ll deputato di Liberi e Uguali Erasmo Palazzotto si imbarcherà lunedì mattina su una nave della ong Proactiva Open Arms. Una volta a bordo raggiungerà un tratto di mare al largo delle coste libiche per partecipare alle operazioni di salvataggio dei migranti. «È un obbligo morale e politico», spiega alla Camera. Il segretario di Radicali italiani Riccardo Magi, invece, è appena tornato. A maggio è stato protagonista di una missione search and rescue – ricerca e soccorso – nel Mediterraneo centrale. Imbarcato sul veliero Astral della stessa ong spagnola. «Se la solidarietà è un reato, sono qui per commetterlo» aveva spiegato prima di salpare. A Montecitorio i due deputati lanciano un appello comune, chiedendo il sostegno degli altri parlamentari. Un impegno concreto per denunciare l’approccio “xenofobo e razzista” del governo, che poche settimane fa ha portato alla discussa decisione di chiudere i porti italiani. «Salvare vite umane non è un reato – spiegano – ma un dovere morale».
Palazzotto e Magi denunciano il tentativo di criminalizzare le ong e il «clima d’odio insostenibile» fomentato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Anche per questo chiedono ad altri parlamentari la disponibilità a imbarcarsi nelle missioni soccorso, per testimoniare in prima persona cosa accade in questi giorni nel Mediterraneo. L’obiettivo è dare vita a una sorta di staffetta. Dopo Palazzotto toccherà probabilmente a un secondo rappresentante di Liberi e Uguali. «Poi spero che aderiscano alla nostra iniziativa altri deputati, anche di diverso orientamento politico. Forse un collega del Partito democratico. E magari qualche Cinque Stelle, pronto a disobbedire agli ordini del Movimento». Il deputato di LeU intanto si prepara alla missione. Da lunedì trascorrerà alcuni giorni in alto mare per osservare da vicino la situazione a largo della Libia. È la stessa porzione di mare che altri quattro europarlamentari – salpati ieri da Malta – stanno raggiungendo in queste ore a bordo di due imbarcazioni della Proactiva Open Arms. A quanto si apprende sono tre spagnoli e un’italiana: l’esponente del gruppo della sinistra unitaria europea Eleonora Forenza.
ll deputato di Liberi e Uguali Erasmo Palazzotto si imbarcherà lunedì mattina su una nave della ong Proactiva Open Arms. Una volta a bordo raggiungerà un tratto di mare a largo delle coste libiche per partecipare alle operazioni di salvataggio dei migranti. «È un obbligo morale e politico», spiega
Nei giorni in cui il Consiglio europeo discute di politiche sui migranti, la politica scende in campo. Letteralmente. I due deputati italiani denunciano le incapacità degli ultimi anni: «I governi non sono stati in grado di trovare una soluzione, hanno avuto solo un approccio emergenziale che ha lasciato gli stati frontalieri soli ad affrontarne il peso». A rischio c’è la tenuta dell’Europa. Ma anche, soprattutto, il destino di centinaia di migliaia di persone. «Ciò che sta accadendo in questi giorni nel Mar Mediterraneo – si legge nell’appello di Magi e Palazzotto – segna un punto di non ritorno sul piano etico e morale, ma anche su quello del diritto internazionale. Gli Stati europei non possono scaricare su persone inermi la propria incapacità di trovare una soluzione duratura e condivisa rispetto alla gestione del fenomeno migratorio». Come se non bastasse, le ultime vicende delle navi Acquarius e Lifeline hanno aperto una nuova fase di tensioni. «Anticipando un profondo cambiamento nella posizione del governo italiano». Oltre a testimoniare la propria solidarietà alle imbarcazioni che salvano le vite in mare, adesso i due deputati lanciano un appello per aprire i porti «e mettere fine a questa campagna elettorale permanente che sta isolando il nostro Paese in Europa». Accusano l’esecutivo di aver strumentalizzato una vicenda drammatica. «L’Italia – insistono – ha chiuso i porti alle navi impegnate nei salvataggi e contemporaneamente ha legittimato un processo di criminalizzazione senza precedenti delle ong, e più in generale di chiunque si sia fatto carico del dovere di salvare vite umane».
Sullo sfondo resta un fenomeno migratorio epocale, di difficile soluzione. «In gioco ci sono i diritti umani», racconta Magi. Il segretario di Radicali Italiani considera un grave errore la scelta del Viminale di intensificare i rapporti con la Libia. «La soluzione di delegare alle discutibili autorità libiche il compito di effettuare sostanzialmente un blocco navale non può essere accettabile». Magi punta il dito contro le dodici motovedette che il governo sta per consegnare alla guardia costiera del paese nordafricano. «Non sono attrezzate per il salvataggio. E le autorità libiche non hanno le capacità di coordinare le operazioni di soccorso né i porti sicuri per sbarcare i migranti». In questo modo chi riesce a lasciare le coste africane finisce nuovamente in mano ai trafficanti di esseri umani. Condannato a subire nuove violenze. I centri di detenzione in Libia sono veri e propri luoghi di tortura, denuncia Magi. «Dove avvengono stupri di massa, sequestri di persona, la violazione sistematica dei diritti umani. Ci sono le fosse comuni». Ecco perché il deputato chiede da tempo di organizzare una missione parlamentare nel paese africano. «È urgente andare a vedere come vengono utilizzati i soldi italiani ed europei».