Se credete che il climate change sia una questione troppo grande per voi. Se pensate che occorrano mezzi e risorse imponenti per avviare iniziative capaci in qualche modo di incidere, al riguardo, sull’agenda della comunità internazionale. Se non sapete come dare voce al vostro disappunto, forse addirittura alla vostra rabbia, per far crescere la percezione collettiva di quanto sia grave questo problema. Beh, se tutto questo vale nel vostro caso, allora think again: ripensateci.
In pochi mesi è nato infatti un movimento dal basso diventato rapidamente globale, che sul climate change ha richiamato l’attenzione dei “grandi” – nel senso sia degli adulti, sia di quelli che siedono nelle stanze dei bottoni, dove si prendono le decisioni che riguardano milioni e miliardi di persone -. E a farlo partire e crescere sono stati i “piccoli”, i più giovani fra i giovani. In particolare un’adolescente svedese, il suo nome è Greta Thunberg, che si è inventata un’azione di incredibile, inattesa efficacia per dare corpo alla sua protesta: il climate strike, lo sciopero per il climate change.