Liberi likatoriNon sparate su Anastasio, e lasciategli mettere i like a chi diavolo vuole (sì, pure a Salvini e Casa Pound)

Il vincitore di Xfactor al centro delle polemiche. Non per i testi delle canzoni. Ma per i like che ha messo su Facebook. Dopo la caccia alle streghe per Sfera Ebbasta è un’idiozia di cui non si sentiva un gran bisogno

Abbiamo appena finito di spiegare a un’orda di esorcisti in fregola e a Federica Sciarelli che Sfera Ebbasta non c’entra niente con quello che è successo alla Lanterna Azzurra, che un artista – o presunto artista – non ha l’obbligo di bollino verde sui suoi testi e qualcuno ha anche citato strofe di Lou Reed, Rolling Stones e dei Led Zeppelin a discarico del rapper di Sesto San Giovanni (accostamento controproducente perché fa venire voglia di prendersela con Sfera, per le sue rime, per la banalità del male delle sue trombette e per quanto è bolso il suo autotune, come se Sfera fosse, davvero, il diavolo baudelairiano del tedio), che ci troviamo di fronte a un nuovo caso di musicista impresentabile. Si Parla di Anastasio, vincitore di Xfactor.

E ovviamente, pure in questo caso, la musica non c’entra niente. Il problema sono i like. Gli esorcisti in fregola, questa volta di parte non pseudoreligiosa ma pseudopolitica, hanno fatto notare che Anastasio ha messo il like sulle pagine Facebook di Salvini, Lorenzo Fontana, CasaPound e Donald Trump. La modalità ricorda tanto quei dirigenti d’azienda che spiano i profili social dei candidati, il risultato è molto simile a qualsiasi lotta puramente simbolica al fascismo/comunismo/turbocapitalismo: chiacchiere sceme che ci fanno venire voglia di diventare fascisti/comunisti/turbocapitalisti.

La modalità ricorda tanto quei dirigenti d’azienda che spiano i profili social dei candidati, il risultato è molto simile a qualsiasi lotta puramente simbolica al fascismo/comunismo/turbocapitalismo: idiozie.

Ma con in più l’aspetto aleatorio del like. Che significa mettere un like? Chi scrive – come del resto fanno in molti – segue su Facebook una quantità di gente/organizzazioni che detesta solo per il piacere del disaccordo. Prassi diffusa. Altra possibilità: si mette il like per seguire un po’ tutto, dato che grazie a dio non siamo tutti intellettualini militanti. Anastasio ha commentato alle critiche: «Mi tengo informato, metto like e vedo cosa dicono le persone», e ha aggiunto in tono volterriano: «Ho opinioni su fatti di cronaca a volte da una parte e a volte dall’altra. Se uno dice una cosa giusta la condivido, che sia Salvini o Renzi. Guardo cosa si dice, non chi lo dice». Da come ci avevano insegnato questa si chiama libertà nemmeno di opinioni, ma di interessi informativi. Tra l’altro Anastasio ha aggiunto che «Ormai la destra fa la sinistra e viceversa. La destra oggi difende i lavoratori, la sinistra è diventata liberista», considerazione magari banale, senz’altro discutibile, ma perfettamente legittima. Siamo tutti liberi likatori o no?

Ma ammettiamo pure che Anastasio abbia quel tipo di tendenza, che coltivi una qualche inclinazione sovranella. Anche in quel caso chi denuncia la faccenda: in particolare il bel sito musicale Noisey, che riprende il podcast satirico Ingranaggi, moltra più che altro una sicura ossessione politico-contenutistica. Come se parlare di musica debba passare da un esame preventivo del “messaggio” degno dei peggiori ventri molli democristiani, o di certo Pci anni 50, o di certa pallosità ideologica anni 70. Sinistra che da libertaria è passata a vigile urbano internettiano e alza la paletta in funzione puramente identitaria: cerca l’uomo nero per far finta di esserci. Niente di più desolante dell’amic* cresciut* a sex drugs e rock ‘n rolla che poi cerca su profili altrui foto di portachiavi di Mussolini e fa “bannatelo”. E anche qui siamo nella banalità del like, però.

La cosa non banale, invece, è che dopo anni e annorum – forse ma forse – ci stiamo liberando della censura moralista dei testi delle canzoni, ma a quanto pare stiamo entrando nell’era della critica politica ai like dei canzonettari. Si sfottono gli esorcisti che se la pigliano con Sfera per fare, dopotutto, la stessa cosa. Complimenti libertari.

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