Nel ‘78 il confronto tra Psi e Pci era molto simile a quello tra Forza Italia e la Lega. Il Psi sembrava la brutta e sbiadita copia del Pci. Appartenevano allo stesso campo, la sinistra, e nell’arco di alcuni anni i rapporti si erano invertiti a vantaggio del Pci. Il 27 agosto ‘78, in risposta a un’intervista sulla lezione attuale e vitale di Lenin concessa da Berlinguer a Eugenio Scalfari, esce un breve saggio a firma Bettino Craxi. È quel «Vangelo socialista» che ridisegna identità e contorni del socialismo italiano, scioglie l’equivoco della convivenza tra massimalisti e riformisti fino al quel tempo esistente e determina la scelta irrevocabile: un liberal socialismo di stampo europeo.
Il Psi, giunto due anni prima al suo minimo storico con la segreteria De Martino (appena il 9,64%, dal 20,68% del 1946), riprende vivacità, centralità, consensi, diventando la forza più brillante degli anni Ottanta, e conseguendo il duplice obiettivo della presidenza della Repubblica e del Consiglio dei ministri. Ciò è stato possibile solo grazie a quell’atto di chiarezza, coraggioso e foriero di critiche e scontri durissimi, che fu la definizione di un orizzonte culturale, valoriale e in qualche modo programmatico che rifondava il Psi su basi liberali.
Forza Italia è nella stessa, difficilissima, posizione del Psi nel 1978. Ha di fronte due strade: un rapido e inesorabile declino, eutanasico, o riscrivere la propria identità per proporre agli elettori un partito all’altezza dei problemi nuovi della società
Schiacciata in una posizione scomoda, quella di un partito a vocazione maggioritaria e con cultura di governo, con una fisionomia opaca e impercettibile, ma tagliata fuori dalle scelte centrali del dibattito pubblico, sovrastata dal peso della Lega, un partito con un’identità dura e metodi da opposizione, Forza Italia è nella stessa, difficilissima, posizione del Psi nel 1978.
Ha di fronte due strade: un rapido e inesorabile declino, eutanasico, o riscrivere la propria identità per proporre agli elettori un partito all’altezza dei problemi nuovi della società. Non una sfida alla Lega, ma all’intero quadro politico, occupando uno spazio, lasciato scoperto dalla crisi dei moderati: l’area del buon senso che, dalle infrastrutture all’ambiente, dai vaccini all’immigrazione, dalle tasse al lavoro, dalla sicurezza alla giustizia, può intercettare nuovamente il consenso di larga parte degli italiani. Fu con l’esperienza del «Vangelo socialista»: lanciando la sfida al Pci, Craxi poté competere anche con la Dc. Vedremo cosa intenderanno fare Silvio Berlusconi e Antonio Tajani. Tempo e modo ce n’è ancora, ma occorre fare molto presto e con determinazione.