinsignis cantor rapianus in magno concentu Romae habito ac per tertium retis televisifici Rai canalem directe transmisso in Andream Ostellari, Senatoriae Commissionis pro Iustitia praesidem, et extremae dexterae factionis “Societas – Salvini Minister Primarius” (Italicis verbis Lega – Salvini Premier) sectatores atrociter est invectus.  
La giustizia riparativa e altre riforme per mettersi alle spalle la dottrina Bonafede Con il suo vibrante discorso alla Camera, Mario Draghi ha chiamato a raccolta il Paese sui grandi temi su cui si giocherà la partita del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il grande piano di rinascita dell’Italia.  
L’alleanza dei riformisti è come la Superlega, un’ottima idea eseguita (per ora) in modo stravagante L’alleanza dei riformisti è un po’ come la Superlega (quella di Florentino Pérez e delle italiane, non quella di Salvini): un’ottima idea, certamente elitaria, ma sensata e lungimirante, sviluppista e antipopulista e quindi per questo travolta da una melassa di bugie stomachevoli e di ipocrisie stucchevoli, per non parlare delle manovre e delle minacce dei leader sovranisti, degli sceicchi, degli oligarchi e dei burocrati con residenza fiscale in Svizzera. Ma il punto è che al di là del merito, su cui si può essere d’accordo o no, sia la Superlega sia l’alleanza dei riformisti sono progetti eseguiti in quel modo che i manuali di politologia o di business administration definiscono tecnicamente “alla cazzo di cane”.   
L’arresto degli ex terroristi ci ricorda l’importanza di non avere Bonafede ad accoglierli Alla notizia dell’arresto in Francia di sette persone condannate in via definitiva per terrorismo dai nostri tribunali, ogni persona civile cui sia toccato in sorte di vivere nell’Italia di oggi, qualunque cosa pensi degli anni di piombo, dei singoli casi giudiziari e di tutto il dibattito politico annesso, ha almeno un buon motivo per sentirsi rassicurata. E il motivo è la ragionevole certezza che l’attuale ministra della Giustizia, Marta Cartabia, non andrà ad accogliere gli arrestati all’aeroporto mascherata da agente di polizia, come fece il suo predecessore Alfonso Bonafede assieme all’allora ministro dell’interno Matteo Salvini, in occasione dell’estradizione di Cesare Battisti, girandoci sopra anche un video, con tanto di colonna sonora aggiunta in postproduzione, pubblicato sulla sua personale pagina Facebook, dal titolo «Una giornata che difficilmente dimenticheremo» (l’unica cosa su cui aveva ragione da vendere).  
Perché Marine Le Pen sostiene un appello che minaccia un colpo di Stato contro Macron Mercoledì scorso il settimanale di estrema destra Valeurs Actuelles ha pubblicato una lettera aperta al governo francese firmata da 24 generali in pensione cui è seguita l’adesione di diverse centinaia di ufficiali.
Cingolani spiega i numeri e i progetti della transizione ecologica «Il nome Recovery Plan dà l’idea che stiamo mettendo una toppa a qualcosa che è andato storto. Preferisco Next Generation Eu e vorrei che agli italiani arrivasse un altro tipo di messaggio: questo è un progetto più ambizioso della semplice ripresa post pandemia, vuole impostare il futuro del Paese per le generazioni a venire».  
Ci sentiamo costretti in casa da un anno, ma in realtà non lo siamo mai stati davvero Il paese reale è quello che vedi o quello che ascolti? Ieri, ad accendere la radio, l’Italia – invece di lavorare, disperarsi, o innamorarsi – faceva la fila dall’alba, in emozionata attesa della riapertura dei bar e dei ristoranti. Ad andare al ristorante, l’Italia pareva temporaneamente assente. I tavoli all’aperto – dehors, come li chiamano quelli che si sentono eleganti – erano mezzi vuoti.   
Quello di Sarah Halimi è l’affaire Dreyfus dei nostri giorni Non è giudicabile chi, sano di mente, massacra a pugni e butta dalla finestra una anziana ebrea. Questa la incredibile e cinica sentenza della Corte di Cassazione francese che ha accettato la sentenza della Corte di Assise di Parigi e ha definito «non punibile», Kabili Traoré, pluripregiudicato di origine maliana, perfettamente sano di mente, che il 4 aprile 2017 a Belleville è penetrato nell’appartamento della sua vicina ebrea Sarah Halimi, di 65 anni, l’ha massacrata a pugni per più di un ora al grido di «Allah o’ Akbar!», recitando versetti del Corano, poi l’ha appesa nel vuoto da una terrazzino, ancora cosciente, infine l’ha fatta sfracellare al suolo gridando: «Ho ucciso il sheitan, il diavolo!».  
Vince “Nomadland”, solo due statuette a “Mank” Il vincitore, più che annunciato, della 93esima edizione degli Oscar, è “Nomadland”. Si aggiudica il titolo di miglior film, Chloé Zhao quello di miglior regista e Frances McDormand di migliore attrice protagonista. Non un film pigliatutto, certo: ha vinto tre premi su sei nomination, ma si può dire che la 93esima edizione degli Oscar sia sua.  
