In Italia gli assorbenti sono un bene di lusso, più del tartufo

L’Iva sugli assorbenti è molto più alta di quella sui tartufi. Per non parlare delle scommesse, esentate. Ogni settimana 21 milioni di donne, quattro volte al giorno, devono usarli. Il loro mercato vale un fatturato di 2,6 miliardi di euro l’anno

Se volete avere un’idea del disprezzo e della strafottenza con i quali vengono presi in considerazione i problemi quotidiani delle donne, non quelli che sentiamo in qualche convegno sul tema, perdete qualche minuto per approfondire la questione degli assorbenti. E una follia, con un enorme spreco di denaro, tutta italiana: questo oggetto così importante, per oltre quarant’anni della vita di una donna, viene considerato un bene di lusso, e non un genere di prima necessità, e come tale tassato con un’Iva del 22 per cento. Un’aliquota più alta di quella applicata ai tartufi (5 per cento) e alle scommesse della lotteria, che invece sono esentate da questa tassa. Anche per dare un ulteriore incentivo al gioco d’azzardo.

In Italia ci sono 21 milioni di donne che ogni settimana, quattro volte al giorno, devono fare ricorso agli assorbenti in occasione dell’arrivo del ciclo mestruale. La spesa è importante, in quanto si tratta di ben 2,6 miliardi di euro l’anno che vanno a gonfiare i bilanci delle aziende per i prodotti della persona, società con importanti margini su questo tipo di prodotti.

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