Quando guardiamo i film d’animazione, uno degli aspetti che più ci colpiscono sono le ambientazioni. Spesso magiche, irreali, che fanno volare l’immaginazione verso mondi irraggiungibili. Un esempio tra tutti, i film dello Studio Ghibli, precisamente quelli realizzati dal grande maestro Hayao Miyazaki. Questi sono caratterizzati da luoghi meravigliosi. Che si tratti di città, o paesaggi naturali, o ancora fantastici, l’abile mano di Miyazaki riesce a rendere tutto magico, leggero. Ma forse non sapete che molti dei paesaggi sono ispirati a posti che esistono realmente. Ad esempio il grande complesso di bagni pubblici che troviamo ne La Città Incantata sembrerebbe essere a Jiufen, nell’isola di Taiwan (ma in realtà è un edificio che ospita una grande casa del tè).
È stato però smentito dallo stesso Miyazaki, il fatto che l’ambientazione si rifaccia alla città taiwanese… anche se – fateci caso – le somiglianze non mancano. La città termale al centro delle avventure di Chihiro è, più verosimilmente, il risultato della combinazione di diverse ispirazioni. L’Edo-Tokyo Open Air Architectural Museum a Koganei ha influenzato Miyazaki per il design di alcuni edifici. Infatti il Maestro era solito far visita al museo proprio durante la lavorazione dell’anime. Il Notoya Ryokan, invece, un tradizionale hotel nipponico di Yamagata, ha ispirato il Maestro per la sua architettura e gli elementi ornamentali.
Un altro luogo davvero evocativo di questo anime è senza dubbio la costa di Egawa, chiamata anche “specchio del cielo”. Questo paesaggio ricorda – seppur anche questo non sia stato ufficializzato – la scena in cui Chihiro va a prendere il treno per raggiungere Zaniba.
Ma passiamo al film Il Castello nel cielo. Qui Miyazaki voleva onorare i minatori: infatti, nel 1984 fu testimone dei loro scioperi in Galles, dove poi tornò nel 1986 proprio per la preparazione della pellicola.
Per quanto riguarda il castello fluttuante, invece, questo nasce grazie a ispirazioni differenti. Caernarfon Castle e su Powis Castle, soprattutto per quanto riguarda i giardini terrazzati. Ma possiamo notare un parallelismo anche con il dipinto del fiammingo Pieter Bruege, La torre di Babel. Non solo: anche il borgo dell’Alto Lazio Civita di Bagnoregio sembrerebbe fonte di ispirazione (e non a caso, visitato assiduamente da turisti asiatici)
Invece Ponio è ispirato ai luogi di Tomonoura, un villaggio di pescatori all’interno del Parco Nazionale di Setonaika.
La foresta in cui Mei e Satsuki conoscono Totoro è reale. Si trova a Tokorozawa, a nord-ovest di Tokyo. (apprezzamento di terra ribattezzato proprio “la foresta di Totoro”). Questo è un luogo di natura incontaminata. Colline, campi e risaie, talmente belli che lo stesso Miyazaki decide di contribuire alla preservazione del posto con una donazione e una fondazione.
Una curiosità: si può visitare la casa delle piccole protagoniste. Si trova a Nagakute-cho, non molto distante da Nagoya. È una ricostruzione – perfetta e fedele – voluta dal figlio Goro Miyazaki, in occasione dell’Expo 2005.
Porco Rosso è uno dei pochi anime di Miyazaki ad avere un’ambientazione precisa. La storia si svolge nelle coste dalmate dell’Adriatico. Ecco allora che il rifugio del protagonista si rifà alla Stiniva Cove, sull’isola di Vis, in Croazia. È una spiaggia nascosta, una baia semircolare racchiusa da alte e scoscese scogliere, tanto che si può raggiungere solamente in barca.
L’ultimo film di Miyazaki, Si Alza il vento è ambientato a Kazuiro, dove si dice che l’Imperatore Akihito abbia incontrato la sua futura moglie nel 1957.