Secondo Carfagna, è un’occasione storica per unire Nord e Sud «Per la prima volta ci sono davvero le basi per una riunificazione sociale ed economica del Paese». Per la ministra del Sud Mara Carfagna, destinare al Mezzogiorno il 40% delle risorse del Recovery è «un’occasione storica per l’Italia».  
Comanda Draghi e Meloni fa opposizione, mentre Salvini non sa che cosa fare Quando un leader politico si arrampica sugli specchi la situazione è seria. Ecco un Matteo Salvini in ritirata: «Noi siamo i più leali alleati di Draghi e siamo rispettosi dell’appello di Mattarella – ha detto ieri – se qualcuno cerca chi vuole rompere chieda al Partito democratico o pensi alla felpa che abbiamo visto pochi giorni fa. Siamo convintamente nel governo Draghi, non è il governo di altri. Siamo leali ma non fessi, questo non è il governo Orlando-Speranza».  
Il biografo di Philip Roth è accusato di molestie e la casa editrice ferma il libro Blake Bailey, l’autore della biografia di Philip Roth (opera attesa a lungo e osannata dal mondo letterario americano, tanto che il New York Times la ha definita «un capolavoro»), è stato accusato di molestie sessuali da alcune donne. Le accuse risalgono agli anni ’90, quando Bailey insegnava in una scuola superiore di Lusher di New Orleans, ma una, più recente, è del 2015.  
Giorgio Strehler, l’uomo dei superlativi assoluti Era anzitutto un uomo malinconicissimo, con un velo di nostalgia costante, come un rimpianto. «Sono un sentimentale che vive molto di passato e nel passato. Che soffre il passato. E mi arrabbio perché sfugge al dominio e alle speranze. Su di esso non è possibile influire. Allora cerco di scacciarlo, di esorcizzarlo, rifiutandomi per esempio di guardare le foto dei tempi andati. E poi c’è il fluire degli anni, lo scorrere della sabbia nella clessidra. Lento, inesorabile nemico. Una parte di me lo odia, l’altra, la più saggia, si sta abituando a questa, come ad altre idee». 
Le clausole vincolanti e le minacce di Boris Johnson ai club inglesi Ascesa e caduta della Super League sono state rapidissime. Tanto inatteso l’annuncio della sua formazione, tanto sorprendente la velocità con cui la maggior parte dei suoi club fondatori ha deciso di non voler più partecipare.  
L’azzeramento dei partiti e i sonnambuli in Parlamento Chi più chi meno, tutti i partiti sono in difficoltà. Questo dato di fatto rafforza il governo Draghi, d’altronde nato esattamente per sopperire alla assenza di un progetto credibile da parte di un qualunque partito: nessun leader ha oggi la forza di alzare la voce con il presidente del Consiglio. Guardate le consultazioni di Draghi con tutti i partiti sul Recovery plan conclusesi ieri: notizie, zero. Tutti i partiti sono andati disciplinamente a palazzo Chigi, hanno detto ognuno due cose al presidente del Consiglio, ne sono usciti per le rituali dichiarazioni che non dicono niente, frasi scontate, vuote, «abbiamo fatto presente, abbiamo sollecitato…», giusto per riempire gli inguardabili pastoni dei tg. Niente, nemmeno una polemicuccia: eppure sul Recovery plan (di Giuseppe Conte) si era fatta una crisi di governo.   
Ascesa e caduta della Super Lega «Non mi preoccupa che qualcuno abbandoni la Super League». Lo ha detto Florentino Pérez in un’intervista all’Équipe, proprio nel momento in cui il progetto sembra iniziare a vacillare: il Manchester City è uscito dall’accordo, nonostante le penali da pagare. A far ricredere i Citizens sarebbero state le durissime reazioni delle autorità calcistiche e dei governi e quelle dei tifosi, arrivate a seguito dell’annuncio di domenica sera. «Il Manchester City Football Club può confermare di aver formalmente emanato le procedure per il ritiro dal gruppo sviluppando i piani per una Super League europea», si legge in una nota pubblicata pochi minuti fa dalla società.   
Conte è deluso dai Cinquestelle, che forse ritiene irriformabili Il Grande Capo che guida il primo partito italiano ha perso la testa per la vicenda del figlio accusato di stupro che, come tale, è un problema privato ma che diventa pubblico, persino “politico”, nel  momento in cui Beppe Grillo fa strame di principi di civiltà e umanità, Incredibile la frase: «Ma se vieni stuprata, poi vai a fare kitesurf?», e il riferimento al fatto che la ragazza che ha denunciato il presunto stupro da parte del figlio di Grillo lo abbia fatto 8 giorni dopo il fatto. Sembra di rivivere il “Processo per stupro” di 50 anni fa.   
La Super Lega accelera il processo di integrazione europea più della politica L’annuncio della Super Lega Europea (Esl) è un evento che avrà conseguenze oggi ancora non immaginate. I più dibattono sul tema con le classiche chiavi di lettura della passione sportiva o del business. Si tratta di discussioni piuttosto sterili e anche inutili.  

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