La “sicurezza” è il tema politico principe nei dibattiti pubblici del Vecchio Continente. E chi crede che sia soltanto a causa di della retorica della destra radicale, si sbaglia.
Nelle ultime settimane, il rafforzamento della difesa interna ai singoli Stati nazionali ed estera a livello europeo, è sulla bocca di tutti.
Settimana scorsa, la Francia ha annunciato che verranno investiti 300 miliardi di euro nel settore nel corso dei prossimi 6 anni. 37 soltanto nel nucleare. Il tutto per raggiungere il 2% di spesa sul pil.
Il ministro alla Difesa, Florence Parly ha affermato che gli sforzi necessari non soltanto per rispettare le promesse fatte nel quadro degli accordi NATO, ma anche per “compensare le mancanze degli anni passati e costruire un esercito moderno, sostenibile e protettivo”.
In Francia, gli investimenti in sicurezza e militare sono sempre stati una cifra discorsiva del Front National. La mossa potrebbe quindi essere anche letta come un tentativo di tagliare le gambe al partito di Le Pen che sta attraversando un periodo di riassestamento dopo le scorse presidenziali (si parla addirittura di un potenziale cambio di nome della formazione).
Più in generale, Macron non ha mai smentito né a parole, né nei gesti, l’idea di una certa nostalgica grandeur francese. A maggior ragione nell’epoca di Trump e di una Brexit che lascerebbe Parigi come unica potenza nucleare nell’Unione europea.
Ma quella della sicurezza non è soltanto una questione francese.
Al di là del Reno, in Germania, una SPD ancora traumatizzata dai recenti scossoni post-elettorali (accordo di larghe intese con Merkel e dimissioni di Schulz) ha fatto intendere che avrà un occhio di riguardo rispetto al tema.
Nelle ultime settimane, il rafforzamento della difesa interna ai singoli Stati nazionali ed estera a livello europeo, è sulla bocca di tutti. Settimana scorsa, la Francia ha annunciato che verranno investiti 300 miliardi di euro nel settore nel corso dei prossimi 6 anni. 37 soltanto nel nucleare. Il tutto per raggiungere il 2% di spesa sul pil
Andrea Nahles, ex-ministro al Lavoro e principale candidata alla successione di Schulz alla guida del Partito ha affermato, proprio ieri, che sulla sicurezza interna i socialdemocratici devono recuperare terreno. Il settimanale Die Zeit ha titolato addirittura “Nahles non vuole spostarsi più a sinistra”.
Già, perché l’accento sulla sicurezza diventa una mezza risposta a quella parte della base della SPD che vorrebbe un focus totale sulle politiche sociali. Nel dettaglio, Nahles ha detto che capisce la voglia “di purezza” della base, ma che l’agenda politica “non si può più declinare a piacimento”.
Del resto, gli ultimi sondaggi danno i socialdemocratici sotto al 17% a due lunghezze dalla radicale e xenofoba AFD, neo-promossa in Parlamento alle scorse elezioni. Inoltre, proprio riguardo alla questione immigrazione, qualche mese fa, ai microfoni di Der Spiegel, sempre Nahles aveva affermato quanto segue: “Non dobbiamo essere naive. Se arrivano un milione di persone, non possiamo aspettarci che siano tutti gentili. Ma chi non si tiene alle regole deve subire dure conseguenze”.
La retorica “securitaria” si ferma alla socialdemocrazia? Non proprio. Per dire, lo stesso Jeremy Corbyn, Oltremanica, ha cercato di incrementare il suo punteggio parlando di law and order.
Nel dettaglio, il leader dei laburisti ha accusato Theresa May per i tagli alle forze dell’ordine implementati proprio quando quest’ultima era agli Interni. Corbyn ha legato i tagli all’aumento degli indici di criminalità del Paese.
Infine, a forza di spostarsi a sinistra lungo lo spettro politico si torna a destra, magari a quella di governo polacca. È notizia di ieri che il ministro dell’Interno Joachim Brudzinski ha annunciato 4mila nuovi ingressi nelle forze di polizia. Brudzinski ha detto che a breve verranno allocati 36 milioni di euro per aumentare i salari degli agenti con le paghe più basse. Sarebbe soltanto il primo passo di un piano di modernizzazione per cui la polizia polacca dovrebbe ricevere più di 1 miliardo di euro entro il 2020.
Del resto, il Primo ministro polacco Morawiecki, atteso venerdì a Berlino, ha dichiarato che la Germania dovrebbe investire rapidamente nella propria difesa per essere in linea con le promesse NATO. Con riferimento alla politica estera e di sicurezza comunitaria Morawiecki ha poi dichiarato quanto segue: “Il modo migliore per garantire la pace, è attrezzarsi per la guerra”.
Che i cittadini europei si sentano più sicuri ora?