La nuova tecnica (non invasiva) per rilevare la presenza di amianto? Viene dalla Calabria

L'amianto non è stato utilizzato solo dalla rivoluzione industriale in poi, ma se ne trovano tracce anche su pietre utilizzate sin dall'antichità. Due ricercatori, il cui studio è stato pubblicato su Geosciences hanno scoperto una nuova tecnica non invasiva per rilevarne la presenza

Uno strumento capace di rilevare la presenza di amianto nelle rocce. Già, perché l’amianto non è stato utilizzato solo nelle industrie e per la produzione di eternit o di pastiglie per i freni a disco, ma si trova anche nelle rocce, alcune delle quali usate sin dall’antichità per la costruzione di monumenti o come pietre ornamentali. E così Andrea Bloise e Domenico Miriello, ricercatori dell’Università della Calabria, hanno sviluppato un procedimento che permette di scoprire minerali amiantiferi direttamente sulle rocce. Senza prelievo di campioni e il conseguente trasporto in laboratorio, tecniche molto più invasive utilizzate finora. Lo studio è stato pubblicato su Geosciences.

Andrea Bloise e Domenico Miriello, ricercatori dell’Università della Calabria, hanno sviluppato un procedimento che permette di scoprire minerali amiantiferi direttamente sulle rocce. Senza prelievo di campioni e il conseguente trasporto in laboratorio, tecniche molto più invasive utilizzate finora. Lo studio è stato pubblicato su Geosciences

La sperimentazione è avvenuta su alcuni affioramenti rocciosi in Calabria, appartenenti all’unità Gimigliano-Monte Reventino. Il problema dell’amianto ha attirato l’attenzione della comunità scientifica mondiale dagli anni ‘80. Grazie alle loro eccezionali caratteristiche, le fibre del materiale sono state utilizzate dal 1720 in oltre 3000 applicazioni industriali e per la produzione di vari tipi di prodotti. Fino all’emanazione di leggi che ne regolano l’estrazione, anche le rocce amiantifere sono state estratte per vari scopi. Ma negli ultimi anni si è registrato un aumento dell’incidenza di malattie respiratorie croniche e degenerative causate dall’esposizione all’amianto, sia da fonti artificiali che naturali.

Ora, tramite l’utilizzo di queste nuova tecnica, sarà possibile sviluppare un piano di campionamento mirato all’identificazione di aree inquinate da minerali amiantiferi e metalli pesanti. Scopo ultimo, il perfezionamento di tecniche capaci di valutare i rischi che derivano dall’estrazione e dall’utilizzo di materie prime contenenti minerali amiantiferi.

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