Assicurazioni auto, diminuiscono le differenze di prezzo tra città

Prendendo in considerazione le 20 provincie con l’Rc auto più costoso nel 2012, infine, si scopre che in sei anni c’è stata una diminuzione media del 37,3 per cento

C’è un settore che, grazie alla concorrenza e alla tecnologia, si avvicina sempre più verso il proprio punto di equilibrio. È quello delle assicurazioni sulle auto che, attraverso un processo di “normalizzazione”, è sempre meno un salasso per gli italiani. A dirlo sono i dati elaborati da Segugio.it, compratore online in Italia di assicurazioni, mutui, prestiti, conti correnti, tariffe di voli aerei che fa capo al Gruppo Mutuionline, relativi al best price assicurativo, che parlano di una riduzione media nazionale del 25% nel periodo 2012-2018.

Innanzitutto, come si calcola l’Rc auto? Il costo netto del premio (a cui si sommano poi le tasse e il costo del servizio sanitario) è il risultato di uno studio statistico sul rischio. «Si tratta di un’analisi dettagliata su tutti i costi ipotetici che un certo grado di rischio potrebbe comportare. Un intreccio di dati su su cui incidono comportamenti alla guida, stato della viabilità, numero di sinistri, possibili frodi», spiega Emanuele Anzaghi, vice presidente di Segugio.it. «Si tratta di una taratura che prende in considerazione fino a 100 parametri diversi».

Detto ciò, se nel 2012 la provincia più costosa dove assicurare la propria auto era Caserta, con un costo di 1.211 euro, nel 2018 nella provincia campana ne bastano 702. Una riduzione, in sei anni, del 42 per cento. Un dato che diventa del -49,1% a Bari. Nel capoluogo pugliese, i dati elaborati da Segugio.it hanno registrato la diminuzione maggiore in termini percentuali, per un costo che è passato dai 1.053 euro del 2012 ai 536 del 2018. Prendendo in considerazione le 20 provincie con l’Rc auto più costoso nel 2012, infine, si scopre che in sei anni c’è stata una diminuzione media del 37,3 per cento. Una riduzione che, capovolgendo la classifica e considerando le prime 20 provincie meno costose del 2012, è pari al 15,6 per cento. Al primo posto, in questo caso, c’è Aosta che passa dai 354 del 2012 ai 325 del 2018 (-8,2%). Il calo percentuale più evidente, invece, si registra a Gorizia: – 24,4% nel periodo considerato per un risparmio di 98 euro. «Si tratta di un trend costante negli anni – commenta Anzaghi – e che ha coinvolto maggiormente le province più costose. Certo, dopo sei anni di cali consecutivi, negli ultimi mesi c’è un rallentamento. Una dinamica che ci fa presumere che siamo vicini al punto di equilibrio».

Sulla normalizzazione dei prezzi hanno inciso l’obbligo da parte di una compagnia assicurativa di estendere l’offerta a tutto il territorio nazionale e l’adozione sempre più diffusa della scatola nera

Ma quali sono le cause di questa “normalizzazione” dei prezzi? «I motivi sono diversi», risponde Anzaghi. «Innanzitutto, l’abolizione del tacito rinnovo. In secondo luogo, alcuni interventi regolamentari che hanno reso le sanzioni più efficaci e aumentato la concorrenza. Infine, l’abitudine sempre più diffusa all’utilizzo dei comparatori online e l’adozione della scatola nera». Grazie a una maggiore flessibilità nella stipula di una polizza, l’utente è riuscito a guadagnare oltre 100 euro sul costo del premio passando da un best price medio nazionale di 579 euro nel 2012 ai 434 euro del 2018. Cifre che avvicinano l’Italia alla media europea, che si aggira intorno ai 350-370 euro.

Due, in particolare, gli aspetti che hanno inciso sulla “normalizzazione”. il primo riguarda le sanzioni economiche comminate da Ivass per elusione del cosiddetto “obbligo ad assumere”, ossia l’obbligo da parte di una compagnia assicurativa di estendere la propria offerta a tutto il territorio nazionale, senza discriminazioni geografiche. «Questo ha costretto le varie compagnie a trovare i clienti anche nelle zone più difficili della Penisola, aumentando la concorrenza e diminuendo il prezzo dell’Rc auto. D’altronde, l’assicurazione Rca è il prodotto più diffuso in termini assicurativi e costituisce quel bacino di utenti su cui le compagnie puntano per estendere i propri servizi più redditizzi», commenta Anzaghi. A questa operazione di trasparenza ed equità si è poi aggiunta l’adozione sempre più frequente della scatola nera (per un costo per le compagnie di assicurazione che, nel primo anno di installazione, si aggira intorno ai 60-100 euro). Un dispositivo implementato sul 20% delle polizze stipulate a livello nazionale e che tocca punte del 50-60% nelle provincie più “incidentate”. «In sostanza, si tratta di una risposta tecnologica per le aree più a rischio al fine di determinare con maggiore sicurezza la stima di quest’ultimo a partire da abitudini di guida che vengono man mano registrate e arhiviate», conclude Anzaghi.

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