I giovani non sono più quelli di una volta. A dirlo non è una qualunque, ma Noreena Hertz, economista londinese, consulente governativa a livello globale, considerata una delle menti più brillanti della sua generazione. Succede che, tre anni fa, la Hertz ha iniziato a consultare più di duemila giovani sotto i ventun anni, la cosiddetta generazione K, negli Stati Uniti e Gran Bretagna. Ha scoperto, la Hertz, che sono una generazione estremamente impaurita e consapevole dell’instabilità del mondo, una generazione nata sotto il segno dell’undici settembre e della crisi economica.
Fin qui niente di particolarmente strano. Ciò che incuriosisce, semmai, è quanto questo sentimento di diffusa insicurezza stia cambiando la propensione al risparmio dei giovani. Ciò che emerge dalla ricerca della Hertz è una generazione che non si fa attrarre dalle spese facili, ma che, al contrario, preferisce conservare i propri piccoli guadagni per i momenti di difficoltà e – anche se sembra incredibile – per la vecchiaia. Il motore? Ancora una volta è la paura: sono più i giovani che hanno paura dei debiti (77%) di quelli che affermano di aver paura del terrorismo (75%).
Una generazione che non si fa attrarre dalle spese facili, ma che, al contrario, preferisce conservare i propri piccoli guadagni per i momenti di difficoltà
In Italia le cose non vanno molto diversamente: secondo quanto emerge dal rapporto Ocse sull’educazione finanziaria degli studenti, quelli italiani risultano essere dei buoni risparmiatori, anche se scarsamente bancarizzati. Solo il 35% è titolare di un conto corrente, un livello decisamente inferiore rispetto al 56% della media Ocse. Nonostante questo, il 43% mette da parte un po’ di soldi con cadenza settimanale o, al più, mensile. Non solo: il 59% degli studenti ha indicato che risparmierebbe per acquistare qualcosa per cui non dispone di denaro sufficiente.
La questione dell’educazione finanziaria, in quest’ottica, assume notevole importanza: il 19,8% degli gli studenti quindicenni “non riesce a raggiungere il livello di riferimento per le competenze finanziarie”, sebbene la performance sia migliore rispetto al 22,3% della media Ocse. Il problema, semmai, è che solo il 6,5% dei ragazzi italiani raggiunge il livello più alto della scala delle competenze finanziarie, dimostrandosi in grado di analizzare prodotti finanziari complessi, rispetto a una media quasi doppia, pari all’11,8%.
In poche parole: i giovani italiani credono ancora nel risparmio, ma l’indagine Ocse certifica chiaramente che non possiedono conoscenze finanziarie sufficienti per poterlo gestire al meglio. App come Gimme5 di AcomeA Sgr un salvadanaio digitale per risparmiare piccole e grandi somme e farle crescere nel tempo, a partire da 5 euro – possono essere un ottimo strumento per risolvere questo dilemma. Perché possono consentire di accumulare poco a poco fissando degli obiettivi di risparmio. Ma anche perché permette al giovane risparmiatore di crescere assieme ai propri risparmi, assimilando col passare del tempo alcuni concetti di base della finanza. Gimme5 prevede un percorso di contenuti personalizzati composto da suggerimenti, articoli e funzionalità aggiuntive che accompagnano gradualmente il risparmiatore, per farlo diventare sempre più consapevole nelle proprie decisioni di risparmio e investimento.
L’indagine sull’educazione finanziaria degli studenti (Pisa) è scaricabile qui