Per comprendere la vicenda umana e imprenditoriale di Adriano Olivetti la cosa più semplice è partire da un dettaglio, o meglio da un punto d’arrivo: il design. I prodotti della sua azienda sono destinati a diventare veri oggetti di culto per la bellezza del design e per la qualità tecnologica e l’eccellenza funzionale. Qualche esempio: le macchine per scrivere Lexikon 80 (1948) e Lettera 22 (1950), la calcolatrice Divisumma 24 (1956). Il segreto di Olivetti è semplice sino alla banalità: saper scegliere collaboratori di grandissimo valore, come Nizzoli, Pintori, Bonfante, Sottsass e metterli nella condizione di dare il meglio di sé.
La fortuna delle imprese, anche le più grandi e solide, spesso sono strettamente legate a quelle dei loro fondatori. Una legge che si manifesta in modo particolare nei settori industriali a più alto tasso d’innovazione. Olivetti è un caso emblematico, oggi società del Gruppo Telecom, un tempo all’avanguardia a livello mondiale a livello tecnologico ma anche culturale, artistico e sociale, tanti quanti erano gli interessi di Adriano Olivetti a cui va il merito di aver trasformato l’azienda di famiglia in una delle più importanti imprese al mondo nel campo delle macchine per scrivere, da calcolo e dell’elettronica.
Imprenditore e innovatore
Uomo di cultura con svariati interessi – editore, scrittore, urbanista – Adriano Olivetti è soprattutto dotato del più importante talento imprenditoriale: la cultura dell’innovazione. Qualità che l’ha portato lungo tutto il corso della sua esistenza a comprendere l’importanza della tecnologia e a sapersi circondare di collaboratori di grande valore a tutti i livelli.
Nel suo stile di management assume particolare rilievo l’attenzione al miglioramento delle condizioni di vita dei dipendenti: l’azienda costruisce per loro quartieri abitativi, sedi per i servizi sociali, biblioteche e mense. A realizzare queste opere sono chiamati grandi architetti: Figini, Pollini, Zanuso, Vittoria, Gardella, Fiocchi, Cosenza.