Tutto ha avuto un inizio. Anche la storia dei jingle commerciali (in questo caso, però, non è detto che abbia anche una fine) quelle musiche che accompagnano le pubblicità ed entrano, come tarli, nel cervello delle persone.
Bisogna tornare alla metà degli anni ’20, quando nelle case degli Usa si comincia ad apprezzare le comodità della vita moderna: lavatrice, forno, aspirapolvere, acqua corrente. E soprattutto, la radio: l’unico mezzo di comunicazione in grado di tenere unito un intero continente. Le trasmissioni, già variegate fin dall’inizio, comprendono notiziari, quiz, musiche e – siamo in America, baby – un sacco di pubblicità.
Oggi come allora, le aziende si ingegnavano per cercare le idee pubblicitarie migliori. Non bastavano i testimonial, ci voleva qualcosa di nuovo, che entrasse nella testa degli ascoltatori e rendesse indimenticabile il prodotto. Ed ecco che arrivò il jingle.
Il primo venne trasmesso nella sera di Natale del 1926 a Minneapolis, e accompagnava la pubblicità di una marca di cereali per la colazione, da tempo in perdita e destinata alla chiusura. Quella pubblicità rappresentava l’ultimo tentativo, forse disperato, per salvarla. E la imbroccò alla grande. Con una canzoncina cantata a cappella, in breve la musica divenne una hit negli Usa di allora: cominciò a Minneapolis e conquistò tutto il Paese. E diede il via a una nuova stagione, tutta musicale, della pubblicità. Che funziona fino a oggi.
Queste le parole:
Have you tried Wheaties?
They’re whole wheat with all of the bran.
Won’t you try Wheaties?
For wheat is the best food of man.
They’re crispy and crunchy
The whole year through,
The kiddies never tire of them
and neither will you.
So just try Wheaties,
The best breakfast food in the land.