L’Italia rischia tutto: Cottarelli frena, si riapre la trattativa tra Lega e 5 Stelle

Una giornata di ordinaria follia. Stamattina il premier incaricato torna al Quirinale con la lista dei ministri ma gli allarmi finanziari frenano il governo tecnico. Mentre si riapre la strada del voto anticipato, riprendono le trattative per un governo Lega-M5S. Ora Di Maio tende la mano al Colle

Governo, una giornata di ordinaria follia. Nella crisi istituzionale più complicata della storia repubblicana non ci sono certezze. Tra indiscrezioni e smentite, in poche ore lo scenario cambia più volte. Proprio quando il premier incaricato Carlo Cottarelli è pronto a salire al Quirinale con la lista dei ministri, la sua avventura a Palazzo Chigi sembra tramontare. Si prende tempo. Improvvisamente il Paese si trova a un passo dalle elezioni anticipate. Qualcuno indica persino la data del voto, il 29 luglio. Intanto la situazione sui mercati precipita. Le borse crollano, lo spread sale a quota 320. E così in serata ecco il nuovo imprevisto. In attesa che l’ex commissario alla spending review torni al Colle, si riaprono le trattative per un governo politico tra Lega e Cinque Stelle. Magari con il sostegno di Fratelli d’Italia, ormai pronti a entrare in maggioranza. Nell’ennesima giornata ad alta tensione, ormai si naviga a vista. I colpi di scena lasciano posto a disarmanti incertezze.

La prima sorpresa prende tutti in contropiede verso le 16.30. Cottarelli è convocato al Quirinale per presentare la squadra del suo governo. Il presidente Sergio Mattarella lo riceve nello studio alla Vetrata e dopo trenta minuti di colloquio i due si salutano. L’ex commissario alla spending review è atteso dai giornalisti per l’incontro di rito, ma decide di lasciare il palazzo da un’uscita secondaria. Davanti al silenzio dei diretti interessati, le suggestioni prendono il sopravvento. I bene informati raccontano che alcune figure di primo piano, scelte per un ruolo da ministro, avrebbero declinato gentilmente l’offerta. La durata limitata dell’esecutivo e l’accesa campagna elettorale che sta per aprirsi non rappresentano una prospettiva allettante. Né rassicurano le ipotesi sul primo voto di fiducia alle Camere, dove il governo tecnico rischia di conquistare il sostegno di una manciata di parlamentari. Record negativo nella storia della Repubblica. Qualcuno giura che il premier incaricato è pronto a rinunciare. Sarebbe una rivelazione clamorosa, se confermata. E infatti poco dopo è lo stesso Quirinale a smentire. Nessun passo indietro, almeno per ora. In serata lo stesso Cottarelli assicura: «Sono ottimista, continuo a lavorare sulla lista dei ministri». Oggi tornerà al Colle, ma la sensazione di molti è che gli allarmi finanziari abbiano rallentato la corsa del governo tecnico.

Il tentativo di riaprire un dialogo con il Quirinale è legato alla possibilità di riportare sulla scena il governo gialloverde. Un esecutivo politico tra Lega e Cinque Stelle vincolato al contratto già siglato nelle ultime settimane. Di Maio ci pensa. Salvini per ora resta a guardare

Intanto si torna a parlare con insistenza del voto anticipato. Di fronte al possibile fallimento del secondo premier incaricato, le urne diventano un’ipotesi quasi obbligata. Nella confusione di indiscrezioni incontrollate si fa largo anche una data. Il 29 luglio. È uno scenario particolarissimo e pericoloso: mai prima d’ora gli italiani hanno votato in piena estate. Forse è il giusto epilogo di una crisi politica senza precedenti. Insieme alla Lega anche il Partito democratico propone di accelerare. Ripensamenti e tatticismi si intrecciano. Qualcuno lascia intendere che persino il Quirinale – preso atto dell’impossibilità di formare un governo – potrebbe preferire questa soluzione. Il motivo è chiaro: un voto estivo permetterebbe la nascita di un esecutivo fin dal mese di settembre. Già al lavoro in vista della sessione di bilancio. Senza un attimo di tregua si rincorrono voci e smentite. Le certezze svaniscono. Sui giornali e nei palazzi si infittiscono retroscena non sempre realistici. A un certo punto sembra che il Quirinale sia pronto a tentare una nuova strada, incaricando il leghista Salvini alla guida di un governo di centrodestra. Ma è in serata che arriva l’ennesimo colpo di scena. Forse il più inatteso. Con una sorprendente inversione di pensiero, il leader grillino Luigi Di Maio ammorbidisce i toni con il presidente Mattarella. La richiesta di impeachment minacciata fino a 24 ore prima viene abbandonata. «Non è più sul tavolo» ammette il pentastellato da Napoli. Dimenticate le accuse del giorno prima, Di Maio si dice pronto a collaborare con il Colle. Ormai la strategia sembra lasciare posto all’improvvisazione. «Siamo pronti a rivedere la nostra posizione – conferma – se abbiamo sbagliato qualcosa lo diciamo. Ma ora si rispetti la volontà del popolo. Una maggioranza c’è in Parlamento, fatelo partire quel governo».

Il tentativo di riaprire un dialogo con il Quirinale è legato alla possibilità di riportare sulla scena il governo gialloverde. Un esecutivo politico tra Lega e Cinque Stelle vincolato al contratto già siglato nelle ultime settimane. La strada non è semplice. La bocciatura di domenica scorsa e le rabbiose reazioni alle scelte del presidente hanno tracciato un solco. Ma il grillino ci prova lo stesso. Nel pomeriggio incontra Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, cerca di riallacciare un confronto con il Carroccio. Dalle parti di Montecitorio qualcuno avvista persino il professor Giuseppe Conte – il premier incaricato costretto a rinunciare – adesso di nuovo in ballo per Palazzo Chigi. In alternativa la premiership viene offerta a un leghista, Salvini o il suo vicesegretario Giancarlo Giorgetti. Nelle intenzioni dei Cinque Stelle lo schema è simile al precedente tentativo. Con una grande differenza: l’assenza dell’economista antieuro Paolo Savona al ministero del Tesoro. Di Maio ci spera, Salvini per ora resta a guardare. Intanto la possibile maggioranza sovranista può contare su un nuovo alleato. In serata Giorgia Meloni propone il suo sostegno in un video su Facebook. «C’è una maggioranza che si è formata in queste settimane, tra Lega e Cinque Stelle. Noi siamo stati critici, ma arrivati a questo punto siamo anche disponibili a rafforzare quella maggioranza con Fratelli d’Italia, perché crediamo che in questo momento si debba fare tutto quello che c’è da fare per tirare fuori l’Italia dal caos». Mai lo scenario politico era stato così ingarbugliato. E stamattina Carlo Cottarelli è atteso al Quirinale con la lista dei ministri.

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