I nove errori più comuni del linguaggio aziendale

Barocchismi, abusi della forma passiva, incisi, parentesi, subordinate che non finiscono mai: alcuni piccoli consigli per guadagnare un sacco di tempo ed efficacia

Uno dei tanti nefandi effetti della burocrazia è il suo impatto sulla lingua di tutti i giorni.

Dal mondo della scuola – che è il primo con cui da cittadini familiarizziamo -, fino alla prima denuncia di uno scippo con tutto quello che sta in mezzo, quasi ogni giorno veniamo contaminati dal burocratese.

E quasi per vendetta lo riversiamo, vomitando obbrobri, nella vita lavorativa.

La lezione manzoniana vale per tutti: l’Azzeccagarbugli vuol impressionare il povero Renzo con le parole. E noi, chi più chi meno, facciamo lo stesso.

Elenco di seguito una selezione di vezzi, per non dire errori, di cui liberarci senza timore di ledere la nostra autorevolezza. Prendo spunto da Umberto Eco e dalle le sue mirabili Bustine, utilissime per dipanare la nebbia della nostra scrittura.

Sia chiaro, il problema non è solo un esercizio linguistico fine a sé stesso. Fiumi di parole ingarbugliate frenano il flusso quotidiano del nostro lavoro, con impatti e costi altissimi, di cui non si ha consapevolezza. Una vera insidia.

Writing Dynamics™ è un metodo che dota di strumenti molto semplici per migliorare l’efficacia della nostra scrittura sul lavoro, il cosiddetto business writing. Abbiamo bisogno di farci leggere, capire e seguire. E tutto al volo, in velocità.

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Fiumi di parole ingarbugliate frenano il flusso quotidiano del nostro lavoro, con impatti e costi altissimi, di cui non si ha consapevolezza. Una vera insidia

Veniamo al dunque. Ecco alcuni suggerimenti.

  1. Usare 3-4 parole per esprimere concetti per i quali ne basta 1. Nel momento in cui è quando.

  2. Abusare della forma passiva. La produzione viene fatta a diventa Produciamo a.

  3. Usare sigle e acronimi oscuri anche per definire il proprio ruolo, nel siglare un’email o su LinkedIn. Che cos’è un FX Corporate Sales? Un Trade Marketing HHD?

  4. Usare frasi lunghe o barocche che fanno perdere il senso del messaggio. Coloro i quali dovessero manifestare interesse in merito alla nostra proposta commerciale possono approfondire visitando il nostro stand può diventare Venite a trovarci allo Stand X per scoprire i nostri prodotti.

  5. Abbondare con il gerundio passato. Avendo chiuso questo stabilimento e avendo deciso di spostare la produzione diventa Chiuso lo stabilimento e spostata la produzione.

  6. Usare termini astratti, più lunghi e vaghi, al posto dei corrispondenti nomi più corti, comuni e concreti. L’implementazione si trasforma in sviluppo.

  7. Usare tecnicismi o vocaboli di altre lingue a sproposito e fuori contesto. Il Former President può essere tranquillamente l’Ex Presidente, se parliamo di un’azienda brianzola.

  8. Abusare di incisi, parentesi e periodi con 3 o più subordinate. Sfiniscono. Meglio periodi più brevi di 20-25 parole e 2- 2,5 righe.

  9. Usare avverbi a sproposito. Va bene che le professoresse volevano quattro fogli protocollo, ma non abbiate paura di trasformare attentamente e accuratamente in con cura.

La vita è una, e anche la buona scrittura può aiutare a farne un uso migliore!

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