La nutria sei tu. Elogio di un roditore (ingiustamente) perseguitato

Non mangia la fauna locale, non è aggressiva e non porta malattie. Infatti, instaurano ottimi rapporti con chi le addomestica. E qualcuno arriva ad adottarle

La nutria sei tu. Quando partecipi a una grigliata e, solo perché non sei perfettamente in forma, ti nascondono le salsicce temendo che le finirai. Ma tu sei vegano. Proprio come il simpatico roditore, accusato di cibarsi della fauna locale quando in realtà è erbivoro.

La nutria sei tu, quando la tua ragazza dai tempi del liceo dopo 10 anni, da un giorno all’altro, ti ha lasciato. E per tutta la vita, a causa del trauma, non sei più riuscito ad avere una relazione stabile. Un po’ come le nutrie, per anni allevate dall’uomo per la sua pelliccia. Ma poi, finita la moda, diventate inutili. E abbandonate.

La nutria sei tu, quando hai un raffreddore e i tuoi amici ipocondriaci per giorni non ti avvicinano, disinfettando ogni cosa che tocchi. Perché la leggenda metropolitana dice che le nutrie portano malattie, anche se è stato dimostrato che non è vero.

La nutria sei tu, quando ti portano a una festa in cui non conosci nessuno e tutti scambiano la tua timidezza per aggressività. Perché la nutria è schiva, ma docile. E non è aggressiva.

La nutria sei tu, quando la tua ragazza dai tempi del liceo dopo 10 anni, da un giorno all’altro, ti ha lasciato. E per tutta la vita, a causa del trauma, non sei più riuscito ad avere una relazione stabile

Lo dimostrano le storie di piccoli castori (li chiamano anche così) addomesticati che instaurano ottimi rapporti con le persone che li avvicinano, come racconta la pagina Facebook Aae Nutrie, la cui missione è documentare la “reale docilità di animali innocui, il cui massacro è una strage ingiustificata, ricca di luoghi comuni privi di fondamento”. L’immagine di copertina del gruppo ricorda che è possibile donare il proprio 5×1000 ad Aae onlus, perché “l’amore si vede dai piccoli gesti” .

Lo dimostrano, infine, storie come quella raccontata nel 2016 a Libero da Angelica Benazzi, che ai tempi conviveva con una nutria (battezzata Mariah) da tre anni. Tutto era iniziato con il salvataggio del roditore, trovato moribondo nel cortile di un caseggiato dopo essere precipitato da un muro di cinta. Angelia l’ha curata e poi l’ha addomesticata. Da lì, la sua vita è cambiata, perché “una volta che hai adottato una nutria non puoi più farne a meno, è come entrare in un mondo riservato a pochi eletti».

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