Mai fidarsi degli italiani. Li avevamo lasciati sovranisti, nostalgici della Lira, pronti ad abbandonare l’Europa, a sfidarla lancia in resta per difendere la Patria contro le angherie degli euroburocrati e della moneta unica. Ce li ritroviamo improvvisamente euro-entusiasti, o perlomeno non intenzionati a mollare la moneta comune della discordia, né tantomeno l’Unione Europea. Questo dice l’ultima ricerca di Eurostat, secondo la quale, nel giro di un anno, è l’Italia il Paese in cui si registra la più forte crescita di fiducia verso la moneta unica. Più 17% in dodici mesi, dal 40% al 57% di gradimento, per la precisione.
E ok, i sondaggi lasciano il tempo che trovano. E ok, di nuovo, tutto questo accade mentre la Lega, il partito più euroscettico del mazzo, vola al 32% dei consensi. Però è un dato contro-intuitivo di cui tenere conto: proprio nell’anno della svolta sovranista e della sfida all’Europa, gli italiani sono tornati a innamorarsi della moneta unica. Non vorrà dire nulla, ma fossimo in Salvini o Di Maio non saremmo così arroganti da fare spallucce, soprattutto in settimane come le prossime, in cui la temperatura dello scontro si alzerà notevolmente, in cui verrà agitato lo spauracchio dell’Italexit, in cui i nodi del sovranismo, ahi loro, verranno al pettine tutti.
Volevate il sovranismo? Volevate essere padroni a casa vostra? Serviti. Peccato che non sia come ve lo raccontavano.
La sensazione, forte, è che appena misureranno gli effetti del sovranismo sul loro conto in banca, per i sovranisti a Palazzo Chigi saranno guai seri. E tutta la rabbia contro gli eurocrati di Bruxelles e la finanza cattiva si riverserà contro i capipopolo che li hanno portati in guerra
Già, perché adesso si comincia a ballare davvero. I tassi d’interesse dei mutui cominciano pericolosamente a salire, le banche cominciano a chiudere i rubinetti del credito e in lontananza, ma sempre più vicini, si stagliano i contorni di una possibile tassa patrimoniale per sistemare i conti, o peggio ancora un prelievo notturno dai conti correnti stile Amato 1992. Il tutto, mentre gii altri nazionalisti europei – da Kurz a Orban – se ne fregano della sorte dell’amico Salvini e chiedono che l’Europa picchi duro contro l’Italia cicala, e ci commini la procedura d’infrazione, senza alcuna clemenza.
Salvini ne è convinto. Se succede, «insorgeranno 60 milioni di italiani». Intendiamoci: può pure essere che i cuor di leone di casa nostra, mentre fanno zapping in attesa di scolare la pasta, abbiano un sussulto d’orgoglio e scendano in piazza per il Capitano, o si precipitino in banca per donare l’oro alla Patria contro la perfida Bruxelles. Può essere tutto. La sensazione, forte, è che appena misureranno gli effetti del sovranismo sul loro conto in banca, per i sovranisti a Palazzo Chigi saranno guai seri. E tutta la rabbia contro gli eurocrati di Bruxelles e la finanza cattiva si riverserà contro i capipopolo che li hanno portati in guerra.
È già successo, succede sempre così: gli italiani non sopportano chi gli mette le mani in tasca. E più di ogni cosa non sopportano i perdenti, soprattutto se a perdere sono loro. Brava gente, ma fino a un certo punto.